Dom Pérignon approda in Laguna
Venezia – In seguito alla partnership culturale siglata tra la Fondazione Musei Civici e Dom Pérignon, lo scorso 17 ottobre è stato inaugurato lo Spazio Dom Pérignon presso Ca’ Pesaro, la Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Venezia. Due nuove sale ospiteranno “Paradossi”, un ciclo espositivo continuo, su base di tre-cinque anni di durata. Il primo di questi, fino al 18 gennaio prossimo, vede il sound artist Alberto Tadiello (Montecchio Maggiore, Vicenza, 1983) in dialogo con i teleri del “Poema della Vita Umana” ad opera di Giulio Aristide Sartorio (Roma, 1860-1932). Ma in Laguna François Pinault ha già fatto tana.
Dopo l’importante intervento strutturale di ristrutturazione del 2002, è seguito un restyling dell’impianto espositivo, a cura di Gabriella Belli, Direttore della Fondazione MUVE, con progetto di Daniela Ferretti, Direttore del Museo Fortuny, coinvolgendo le sale tradizionali e i nuovi spazi al secondo piano. Il percorso di visita nel Palazzo progettato da Baldassarre Longhena, massimo esponente dell’architettura barocca veneziana, è stato ampliato.
Saranno favoriti dialoghi inediti tra arte contemporanea emergente e la collezione permanente risalente al XIX e al XX secolo. I 2 ambienti, a lungo adibiti a magazzino, a inizio anno sono state interessate da un intervento di restauro e recupero a uso espositivo. La Sala 10 al primo piano, impiegata per oltre un decennio con focus sul presente e sugli aspetti meno noti della collezione, è stata trasferita al secondo piano; ora, invece, ospita l’allestimento “Fantasmi del Potere: Anni Trenta e Quaranta”, tra pittura e scultura, tra le ideologie e i miti dei regimi totalitari del tempo.
Dom Pérignon, marchio di champagne prodotto dall’azienda Moët et Chandon, appartenente al gruppo LVMH, capeggiato da Bernard Arnault, ha già collaborato con artisti contemporanei, come Jeff Koons e David Lynch, per l’edizione di millessimati. La Casa del Lusso ha iniziato con il brand Venezia una relazione museale ben più duratura. “Dom Pérignon” non è solo il nome di un magnate privato che fa il bene comune di Venezia e di chi la visita.
Questo è un palcoscenico unico per Dom Pérignon, che tuttavia arriva nella Città con un certo ritardo rispetto al suo avversario François Pinault. Il connazionale Pinault del gruppo PPR ha inaugurato la sua Fondazione nel 2006 per un accordo di 33 anni, con 2 sedi: Palazzo Grassi, con restauro di Tadao Ando, e Punta della Dogana. Nella Sua fondazione, espone pure una selezione della propria collezione personale, che presenta al pubblico pezzi d’arte contemporanea da museo, all’interno delle tensioni del mercato dell’arte con il valore monetario di un privato. I magnati del lusso seguono a ruota l’arte e dettano legge. La qualità del marchio è rispecchiata nella qualità delle attività collaterali ideate.
Lo slogan “The Power of Creation”, alla base delle collaborazioni artistiche già instaurate da Dom Pérignon, Ca’ Pesaro lo slogan si trasforma in ciò che Cristiano Talassi, Brand Director per l’Italia, definisce “The Power of Re-creation”. In “Paradossi: Incontri Inattesi tra Antico e Contemporaneo”, la cui curatela è affidata ad Angela Vettese, artisti nazionali e internazionali si avvicenderanno nello Spazio. Con il primo paradosso, si ha “Il Poema della Vita Umana”, ciclo pittorico realizzato in monocromo secondo la tecnica dell’encausto francese da Sartorio in occasione della VII Biennale d’Arte del 1907 (giunto al Museo nel 1909) e l’installazione sonora site specific di Tadiello. La scultura sonora resiste all’offensiva lanciata da Sartorio.
Nel “Poema della Vita Umana” figurano, in torsione umana drammatica di corpi, le allegorie della Luce, le Tenebre, l’Amore e la Morte, intramezzate da 10 pannelli verticali, le Cariatidi, che rappresentano la Grazia e l’Arte sorrette dall’energia virile, in una sintesi del mondo greco-latino e della cultura nordica, sotto il segno di D’Annunzio e Nietzsche. Di fronte agli imponenti 14 pannelli, per 240 m², è presentato il lavoro Tadiello. L’opera di Sartorio è amplificata dalla traccia audio elaborata da Tadiello, ottenuta attraverso alla sovrapposizione in loop del brano “From No Part of Me Could I Summon a Voice”, composto dal jazzista Colin Stetson; il suono irrompe da 4 casse, rifrangendo la tensione delle tele, in uno scambio serrato di forze. Le sagome delle figure tratteggiate da Sartorio paiono animate.
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