Rassegna stampa estera

La “marcia” di Matteo Salvini su Roma e la potenziale, e più preoccupante, minaccia di marcia dell’Isis sulla capitale. Questi gli argomenti che abbiamo trovato analizzando ciò che era stato scritto sull’Italia dai media internazionali. Molto interessante l’analisi di Thomas Friedman sull’Isis come affrontarlo.

Si è parlato moltissimo della manifestazione di Sabato scorso organizzata a Roma dalla Lega Nord. Anne le Nir per RFI titola il suo pezzo Extrème droite: quand la Ligue du Nord renai de ses cendres. Niente di più esplicito sul suo posizionamento da parte dei media stranieri. Scrive ancora la Le Nir: “Di fronte a migliaia di manifestanti riuniti a Piazza del Popolo nel centro di Roma, Matteo Salvini fustiga il Governo Renzi, l’euro, l’Europa. Il suo movimento anti-immigrati negli ultimi mesi non ha smesso di crescere. Matteo Salvini è oggi il secondo uomo politico più popolare in Italia  dopo Matteo Renzi. Sulla piazza, gli slogan anti Renzi dei militanti si sono distinti per la loro volgarità. Ma complessivamente, qualcuno potrebbe definire l’atmosfera serena, nella misura in cui nessun incidente ha intaccato il trionfo di Matteo Salvini”. La giornalista francese sottolinea l’importanza di questo evento la cui portata non  va “sottovalutata” per la “nascita dell’alleanza tra la Lega Nord di Salvini e altri movimenti italiani. Uno di questi, Fratelli d’Italia, è molto a destra. L’altro, Casa Pound, viene definito dai politologi neofascista.” L’articolo si conclude con le parole entusiastiche di Borghezio nei confronti di Marine Le Pen, che la definisce “un esempio” e che parla di Salvini come “leader di domani”.

Anche l’americana Barbie Latza Nadeau si sofferma a lungo nella descrizione di Salvini, la sua provenienza, i suoi obbiettivi, il confronto con Renzi. Il titolo del suo articolo può apparire ironico, Meet the Most Dangerous Man in Italy, se si pensa alle fattezze fisiche del leader della Lega. Ma la sua approfondita analisi sviscera tutto quello che Salvini rappresenta, comprese le zone “grigie” del suo pensiero politico. Anche la Latza Nadeau non lesina le parole sull’area politica coperta da Salvini e dalla Lega. “Nessuno si è perso il messaggio di Salvini, il leader della xenofoba italiana Lega Nord, appena indossata una maglietta nera sopra alla sua camicia botton down bianca e ha affrontato la grande folla che si era riunita a Piazza del Popolo Sabato, chiedendo la destituzione del Primo  Ministro Matteo Renzi durante una delle più viscerali dimostrazioni anti governative e anti europeiste che la capitale abbia vissuto negli ultimi anni. La piazza era piena di seguaci, molti dei quali del gruppo di estrema destra Casa Pound, che è stato paragonato al greco Alba Dorata. Qualcuno sventolava la bandiera russa, altri cartelli con la foto in bianco e nero del dittatore fascista preferito dagli italiani, Benito Mussolini, le cui Camicie Nere hanno dimostrato essere la forza politica più influente della storia italiana”. Non ci risparmia niente la giornalista americana! Passa poi ad una descrizione di Salvini, caratteriale e fisica, il paragone con Renzi, la grande differenza del loro fare politica. Racconta come Salvini si sia fatto le ossa nel suo movimento prima di arrivare ad esserne il leader, e come invece Renzi sia arrivato al Governo attraverso  la quintessenza del gioco di potere tutto iltaliano… Puntualizza poi che “affinché non vi sia nessun dubbio riguardo a ciò che Salvini rappresenta, si precisa che il suo ospite d’onore alla manifestazione doveva essere Marine Le Pen, a capo del francese Front National”. Sappiamo che ha mandato un messaggio videoregistrato, ciò non toglie che sono stati riportate dalla Nadeau  le parole entusiastiche della leader francese nei confronti si Matteo Salvini, “uomo estremamente coraggioso, che sarebbe un ottimo Primo Ministro”. Importante parte dell’articolo è la spiegazione del successo della Lega, soprattutto della Lega di Salvini che ha saputo smussare le radici separatiste e puntare sugli argomenti caldi che toccano gli italiani: immigrazione e austerità, argomento questo che ha fatto “vincere Tsipras in Grecia” scrive la Latza Nadeau. Realisticamente in conclusione della sua lunga analisi, la giornalista afferma che “essendo i politici italiani quello che sono, a volte contendenti di primo piano scompaiono dal centro della scena politica nel giro di una notte. Il vero test sulla resistenza di Salvini arriverà con le elezioni regionali di Maggio.”

