Governo Tsipras alla prova dei fatti

I Greci scelgono Tsipras e la sinistra italiana, la cui malattia infantile (parafrasando Lenin) è l’esotismo, è già in fregola profetizzando cambi di rotta e rivoluzioni.

La Grecia sta vivendo la crisi in modo più profondo (e probabilmente anticipata) rispetto ad altri paesi Europei e così è destinata ad essere un interessante laboratorio politico e potrà dare risposta ad alcune domande che non possiamo fare a meno di farci. Ad esempio scopriremo di quali margini di manovra dispone un governo nazionale in questa Europa, in questo Occidente. Oppure: sarà in grado un governo teoricamente molto di sinistra di imprimere quei cambiamenti economici e sociali che ha promesso e sulla base dei quali ha vinto le elezioni? C’è da dubitarne.

Ovviamente Tsipras potrà (e dovrà) realizzare un programma più socialmente avanzato rispetto i precedenti governi moderati: non solo perché lo chiedono i greci, ma perché probabilmente anche i mercati saranno disposti ad accettare cambiamenti e novità visto che le altre ricette tentate fino ad ora hanno miseramente fallito. La promessa di uscire dall’Euro? Ci permettiamo di escludere che possa essere mantenuta. L’Europa deve impedire di creare un precedente che potrebbe avere conseguenze imprevedibili ed il governo Greco non sembra dotato della determinazione e della autorità politica sufficiente per intentare questa insidiosissima strada.

Quali saranno prevedibilmente le riforme ed i risultati di questo governo così di “sinistra”? Necessariamente verranno tentati, almeno per bloccare il pericoloso dissenso montante,  interventi sociali atti a bloccare la povertà dilagante e l’endemica disoccupazione; facilmente utilizzando ammortizzatori sociali piuttosto che mirando ad una vera ricrescita economica (almeno per questioni di tempo). Nulla che possa essere davvero radicale: per non spaventare i mercati e perché il governo Greco non potrà che procedere con i piedi di piombo sapendo di essere, per qualche mese “sorvegliato speciale”.

Assisteremo probabilmente e tristemente a quelle riforme “di contorno”, tipicamente di sinistra utili per placare i segmenti più ideologizzati del proprio elettorato: qualcosa riguardo un blocco dei licenziamenti dei dipendenti statali ad esempio, o questioni di costume che, nella migliore delle ipotesi, sono al momento economicamente non rilevanti.

E le conseguenze? A breve non è implausibile un leggero miglioramento della condizione greca, per diverse ragioni, ma probabilmente tutte lontane e indipendenti dai provvedimenti in sé. Tsipras dovrà essere in parte tutelato dall’Europa e dall’Occidente in generale perché è chiaro a tutti che, dal punto di vista elettorale, dovesse crollare l’estrema sinistra il popolo greco potrebbe decidere di dare una possibilità alla destra radicale di “Alba Dorata”. Ragione per cui il neo governo godrà di un certo capitale politico che si tradurrà in un allentamento della pressione esterna e, di riflesso, in una appena percettibile crescita greca.

Trattandosi tuttavia non di una crescita basata su valori economici, ma su equilibri politici le previsioni rimangono fosche. La Grecia si trova ad affrontare una crisi che investe tutta l’Europa e che non ha le leve, né economiche, né politiche, per affrontare; pertanto non è onesto aspettarsi per il popolo greco, nulla di radicalmente diverso in termini di risultati, da quello che, purtroppo abbiamo visto fino ad ora.

©Futuro Europa®

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Un Commento

  • L’ultima illusione della sinistra italiana durerà poco, la Grecia non è la Russia che in virtù delle sue immense risorse ci sono voluti 70 anni per arrivare al disastro, ai greci pochi anni bastano ed avanzano.

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