Eutanasia di un amore (Film, 1979)
Enrico Maria Salerno prova a bissare il successo di Anonimo veneziano (1970), sceneggiando un buon romanzo di Giorgio Saviane (che collabora al film), insieme a De Rita e Maiuri. Si avvale della notevole fotografia di Marcello Gatti e delle scenografie di Dante Ferretti, del montaggio serrato di Mario Morra e della notevole colonna sonora di Daniele Patucchi. Interpreti importanti: Musante, Muti, Scaccia e una giovanissima Guerritore. Purtroppo sono passati nove anni dal primo strappacuore romantico e il testo di Saviane non possiede identiche suggestioni. Il pubblico e la critica non decretano il successo e lasciano cadere le ambizioni registiche di Salerno. Peccato, perché il film – depurato da implicazioni politiche post Sessantotto e da filippiche datate contro figli e famiglia – è ben confezionato da un punto di vista tecnico.
Paolo (Musante), professore universitario fiorentino, un giorno viene piantato senza una spiegazione da Sena (Muti), ex studentessa diventata compagna di vita. Paolo cerca di recuperare la relazione, ricorre all’aiuto di Patrizia (Trotter) per rivedere la compagna, ma non c’è niente da fare. Sena lo rifiuta, anche se lo ritrova alla stazione per pochi istanti, prima di partire per una borsa di studio a Parigi. A Versailles incontra un altro uomo, Paolo la segue in Francia senza farsi notare, infine la ritrova a Firenze. Proprio quando il loro amore sembra tornare ai fasti di un tempo, tutto si sgretola durante una vacanza in Sardegna, quando Sena confida il motivo della crisi. Voleva un figlio e Paolo l’ha costretta ad abortire perché contrario alla famiglia e a ciò che considera retaggi borghesi. Paolo ha il tempo di un’avventura con una ragazza (Guerritore) incontrata a Porto Rotondo, grazie a un medico (Scaccia) che cura i suoi dolori reumatici. Il grande amore è finito, per sempre, si stempera in una lenta eutanasia, come non si possono rimettere in sesto i cocci di un’anfora finita in mille pezzi.
Enrico Maria Salerno rispetta il romanzo di Saviane al punto che ne vien fuori una pellicola debole nella parte ideologica (datata) ma non in quella sentimentale (profonda). Molto ben sceneggiate le parti che raccontano un rapporto in crisi, la sofferenza per amore che fa invecchiare il professore, la gelosia e le fughe, un incontro in stazione e le numerose sequenze romantiche. Flashback onirici tecnicamente perfetti con i ricordi che si fondono a musica suadente e immagini al ralenti. Testo di grande spessore letterario: “Non morire Sena. Non uccidere il nostro amore. Aspetta che abbia capito, altrimenti sarai morta inutilmente…”. Salerno cita la colonna sonora di Anonimo veneziano, fotografa da maestro – con la collaborazione di Gatti – Firenze e Parigi, simulacri di fulgida bellezza, e ritaglia scenari fantastici di una Sardegna ancora incontaminata. Ponte Vecchio, Piazzale Michelangelo, la Sorbona, Versailles, Porto Rotondo, Golfo Aranci, città d’arte e spiagge rocciose, l’Isola dei Gabbiani. Le sequenze fotografiche della pellicola sono una vera gioia per gli occhi. Interpreti perfetti. Ornella Muti è misteriosa e sensuale, Tony Musante innamorato e contrastato, Mario Scaccia teatrale e comico, Monica Guerritore sexy e disinibita. Il tono della pellicola è languido, romantico, sentimentale, da romanzo d’amore d’altri tempi, una storia come non se ne scrivono più. “Perché non hai voluto mio figlio? Perché mi hai costretta ad abortire?”, è la domanda di Sena che ritorna nella mente dello spettatore. Paolo è un uomo innamorato che non conosce la sua donna, oppure che per puro egoismo la credeva simile a se stesso, ma non aveva mai provato a comprenderla davvero. Amore materno contro ideologia e alla fine vincono entrambi. Paolo comprende che può fare a meno di una grande storia d’amore per dedicarsi a una donna sterile, una donna ideale, che racchiude tutte le donne del mondo. Sena conclude: “Sono una donna, Paolo”, facendo capire che come ogni donna normale desidera un figlio, la maternità. Lascia il suo uomo libero di vivere un amore senza possesso mentre il loro amore muore lentamente. Un buon film che non ha niente a che vedere con il lacrima movie, pellicola melodrammatica ma senza morti strappacuore, anche se possiamo considerare l’amore della coppia il vero protagonista della sofferenza, il malato terminale da accudire e rimpiangere.
La critica stronca senza pietà. Paolo Mereghetti è il più duro (una stella): “Un melodramma pretenzioso quanto stonato e superficiale, a tratti persino ridicolo. Colpa anche dell’inespressività dei due protagonisti”. Non condivido. Tutto si può dire di Ornella Muti fuor che sia inespressiva, un’attrice che parla con gli occhi, con il corpo, con lo sguardo sensuale. Tony Musante, invece, non ha bisogno di dimostrare la sua bravura di interprete a critici dal palato fine. Morando Morandini assegna una stella e mezzo ma non si pronuncia. Tre stelle è il giudizio del pubblico che – forse per merito di Ornella Muti – affolla le sale. Non piace neppure a Marco Giusti (Stracult): “Terribile terzo film (ultimo per il cinema) di Enrico Maria Salerno tratto da un romanzo di Giorgio Saviane che allora sembrava una specie di Bevilacqua. Ridicolo, pieno di frasi troppo forti, di espressioni intense. Allora ci fece ridere parecchio”. A noi fanno ridere di più le critiche approssimative. Pino Farinotti riassume la trama e concede due stelle, ma il giudizio del pubblico resta il più obiettivo. Da rivedere.
. . .
Regia: Enrico Maria Salerno. Soggetto: Giorgio Saviane (romanzo omonimo edito da Rizzoli). Sceneggiatura: Massimo De Rita, Arduino Maiuri, Enrico Maria Salerno, Giorgio Saviane (collaborazione). Fotografia: Marcello Gatti. Montaggio: Mario Morra. Scenografia: Dante Ferretti. Costumi: Wayne Finkelman. Musiche: Daniele Patucchi (composta e diretta – dischi RIFI). Edizioni Musicali: Slalom. Organizzatore Generale: Luciano Luna. Direttore di Produzione: Vincenzo Mazzucchi, Attilio Viti. Ispettore di Produzione: Romano Di Casimiro. Segretario di Produzione: Marcello Tassi. Aiuto Regista: Eduardo Salerno. Assistente alla Regia: Nicola Salerno. Segretaria di Edizione: Marisa Agostini. Assistenti al Montaggio: Carlo Bartolucci, Sandro Broglio. Fotografo di Scena: Giulio Claudio Patriarca. Operatori alla Macchina: Roberto Locci, Lorenzo Battaglia. Assistenti Operatori: Ettore Corso, Bruno Cascio, Claudio Tommasi. Fonico: Luigi Salvi. Microfonista: Benito Alchimede. Teatri di Posa: De Paolis (Roma). Colore: Technospes. Registrazioni Sonore: CDS. Doppiaggio: Cooperativa Doppiatori. Produttore: Mario Cecchi Gori. Case di Produzione: Capital Film Srl, Koral International Spa. Distributore: Cineriz. Interpreti: Ornella Muti, Tony Musante, Monica Guerritore, Mario Scaccia, Laura Trotter, Gerardo Amato, Umberto Benedetto, Enrico Bergier, Eduardo Salerno, Luciano Fineschi, Karine Verlier.
[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]