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L’America delle torte di mele
La politica di Donald Trump riguardo alle donne è stata oggetto di dibattito e controversie, caratterizzata da posizioni conservatrici su temi come i diritti riproduttivi e l’uguaglianza di genere. Facciamo un elenco.
Diritti riproduttivi – Trump ha adottato misure per limitare l’accesso all’aborto. Ha nominato giudici della Corte Suprema con orientamenti pro-life, contribuendo all’annullamento della Sentenza “Roe vs. Wade” del 1973, che garantiva il diritto all’aborto a livello federale. Di conseguenza, la regolamentazione dell’aborto è tornata nelle mani dei singoli Stati, portando a restrizioni significative in diverse aree del Paese. E questo non è davvero positivo,
Parità salariale e discriminazione sul lavoro – Durante il suo primo mandato, Trump ha revocato un ordine esecutivo dell’amministrazione Obama che mirava a proteggere le donne dalla discriminazione salariale e sul lavoro. Ha inoltre eliminato l’obbligo per le aziende di raccogliere dati sulle disparità salariali basate su genere, razza ed etnia, rendendo più difficile monitorare e affrontare le disuguaglianze retributive. Un gigantesco passo indietro.
Concezione del ruolo delle donne – Trump ha spesso espresso una visione tradizionale del ruolo delle donne nella società, enfatizzando la necessità di “proteggerle”, anche contro la loro volontà. Questa prospettiva è stata interpretata come una mancanza di riconoscimento dell’autonomia e dell’uguaglianza delle donne, rafforzando stereotipi di genere e limitando la loro partecipazione in vari ambiti.
In sintesi, le politiche di Trump hanno spesso riflettuto una visione conservatrice e tradizionale del ruolo delle donne, con implicazioni significative per i loro diritti e la loro posizione nella società americana.
Ora, aspettiamo altre sue azioni che non promettono nulla di buono. Con lui l’America pim pum pallini e polvere fa tornare le donne nei ruoli di grandi produttrici di figli e torte di mele. Temo che ne vedremo delle belle.
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Un Commento
Gentile signora,
Non sono d’accordo con quanto affermato nell’articolo in riferimento alla donna: prendendo spunto da alcune scelte dell’amministrazione Trump risulta delineato un quadro parziale e, direi, preistorico, della figura femminile. Sembra che la donna, per non essere rinchiusa nella categoria “ tradizione”, debba essere libera di abortire, di fare carriera, non si debba occupare della famiglia. Descrivere ridicolizzando le donne che invece, per propria scelta, rinunciano al lavoro, e attribuire a Trump l’imposizione di un modello femminile così lontano da quello della presunta “ rivoluzione” del ‘68, umilia le donne, quasi sottolineando che esse non siano in grado di optare per una idea diversa. Il che rivela anche scarsa conoscenza della mentalità femminile delle donne americane: le “ trad wives” spopolano sul web e mostrano l’incredibile capacità inventiva di chi ha scelto la famiglia e si è pure scoperta una nuova professione!
La visione manichea proposta nell’articolo, “aut…aut”, a mio avviso è semplicemente miope e ha prodotto danni a non finire, visibili agli occhi di tutti: gli aborti sono in numero mostruoso, le donne abbandonate al loro destino nel dolore di una scelta non condivisa, l’uomo ridotto a dispensatore di alimenti, la famiglia sgretolata, gli adolescenti privi di punti di riferimento…
La mia proposta, da donna, madre, professionista, impegnata nel sociale, si basa invece su una visione a 360 gradi dell’universo femminile, non limitata da ideologie che non le rendono onore, che la considerano incapace di compiere tutto ciò che le permetta di realizzare se stessa, sia la famiglia, il lavoro, nella logica modernissima di “ et…et”.
Perché noi donne siamo in grado di offrire un grande contributo al mondo e alla società grazie a noi stesse, non in conflitto con l’uomo e non in alternativa all’uomo. Serve, a mio avviso, una rivoluzione copernicana, nell’immaginario collettivo, che dia risalto ad un nuovo modo di essere donna.
Prof. Vittoria Criscuolo
Vicepresidente Comitato “ Pro-life insieme “