Un 19bis in attesa di disgelo

E’ stato il premier Matteo Renzi ha scrivere l’articolo 19bis nel decreto attuativo della delega fiscale. La norma che ormai tutti conoscono come il Salva-Berlusconi è stata messa nero su bianco proprio dal presidente del Consiglio che lo ha ribadito ospite a Otto e Mezzo, su La7. Un codicillo che ha scatenato feroci polemiche e accuse d’inciucio legate al Patto del Nazareno. Tanto clamore, troppo. Tanto che Renzi ha annunciato che il testo tornerà in Consiglio dei Ministri per essere rivisto.

L’articolo della discordia, il 19bis appunto, prevede l’esclusione della punibilità “quando l’importo delle imposte sui redditi evase non è superiore al 3 per cento del reddito imponibile dichiarato”. Una norma che, a detta dei giuristi, farebbe comodo all’ex Cav che potrebbe addirittura ricandidarsi in quanto condannato per una frode fiscale di 7 milioni di euro, pari a meno del 2 per cento dell’imponibile di Mediaset. Se il decreto fiscale fosse approvato senza modifiche, Silvio Berlusconi potrebbe chiedere la cancellazione della condanna e degli effetti della legge Severino, ossia si annullerebbero i sei anni di esclusione dai pubblici uffici. “Ci fermiamo, non c’è inciucio – ha detto Renzi – e se qualcuno immagina che in questo provvedimento ci sia non si sa quale scambio, non c’è problema: ci fermiamo”.

Tutto rimandato, quindi, a fine febbraio quando il Parlamento avrà già eletto il nuovo inquilino del Quirinale. Tornando al decreto, tanto per fare un paragone, l’eventuale soglia “di tollerabilità” del 3 per cento che eviterebbe un procedimento penale è molto più bassa dei 10 punti percentuali attualmente in vigore in Francia. La faccenda è diventata, come al solito, una bagarre politica per il coinvolgimento del leader di Forza Italia e pazienza se tornasse utile a qualche cittadino. Ad ogni modo, chi dovesse evadere per una soglia che non supera il 3 per cento, “pagherà il doppio”, ha assicurato Renzi, “non la farà franca. Bisogna partire dal presupposto che uno non lo faccia con l’idea di frodare ma che sia un errore”.

Nei giorni scorsi, comunque, l’annuncio di stop non ha placato l’opposizione. Gli attacchi più accesi sono stati quelli del Movimento 5Stelle ma anche della Lega. Silvio Berlusconi non ha commentato ufficialmente la vicenda, ma chi gli è vicino riferisce che l’ex premier si dice sorpreso di essere tirato in ballo per una norma che, ovviamente, non riguarderebbe solo lui. “Se si ritira un provvedimento per il sospetto che aiuti Berlusconi anche se aiuta i cittadini, allora l’Italia è un Paese destinato a non cambiare mai”, ha commentato, con un pizzico di polemica, Giovanni Toti.

Prima c’è da pensare al nuovo presidente della Repubblica, dopo ci sarà tempo per tornare a discutere di fisco. La speranza di Matteo Renzi è che la strada per il Colle non sia accidentata. Solo così sarà più facile rivedere la norma Salva-Silvio senza troppa fatica.

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