Italia delle Regioni

Questi di fine anno 2014 sono tempi di sondaggi per le città e le province: nella classifica della Qualità della vita 2014 del Sole 24Ore il primo posto sulla vivibilità nelle province italiane viene conquistato da  Ravenna.

Nell’arco di venticinque edizioni,  la classifica  del quotidiano economico ha  monitorato i progressi e i ritardi dei  territori, aggiornando continuamente gli strumenti utilizzati per misurare la vivibilità delle città. I curatori della classifica notano è il divario che caratterizza lo sviluppo del Paese: è ancora netta la divisione tra un Nord che nonostante la lunga crisi in qualche modo se la “cava” e un Sud rallentato dalle emergenze sui fronti del lavoro, delle infrastrutture e dell’ambiente. Anche quest’anno fanalino di coda è infatti una provincia del Mezzogiorno, Agrigento: una maglia nera che ha già avuto modo di indossare nel 2007 e nel 2009.

Le città più virtuose: Ravenna sostituisce Trento, vincitrice della precedente edizione soprattutto grazie alle valutazioni dei «Servizi, ambiente e salute» (ove Ravenna ha ottenuto il primo posto) : la disponibilità di asili rispetto alla potenziale utenza è il doppio della media, il tasso di emigrazione ospedaliera non raggiunge il 3% (media 9%), l’indice di smaltimento cause civili è pari a 52 (media 38). Bene fa anche nel capitolo «Affari e lavoro» (ottimo rapporto tra impieghi e depositi e alto tasso di occupazione, 67%) e nella «Popolazione» dove spicca per il miglior rapporto tra under 15 e over 64 (121 contro 87). Bocciatura però al capitolo «Ordine pubblico»: le alte incidenze di denunce di furti in casa, scippi e borseggi, rapine la relegano al 103° posto. Una situazione, questa della sicurezza, che comunque accomuna molte province del Nord e grandi aree metropolitane. Su questo fronte si prende invece una rivincita l’altra protagonista della ricerca 2014: Agrigento sui reati può sfoggiare un 29° posto, grazie al basso tasso di denunce presentate rispetto alla popolazione.

Nelle altre graduatorie di settore le posizioni più avanzate sono nel «Tenore di vita» (dove l’86° posto deriva tuttavia dal basso costo della casa) e nella «Popolazione» (90ª, grazie in particolare alla modesta incidenza di divorzi e separazioni, solo 36 ogni 10mila famiglie, contro una media di 53). Non passa i test nel «Tempo libero»(106ª sia nella graduatoria di settore sia nell’indice di sportività) , nei «Servizi» (103ª, con il verdetto peggiore nell’esame di Legambiente) e in «Affari e Lavoro» (102° gradino).

La classifica: guardando la classifica dell’edizione 2014 nel suo insieme, si osserva una top ten composta prevalentemente da realtà medie o piccole, del Nord Est, montane. E il modello emiliano -romagnolo – nonostante gli scricchiolii avvertiti con la forte astensione alle elezioni regionali di domenica scorsa – dimostra in fin dei conti di tenere, visto che altre tre province accompagnano Ravenna tra le prime dieci: Modena, Reggio Emilia e Bologna. La ricerca del Sole 24Ore ha posto, inoltre, in risalto  i buoni  risultati conseguiti  dal Centro Italia, in particolare delle province della Toscana: Siena si è posizionata al  nono posto a e Livorno al quindicesimo.

Il Mezzogiorno riesce a conquistare i primi posti della classifica solo con le province sarde (Olbia-Tempio, Sassari e Nuoro). Per il resto anche questa volta deve rassegnarsi alla parte bassa, dove prevalgono province siciliane, calabresi e pugliesi. Napoli, ultima nella scorsa edizione, guadagna il 96° posto.

Quanto alle due città maggiori, entrambe segnano progressi: Milano scala due posti e arriva ottava, Roma ne risale otto e occupa il 12° gradino. Più o meno stabili le altre, avvantaggiate da pagelle accettabili – nonostante il difficile momento congiunturale – nelle aree tematiche più riferite all’economia, ma come sempre con risultati poco soddisfacenti alla voce sicurezza.

Nell’altro sondaggio condotto da Panorama a conclusione del tour “Panorama d’Italia” in dieci città campione selezionate dal settimanale, Parma ha ottenuto il record per la qualità della vita, seguita da Verona e Verbania. Questa rilevazione conclude il  tour Panorama d’Italia, la kermesse politico-culturale, economica e gastronomica che il settimanale ha condotto in dieci città alla riscoperta di quella parte d’Italia “che non si arrende alla crisi”. Tra le dieci città toccate da ‘Panorama d’Italia’ (oltre a Parma, Verona, Verbania, Brescia, Viterbo, Ancona, Lecce, Salerno, Catania e Reggio Calabria), il sondaggio attribuisce alla città emiliana il record di qualità della vita, in base all’opinione del 29,9% degli intervistati.

La seconda classificata tra le città considerate è Verona, con il 28,5%, la terza Verbania con il 13,3%, al quarto posto si è classificata  Brescia con il 12,3%. Seguono Ancona con il 4,9%, Lecce con il 4,7%, Salerno con il 2,8%, Viterbo con il 2,2%, Catania con lo 0,8%, Reggio Calabria con lo 0,6%.     Alla domanda su dove preferirebbero trasferirsi, gli intervistati hanno quindi indicato prima Parma (per l’appunto con il 25,8%), poi Verona con il 20,2%, quindi Verbania con il 9,9%. Tra i motivi che hanno fatto prevalere Parma ci sono le opportunità di lavoro, che rappresentano il 33%, l’ambiente e il territorio il 29%, le opportunità per i giovani il 13,6%.

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