Marina Militare e WWF insieme a tutela del mare
Roma – Al Circolo Ufficiali della Marina Militare italiana è stato firmato un accordo tra il WWF Italia e la Marina Militare, dal presidente del WWF Italia, Donatella Bianchi e dal capo di Stato Maggiore della Marina Militare, Ammiraglio di Squadra Giuseppe De Giorgi. Presente il fondatore e presidente onorario di WWF Fulco Pratesi.
Di durata triennale prevede azioni di sensibilizzazione, salvaguardia e valorizzazione dell’ambiente marino attraverso la realizzazione di campagne informative indirizzate ai cittadini, alle aziende e alle istituzioni, l’avvio di progetti di ricerca scientifica e monitoraggi dell’ambiente marino. Obiettivo finale è quello di diffondere il valore ambientale, culturale ed economico di un “Mare” di qualità, protetto e rispettato. La tutela del Mediterraneo non può prescindere da una conoscenza approfondita dei problemi del mare e da una divulgazione di valore delle conoscenze acquisite: se il Mediterraneo è conosciuto diventa un valore e quindi c’è la volontà di proteggerlo.
“In circa 50 anni di azione il Wwf, insieme a tante realtà impegnate per la tutela del mare, è stato realizzato un sistema di aree marine protette, è stato scongiurato il collasso del tonno rosso, sono stati sensibilizzati i cittadini a un consumo sostenibile di pesce e risorse ittiche. Ma le sfide aperte sono ancora tante, dalla pesca illegale, allo spettro delle trivelle, alle microplastiche che minacciano tanto la salute del mare quanto gli equilibri, anche sociali ed economici, che da essa dipendono”, ha dichiarato Donatella Bianchi, presidente del Wwf Italia, sottolineando che “solo con forti alleati, a tutti i livelli della società, potremo davvero ottenere un Mediterraneo di Qualità”.
Questo, del resto, è quello che ci chiede l’Unione Europea e i vari Paesi membri hanno deciso di realizzare. La UE con “Horizon 2020”, il nuovo Programma Quadro europeo per la Ricerca e l’Innovazione, che iniziato nel 2014 si concluderà nel 2020, ha identificato nella Tutela dell’Ambiente, le azione sul clima ed efficienza delle risorse e materie prime: “La Societal Challenge 5 – SC5 – Climate Action, Environment, Resource Efficiency and Raw Materials” uno dei suoi tre pilastri fondamentali da cui deriva la linea d’azione di ricerca sulla protezione dell’ambiente, che vuole arrivare ad assicurare in tutto il mondo la gestione sostenibile delle risorse naturali, dell’acqua, della biodiversità, dell’ecosistema. La priorità strategica di “Europa 2020”: “Social Challenge 5” affronta una delle principali preoccupazioni condivise dai cittadini europei e delle altre Nazioni, garantendo l’approvvigionamento sostenibile delle materie prime non energetiche e non agricole. Si vuole avviare una transizione verso un tipo di economia ed una società verdi con l’eco innovazione, che tuttavia continui ad essere competitiva. Sviluppare un sistema informativo e di monitoraggio dell’ambiente che sia sostenibile e globale. In una parola proteggere l’ecosistema mondiale, ottimizzando l’uso delle risorse disponibili in modo più efficiente.
Disciplinare l’uso delle risorse e l’impatto ambientale, e aumentare contemporaneamente la competitività, richiederà una transizione decisiva verso un’economia basata su un rapporto sostenibile tra natura e benessere umano, privilegiando soluzioni innovative che coinvolgono la scienza, la tecnologia (incluse le ICT), economia, società, politica e governante.
Tutto questo sulla scia della “Direttiva Quadro sulla Strategia Marina” della UE, entrata in vigore nel 2008 e recepita nella Legislazione Nazionale nel 2010. “Direttiva Marine” che vuole proteggere in modo efficace l’ambiente marino in tutta Europa. La prima fase di attuazione della direttiva quadro sulla strategia marina si è conclusa recentemente. E’ stata presentata dalla Commissione Europea al Consiglio e al Parlamento Europeo una “Relazione”, in cui sono stati raccolti e analizzati una serie di dati che hanno portato a definire lo stato dei propri mari dai vari Stati Membri iniziale e a determinare le condizioni di quello che può essere definito “un buon stato ecologico” (GES) delle proprie acque marine, stabilendo una serie di obiettivi: criteri ed indicatori dettagliati per agevolare gli Stati Membri ad attuare la direttiva Marine e per arrivare nel 2020 a raggiungere il “GES” delle acque marine UE, non solo per la tutela ambientale dell’ecosistema mondiale della acque, ma per proteggere, anche, le “risorse marine” che sono alla base della attività economiche e sociali che da questo dipendono. Con questa direttiva si definisce e regolamenta, in definitiva, in un quadro legislativo, l’approccio eco-sistemico della gestione di tutte quelle attività che hanno un impatto sull’ambiente marino, integrando la protezione e tutela dell’ambiente con “l’uso sostenibile” delle sue risorse.