Riforma Fisco: PpI, abbassare le tasse per creare occupazione

Palazzo Madama – Il gruppo Gal-Popolari per l’Italia, alla sua seconda iniziativa pubblica dopo quella per lo stop alle “trivellazioni” previste dallo ‘Sblocca Italia’, ha presentato alla stampa ieri pomeriggio in Senato una proposta di riforma del sistema fiscale, con il contributo della Confederazione delle piccole e medie imprese (Confapi).

“Noi veneti stiamo pagando significativamente i conti di questa crisi. Nella nostra regione ci sono stati numerosi suicidi tra gli imprenditori, schiacciati da una fiscalità insostenibile, mentre la classe politica, chiusa nei palazzi, vive in condizioni ovattate”. Così ha esordito Ivan Palasgo, vicepresidente nazionale di Confapi, durante la conferenza stampa presso la Sala Nassiriya del Senato.

Nell’incontro con la stampa è stata illustrata la proposta di riforma del Sen. Mario Mauro – Presidente dei Popolari italiani per l’Italia – per permettere la creazione di nuovi posti di lavoro, diminuendo la pressione fiscale su famiglie e imprese. Con il Presidente dei Popolari per l’Italia e Ivan Palasgo c’erano il senatore Tito di Maggio del PpI, il direttore generale di Confapi Veneto Pier Orlando Roccato e il responsabile politiche fiscali ed economiche di Confapi Veneto Mauro Biolcati.

Il disegno di legge prevede una tassazione massima dei redditi da lavoro dipendente del 35%, una soglia comprensiva del 25% a carico dell’azienda e del restante 10% del lavoratore. Per quanto riguarda gli autonomi è prevista l’abolizione delle fasce di reddito presunto con una radicale semplificazione delle aliquote, ridotte solo a tre.

La prima al 15% per i redditi da 0 a 30mila euro, la seconda da 30mila a 250mila euro verrebbe fissata al 20%, mentre l’ultima, quella per i redditi superiori ai 250mila euro stabilita al 25%. Il progetto prevede anche degli incentivi agli investimenti produttivi sotto forma di sgravi fino al 50% sull’aliquota per i redditi reinvestiti nell’impresa. Sulle rendite finanziarie e sulla speculazione in borsa è fissata una tassazione al 25%. La proposta prevede anche la chiusura di Equitalia e la riorganizzazione delle esattorie.

Il capitolo sugli immobili non prevede nessuna tassa sulla prima casa, se il suo valore è inferiore ad un milione di euro, e la detassazione degli stabili ad uso produttivo.

“Defiscalizzare gli oneri contributivi che le imprese devono affrontare – ha spiegato il senatore Tito Di Maggio – permetterebbe d poter aprire nuovi posti di lavoro. Questo deve essere l’obiettivo del governo, che purtroppo continua a creare debito pubblico. Come abbiamo visto nell’operazione ’80euro’ che ha provocato nuovi debiti per 4,5 miliardi di euro. I 10 miliardi del bonus degli 80 euro proposti da Matteo Renzi si sono rivelati infruttuosi. Noi preferiamo – ha continuato Di Maggio – che quei soldi vengano usati per alleggerire la pressione fiscale sulle imprese, in modo da creare nuovi posti di lavoro. Renzi preferisce usare strategie che servano da spot per propaganda elettorale, anziché adottare strategie efficaci per rimettere in modo l’economia, da troppo tempo stagnante, di questo Paese. In un momento di crisi come quello attuale, la mossa di Renzi ha portato soltanto a un aumento di 4 miliardi e mezzo del debito pubblico”.

“Siamo convinti – ha concluso Mario Mauro – che se si procede in astratto con riforme calate dall’alto senza la partecipazione dei territori e dei rappresentanti delle categorie sociali e produttive si produce una gravissima frattura tra società e politica che la rappresenta. Attraverso queste azioni vogliamo dare voce concretamente alla società civile. Crediamo che questo non sia un fatto da poco, quando ormai sette cittadini su dieci non partecipano alle elezioni”.

©Futuro Europa®

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