Quarantacinque giorni da Presidente
È passato un mese e mezzo da quando Sergio Mattarella è stato eletto Presidente della Repubblica e il nuovo inquilino del Quirinale si è già distinto per la sua sobrietà istituzionale e forse la sua minore ingerenza nel Governo.
Di certo i tempi sono diversi da quando l’ex Presidente Napolitano dovette prendere in mano la situazione per traghettare il paese fuori dall’impasse in cui, al termine del suo primo mandato, si è trovato. Per Mattarella l’impegno sembra decisamente inferiore. Le prime uscite del Presidente hanno avuto eco mediatico, più che per il contenuto, per le modalità di “trasporto” (aereo di linea, la panda grigia e il tram).
Sicuramente Renzi, nel suo ambizioso progetto, ha cercato una figura che si facesse da garante costituzionale, ma che, a differenza di “ Re Giorgio”, non si ponesse così al centro dell’attività politica. E in effetti Mattarella sembra essersi indirizzato su questa strada. Subito però il Presidente si è concentrato sul rapporto con il suo omonimo tedesco, inserendosi sul tracciato già segnato da Napolitano per coltivare i rapporti non sempre facili con i cultori del rigore europeo.
Pochi invece gli interventi sulla politica interna e piuttosto criticati, come la firma dei decreti attuativi del jobs act. Varie sono state le perplessità espresse al Presidente, anche sulla legittimità di tali atti, che però non hanno causato ripercussioni sulle decisioni del Quirinale. Tra gli opinionisti comincia a serpeggiare qualche dubbio sulla totale autonomia del Colle. Di certo la scuola politica del Presidente richiama un certo stile legato alla poca comunicatività pubblica primorepubblicana che rischia di essere interpretata come incapacità decisionale.
La volontà di Mattarella si è però mostrata più decisa verso i progetti di riforma della Rai, che al Presidente proprio non sembra andare giù. È probabile che anche le prossime riforme costituzionali ed elettorale saranno oggetto di grande attenzione da parte del Quirinale. Il pregio/difetto della nuova Presidenza è quella di aver riportato sulla scena politica un modus operandi abbandonato con la nascita della Seconda repubblica, che fa discutere, ma permette di lavarsi i panni sporchi in casa propria evitando la gogna mediatica pubblica.
Sicuramente il mandato di Mattarella non è cominciato con il turbo, ma i provvedimenti che davvero cambieranno le regole di gioco devono essere ancora discussi ed è probabile che solo entrando nel vivo dei disegni di legge la Presidenza farà sentire la propria presenza. L’ esperienza come giudice Costituzionale influirà significativamente sulle decisioni future del Quirinale che sicuramente non rimarrà passivo alla vita politica nazionale.
Cambia presidente e metodo ma, visti i precedenti e le attenzioni internazionali che sempre interessano il nostro Paese, siamo sicuri che Mattarella non verrà affatto ricordato, come alcuni sostengono, un Presidente ombra.