Superiamo l’assuefazione
Siamo ormai alla vigilia della fine di un tempestoso 2014, caratterizzato da un pericolo crescente per la stessa vita della nostra Repubblica Democratica: l’assuefazione.
Basta incontrare gli amici, girare per la città, per vedere volti intristiti, incapaci di emanare lampi di reazione a una situazione sempre più difficile da vivere. Del resto, come non comprendere questo stato d’animo? Negozi chiusi, anche nel periodo di festività natalizie da sempre caratterizzate da folle di persone interessate a scegliere un regalo per i propri cari da porre sotto il luminoso albero natalizio tradizionalmente addobbato in casa; telegiornali, dibattiti televisivi, articoli di stampa che raccontano da un lato l’esasperazione di chi non arriva a fine mese o non ha più un’occupazione, dall’altro ruberie di ogni genere in qualsiasi parte del Paese come se fosse ormai un dato acquisito di ordinaria amministrazione; la riscoperta di un ruolo sovraesposto della magistratura come unica realtà istituzionale in grado di combattere l’illegalità, addirittura facendo assumere ad alcuni suoi esponenti ruoli assessorili in realtà amministrative come Roma Capitale; il susseguirsi di forze politiche con leader populisti autoreferenziali e mediatici, ieri Grillo, poi Renzi, ora Salvini, che lanciano solo slogan che colpiscono la pancia degli elettori, ma privi di effetti concreti e positivi sull’aumento del debito pubblico, sulla contrazione del potere di acquisto dei salari, eccetera.
Di fronte a questo stato di cose che certamente non promette nulla di buono per l’Italia, tant’è che aziende e negozi continuano a chiudere per mancanza di investimenti o di credito, l’unica cosa da fare è sperare che prima o poi ci sia un sussulto d’orgoglio collettivo che faccia riacquistare a tutti quel ruolo da protagonista che spetta a ogni cittadino. Questo comporta una capacità di scelte politiche e di uomini in grado di rappresentare al meglio le istituzioni, frutto di partecipazione e approfondimento. L’astensione è il peggiore dei mali in termini di reazione. Il prossimo anno, il 2015, sarà un banco di prova decisivo per il nostro Paese. Attrezziamoci per non perdere questa occasione di riscatto morale e sociale che ci si presenta.
Facciamolo ognuno di noi nel nostro piccolo, facciamolo tutti insieme. Noi Popolari per l’Italia di Mario Mauro ce la stiamo mettendo tutta sui singoli territori senza mezzi economici, senza l’utilizzo di mass media, in un impegno “corpo a corpo” con l’ambizione e la volontà di proporre qualcosa di diverso. Non resta che augurarci di avere consensi adeguati per incidere sulle scelte politiche e amministrative che riguardano il bene comune. Buon anno a tutti!
©Futuro Europa®
[NdR – L’autore dell’articolo è Vicepresidente nazionale dei Popolari per l’Italia]