Potito Salatto (Ppi): l’Italicum e la democrazia autoritaria di Renzi

In questi giorni si stanno definendo le consultazioni riguardo alla votazione finale della nuova legge elettorale, prevista per la prossima settimana. Abbiamo intervistato l’On. Potito Salatto – Vicepresidente dei Popolari per l’Italia e Membro del Bureau PPE a Bruxelles ma anche editorialista del nostro giornale – per raccogliere il suo parere sulle conseguenze che l’Italicum potrebbe avere in merito alla rappresentanza democratica in Parlamento.

Quali lacune ed errori ritiene siano presenti nella struttura dell’Italicum?

La più evidente è quella dei 100 capilista bloccati che ripropongono il tema dei deputati nominati. Sono liste ad alta percentuale di consenso e potranno fare eleggere gli altri candidati con le preferenze. Per non parlare poi del premio di maggioranza alla lista e non alla coalizione che produrrà solo ulteriori divaricazioni tra le forze politiche. Ultimo argomento è quello del premio di maggioranza. Il nostro presidente Mario Mauro, da noi sollecitato, aveva presentato un emendamento alla legge che prevedeva questa possibilità solo se avesse votato il 50,1 per cento degli elettori aventi diritto. Questo per evitare che con un virtuoso 40 per cento, corrispondente a un reale 25 per cento, qualcuno potesse prendersi la maggioranza del Parlamento. L’emendamento, ovviamente, è stato bocciato.

Renzi ha dichiarato che verrà posta la fiducia sulla legge elettorale, con quattro votazioni in Parlamento. Se non passerà l’Italicum, ha annunciato le sue dimissioni. Come considera tale presa di posizione?

La minaccia di elezioni anticipate è una pistola ad acqua. Il presidente Mattarella non ha alcuna intenzione di sciogliere il Parlamento. Se così non fosse, votare con il ‘consultellum’ (proporzionale con preferenze) previsto dalla Corte Costituzionale sarebbe la cosa più seria per un Paese democratico.

Con la sostituzione da parte del PD di dieci suoi esponenti in Commissione Affari Costituzionali, insieme all’Aventino delle opposizioni, sembra che la maggioranza di Renzi si voterà da sola il testo dell’Italicum. Qual è la sua posizione a riguardo?

L’Aventino è una protesta certamente forte dal punto di visto mediatico. L’effetto però sarebbe disastroso perché abbasserebbe il quorum per l’approvazione della proposta di legge elettorale. E Renzi, cinicamente e senza alcuna esitazione, avrebbe raggiunto il suo risultato dell’uomo solo al comando.

In questi giorni Mario Mauro ha dichiarato che il centrodestra è disposto a riconsiderare le alleanze in vista delle Regionali, se si voterà compatti contro l’Italicum. Il Paese sta vivendo una forte urgenza democratica, mentre quella di Renzi sembra essere “la democrazia degli amici miei”. E’ d’accordo?

Intanto quella di Renzi vuole essere una democrazia autoritaria tutta sua. Non credo abbia amici veri, visto il suo carattere arrogante e rottamatore. Ha ragione Mauro nel richiamare alle proprie responsabilità tutti coloro che, inseriti nel PPE, si adoperano solo a essere i servi silenziosi di Renzi pur di mantenere posizioni di potere e nell’ottica di una loro attiva partecipazione nel partito della nazione previsto dall’ex sindaco di Firenze.

Nel corso dei decenni abbiamo visto succedersi sistemi elettorali diversi: il proporzionale puro, il Mattarellum, il Porcellum e adesso l’Italicum. Stiamo andando finora nella direzione sbagliata? Quali strade alternative si potranno percorrere, se non passasse queste legge elettorale?

Questi continui cambi di leggi elettorali certo non giovano alla credibilità del nostro Paese nel contesto internazionale e in particolare in Europa. Sembriamo essere come i Paesi governati da fittizie democrazie, dove chi raggiunge il potere cambia la Costituzione per rimanervi più a lungo. Le alternative dunque sono due: o si accettano le modifiche proposte da più parti con umiltà e senso di responsabilità, oppure si va a votare con la legge proposta dalla Corte Costituzionale. Tertium non datur.

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