Winston Ross su Newsweek descrive in un lungo articolo la nuova crociata dell’Isis: l’Italia. Se all’inizio Roma ha risposto alle prime minacce dell’Isis con un’alzata di spalle (si veda per esempio la reazione del Vaticano che ha definito “nulla di grave” l’episodio dello scorso Agosto quando è stato preso di mira Papa Francesco da parte del gruppo jihadista), oggi il Governo sta prendendo la minaccia del califfato molto più sul serio, “e forse non a caso” scrive Ross. Il giornalista riporta la pubblicazione da parte della rivista dell’Isis Dabiq dell’articolo The Crusade Failed , della foto che mostra una bandiera nera sventolare sopra Piazza San Pietro e la diffusione del video della decapitazione dei 21 cristiani copti egiziani sulla spiaggia libica che si conclude con la minaccia del tagliagole di “conquistare Roma, con il permesso di Allah”, per finire con la serie di tweet che ha invaso il social media. “Nel corso degli ultimi mesi le autorità italiane si sono affrettate a preparare un piano nel caso queste minacce siano reali”, scrive Winston Ross e precisa “gli esperti di sicurezza e le fonti dei Servizi italiani hanno detto a Newsweek che Roma è preoccupata che l’Isis si sia recentemente infiltrata nel Paese. Non solo sospettano che decine di jihadisti che hanno combattuto in Iraq e Siria abbiano fatto ritorno a casa, ma temono che i terroristi possano nascondersi tra le migliaia di persone che arrivano dalla Libia dilaniata dalla guerra.” E’ proprio la Libia oggi al cuore del dibattito, come prova il viaggio del Premier il Russia. La Libia sembra essere il bandolo della matassa come afferma Sabrina Magris, presidente della International University School of  Rome and Florence, che forma in controterrorismo  e trattative per il rilascio di ostaggi governi di tutto il mondo. Intervistata da Ross dice che “il Governo italiano non sta più ridendo (…) i funzionari italiani sono sempre più preoccupati per la situazione post-Gheddafi (…) Un numero crescente di milizie libiche hanno proclamato la loro fedeltà all’Isis negli ultimi mesi: in risposta, le agenzie di intelligence italiane hanno aumentato la sorveglianza  online di presunti sostenitori del Califfato.” Ma se è fondamentale controllare l’immigrazione clandestina e trovare una soluzione ai migranti che arrivano dalle coste libiche, ancora più importante è il controllo di chi entra con le carte in regola. Dice una fonte dei Servizi, “perché i terroristi dovrebbero rischiare la loro vita quando possono entrare in modo tradizionale senza rischi?” Il problema in Italia è il “dilemma vissuto dai politici italiani”, scrive Winston Ross riportando le parole del Prof. Marco Lombardi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. “Per evitare di offendere chi a sinistra appoggia rifugiati e migranti e per evitare di innervosire gli islamofobi a destra, i politici italiani sono forse troppo ‘attenti’ quando si parla di Isis”. Questo è il grande rischio per l’Italia: la mancanza di una strategia più dura.

Non possiamo non citare la controanalisi dell’editorialista del New York Times, Thomas Friedman, apparsa su The Bulletin dell’Oregon. Friedman parte dalle minacce apparse su Twitter e alla risposta ironica degli italiani a questi hasthag di sfida.  Il giornalista però afferma che “se i metodi sanguinari dell’Isis non sono uno scherzo, la presa in giro da parte degli italiani è qui perfettamente adeguata. Mentre discutiamo strenuamente sul rapporto Isis-Islam, dimentichiamo una semplice verità su molte delle persone attratte da questi gruppi. E’ la verità pronunciata da Ruslan Tsarni alla CNN dopo che i suoi due nipoti, Dzochar e Tamerlan Carnaev sono stati accusati dell’attentato alla maratona di Boston. Erano solo due ‘perdenti’, ha detto, che mal sopportavano quelli che avevano fatto meglio di loro e hanno riversato tutto il loro rancore in un’ideologia. ‘Niente di più, niente a che vedere con la religione, con l’Islam, è una frode, un falso’. C’è molta verità in questo. L’Isis è composta da tre fazioni diverse, e questo è importante da capire prima che ci inoltriamo in un’altra guerra in Irqk e Siria. La prima comprende volontari stranieri (…) molti di questi sono perdenti, avventurieri, disadattati (…) La seconda, la sua spina dorsale, è formata da ex ufficiali baatisti sunniti e sunniti iracheni locali, che, insieme ad altri tribù sostengono passivamente l’Isis (…) La terza fazione è quella dei veri ideologi, capeggiati da al-Baghdadi. Essi hanno la loro apocalittica versione dell’Islam creando un ‘mix tossico’ nel Mondo Arabo e in Pakistan (…) Per distruggere l’Isis e far si che non ne rinasca un’altra bisogna: eliminare la leadership (…) arruolare musulmani che discreditino le versioni estremiste dell’Islam (…) arginare l’ingiustizia, il settarismo, la corruzione e il fallimento dilagante nel Mondo Arabo e Pakistan (…) dare ai sunniti dell’Iraq una loro autonomia regionale e condividere i benefits del petrolio, così come è stato fatto per i Curdi. Lo so: sembra impossibile. Ma il problema è molto profondo e questa sembra essere l’unica strada per un Islam moderato, nonché impedire che un numero sempre crescente di giovani donne e uomini cerchino dignità nel posto sbagliato.” Bellissima analisi, perché non crederci?

Anne Le Nir, Extreme Droite italienne: quand la Ligue Nord renait de ses cendres, RFI, 1 Marzo 2015; Barbie Latza Nadeau, Meet the Most Dangerous Man in Italy, The Daily Beast, 2 Marzo 2015; Winston Ross, Isis’s Next Crusade: Italy, Newsweek, 28 Febbraio 2015; Thomson Friedman, Isis heads Rome, The Bulletin, 1 Marzo 2015.

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