Rassegna stampa estera
Una settimana piatta quella appena trascorsa. Almeno per quanto riguarda l’interesse della Stampa estera nei nostri confronti. I principali topics trattati sono stati ancora Renzi ed economia. Ci fa però particolarmente piacere segnalare la grande risonanza data dalla stampa svizzera alla nomina dell’italiana Fabiola Gianotti alla direzione del CERN, più che i battibecchi tra Junker e il nostro Primo Ministro.
Per quanto riguarda il nostro Presidente del Consiglio, Pierre de Gasquet gli riserva su Les Echos un grande spazio nel quale racconta la “tentazione” di Matteo Renzi di portare avanti con i sindacati un dialogo caratterizzato dalla fermezza, senza cedere ai diktats della CGIL. Scrive il giornalista: “Il tono si surriscalda tra Matteo Renzi e il principale sindacato italiano (…) <Con i sindacati non parlo di bilancio>, ha lanciato il Capo del Governo all’indomani della grande manifestazione della CGIL a Roma. Il tono non sembra essere quello di un leader di sinistra”. De Gasquet non vede “alcun dubbio nella volontà calcolata di rompere con l’immobilismo dietro al tentativo di Matteo Renzi di dividere i sindacati e la sua tattica di mettere in luce la desuetudine della CGIL. Sullo sfondo: i rischi di scissione del Partito Democratico.” Raccogliendo il parere dell’ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari, che vede nell’abbattimento di tanti simboli della sinistra socialdemocratica la volontà di fare breccia nel centrodestra, De Gasquet afferma che questo sembra essere per il Primo Ministro “il modo migliore per meglio realizzare il suo sogno di creare un Partito della Nazione. Un calcolo machiavellico soppesato con attenzione. Facendo del Jobs Act – riforma chiave agli occhi di Bruxelles e degli investitori stranieri – un cantiere emblematico del rinnovamento del centrosinistra, Matteo Renzi vuole anche cavalcare l’onda della caduta di credibilità dei sindacati, in particolare della CGIL, considerata da molti come prigioniera del corporativismo con i suoi 3 milioni di pensionati su 5,7 milioni di iscritti (…) Come fece a suo tempo Berlusconi, Matteo Renzi tende a giocare sulla divisione tra sindacati privilegiando il dialogo con la CISL.” Se è vero che buona parte della classe media appoggia la volontà di Renzi di rompere con l’immobilismo dei sindacati, bloccati nei loro vecchi riflessi corporativi, come afferma Pierre de Gasquet in coda al suo articolo, gli ultimi scontri tra forze dell’ordine e sindacalisti mostra il “pericolo” nel voler fare economia di dialogo sociale.
Le “peculiarità” di uomo di sinistra quale dovrebbe essere Renzi vengono raccolte da Olivier Mazerolle in un’intervista fatta a Marc Lazar, direttore del dipartimento di Storia di Sciences Po a Parigi, specialista in Storia italiana e che oggi si sta occupando soprattutto della sinistra e della socialdemocrazia in Europa. In questa intervista scritta per La Provence, torna il ticket Valls-Renzi, dove si cerca di capire quante similitudini esistono ancora in questa accoppiata vista qualche mese fa come la nuova sinistra europea. Anche Mazerolle parla del braccio di ferro con i sindacati, sottolineando la differenza di approccio che hanno Hollande e Renzi nell’affrontare la questione. Il primo non vuol sentir parlare di manifestazioni, mentre il secondo non teme il confronto sulla Legge del lavoro e chiede al Prof. Lazar se Renzi riuscirà nel suo intento. “Si, lo credo”, risponde il Professore che ritiene minoritaria e poco pericolosa l’opposizione nel PD, così come quella della CGIL, sempre più “isolata e la cui manifestazione non ha raggiunto l’obbiettivo annunciato”. L’intervista si snocciola su una serie di domande riguardanti lavoro, sindacati francesi, Hollande, Partito Socialista e Valls che per ora nulla può contro di loro. Ci sono poi le nostre riforme, bloccate secondo il Prof. Lazar dall’opposizione dell’amministrazione pubblica, pletorica e spesso sclerotizzata ed inefficace. Interessante è vedere fino a che punto Renzi e Valls, che affermano lo stesso rifiuto per una sinistra nostalgica, ancorata nel passato e la stessa voglia di pragmatismo, non siano poi così vicini. Spiega Lazar che la “grande differenza sta nel fatto che Manuel Valls è cresciuto nel socialismo, Renzi no. Per questo è più portato alla concettualizzazione, mentre Renzi è esclusivamente pragmatico.”
Ma, nonostante la buona volontà, il coraggio e la perseveranza del nostro Premier come spiega Richard Heuzé nel titolo del suo articolo per Figaro, in Italia La panne de croissance se prolonge, ossia: l’economia non riparte. Scrive il giornalista francese: “L’Istat ha fatto fare all’Italia una doccia fredda rivedendo al ribasso le sue previsioni economiche. Come previsto, il PIL, quest’anno, si contrarrà dello 0,3%, marcando il terzo anno di recessione per l’Italia (…) L’Italia dipende molto dagli orientamenti che prenderanno la BCE e la Commissione di Jean Claude Junker, che promette di sbloccare 300 miliardi di euro di investimenti. Può essere un segnale di buona volontà, ma non sarà sufficiente per far ripartire la crescita.” Già Junker, oggi forse un problema visti gli stracci che sono volati nei giorni scorsi tra uno degli uomini più influenti di Bruxelles e il nostro Primo Ministro, risultato forse un po’ troppo fuori le righe in un contesto nel quale non possiamo ancora farla da padroni. E la crescita, IL problema. Simon Nixon sul Wall Street Journal del 2 Novembre ci investe di un’enorme responsabilità. In una lunga analisi dedicata al nostro Paese, terza economia dell’Eurozona e che soffre di una combinazione tossica di crescita debole e debito pubblico del 135% del PIL, Nixon sottolinea che se il programma di QE non riuscirà a salvare l’Italia, non potrà salvare l’eurozona. “Il problema sta nelle troppe PMI”, scrive il giornalista, serve “una rivoluzione culturale”.
Intanto una piccola “rivoluzione culturale” è avvenuta, con l’arrivo di Fabiola Gianotti alla Direzione del CERN e che non ama definirsi un “cervello in fuga”. Questo le fa ancora più onore. Olivier Dessibourg,L’Italienne Fabiola Gianotti choisie pour diriger le CERN dès 2016, Le Temps, 5 Novembre 2014.
In breve: Pierre de Gasquet, Matteo Renzi et la tentation di dialogue social musclé, Les Echos, 5 Novembre 2014; AFP per City A.M., Jean Claude Junker slams David Cameron and Italian PM Matteo Renzi, 4 Novembre 2014; Richard Heuzé, Italie: la panne de croissance se prolonge, Le Figaro, 3 Novembre 2014; Olivier Mazerolle, Manuel Valls et Matteo Renzi sont comparables mais…, La Provence, 2 Novembre 2014; Simon Nixon, Toxic Italy Is the Crucial Test for QE in Europe, WSJ, 2 Novembre 2014.
©Futuro Europa®