Comunicazione in Italia, il Rapporto CENSIS
E’ stato presentato a Roma il 12° Rapporto Censis sulla comunicazione in Italia, che fa il bilancio della “grande trasformazione” dei media, in corso nel nostro Paese, dell’ultimo decennio, promosso da Mediaset, Rai e Telecom Italia. Il rapporto dimostra che gli italiani stanno diventando un popolo sempre più digitale.
Navigano su internet il 71% degli italiani, ma solo il 5,2% con banda ultralarga. Esiste una forte discrepanza tra l’uso delle nuove tecnologie tra giovani ed anziani. Tra i giovani la quota di utenti della rete arriva al 91,9%, mentre è ferma al 27,8% tra gli anziani.
Dal Rapporto emerge che le prime cinque fonti di informazione usate dagli italiani sono: i telegiornali -utilizzati dal 76,5% per informarsi, i giornali radio: 52%, i motori di ricerca su internet come Google: 51,4%, le “Tv all news”: 50,9% e Facebook: 43,7%. Ma tra i più giovani la gerarchia delle fonti cambia: al primo posto si colloca Facebook come strumento per informarsi (71,1%), al secondo posto Google (68,7%) e solo al terzo posto compaiono i telegiornali (68,5%), con YouTube che non si posiziona a una grande distanza (53,6%) e comunque viene prima dei giornali radio (48,8%), tallonati a loro volta dalle app per smartphone (46,8%). Tra gli under 30 è boom di smartphone: 85,7% e tablet: 36,6%. L’home banking ha visto una crescita dei suoi utilizzatori: 46,2%.
Fa acquisti sul web ormai il 43,5% degli utenti di internet, ovvero 15 milioni di italiani. Sbrigare pratiche con uffici pubblici è invece un’attività ancora limitata al 17,1% degli utilizzatori. Continua la forte diffusione dei social network. È iscritto a Facebook il 50,3% dell’intera popolazione (il 77,4% dei giovani under 30), YouTube raggiunge il 42% di utenti (il 72,5% tra i giovani) e il 10,1% degli italiani usa Twitter. Questi sono i principali dati del 12° Rapporto Censis sulla comunicazione promosso da Mediaset, Rai e Telecom Italia,che è stato presentato a Roma presso la Sala Zuccari del Senato.
Gli utenti si servono sempre di più di piattaforme telematiche e di provider che li mettono a diretto contatto con i servizi di loro interesse, evitando l’intermediazione di altri soggetti. Si sta sviluppando così una economia della “disintermediazione digitale”, che sposta la creazione di valore da filiere produttive e occupazionali tradizionali in nuovi ambiti. Negli anni della crisi la diminuzione delle disponibilità finanziarie ha costretto gli italiani a tagliare su tutto. Ma non sui media digitali connessi in rete, perché grazie ad essi hanno aumentato il loro potere individuale di disintermediazione, che ha comportato un risparmio netto finale nel bilancio familiare. Usare internet per informarsi, per acquistare prodotti e servizi, per prenotare viaggi e vacanze, per guardare film o seguire partite di calcio, per svolgere operazioni bancarie o entrare in contatto con le amministrazioni pubbliche, ha significato spendere meno soldi e sprecare meno tempo.
La tv conserva il suo primato sui restanti media, con una percentuale di utilizzatori che coincide con la quasi totalità della popolazione: il 96,7%, si sta assistendo all’ampliamento degli utilizzatori delle nuove televisioni: la web Tv è arrivata ad un’utenza del 23,7%, la mobile tv all’11,6%, mentre le tv satellitari si attestano a una utenza complessiva del 42,4% e ormai il 10% degli italiani usa la smart tv connessa in rete. Sul web si cercano informazioni, si fanno acquisti, si sbrigano pratiche. L’uso degli smartphone continua ad aumentare vertiginosamente: +12,9%, mentre i tablet oggi si trovano tra le mani di più di un quarto degli italiani:il 26,6%.
Continua a diminuire il numero di italiani che si dedicano alla lettura. Si ha un’ulteriore flessione di coloro che leggono i quotidiani di carta stampata: -1,6% sono i lettori dei quotidiani rispetto al 2013, tengono i settimanali e i mensili, mentre sono in crescita i contatti dei quotidiani online (+2,6%) e degli altri portali web di informazione (+4,9%). Ugualmente diminuiscono i lettori di libri: -0,7%, gli italiani che ne hanno letto almeno uno nell’ultimo anno sono solo il 51,4% del totale, e gli e-book contano su una utenza ancora limitata all’8,9% della popolazione (+3,7%). Al contrario di quanto avveniva per gli utenti di internet e gli utilizzatori dei nuovi strumenti tecnologici: l’utenza giovanile dei quotidiani è molto scarsa:il 27,5%, ampiamente inferiore a quella degli ultrasessantacinquenni: il 54,3%.