Garante Privacy, consultazione Internet delle Cose

Cosciente dell’incessante evoluzione tecnologica che permette anche agli oggetti di interagire tra loro senza l’intervento dell’uomo, l’Autorità Garante della Privacy ha deliberato l’avvio di una Consultazione Pubblica, per acquisire osservazioni e proposte sugli aspetti di protezione dei dati personali connessi alle nuove tecnologie, meglio note come Internet delle Cose. L’obiettivo è individuare misure di protezione per gli utenti, al fine di garantire la massima trasparenza nell’uso dei dati personali e la tutela da possibili abusi.

Il Garante della Privacy ha avviato tale Consultazione per definire, in altre parole, regole e tutele per l’Internet delle cose o “Internet of Things” (IoT): “…la possibilità per gli oggetti di – dialogare – ed interagire tra loro attraverso sensori, senza l’intervento umano e mediante reti di comunicazione elettronica, presenta indubbi vantaggi per la vita di tutti i giorni”. Si tratta di sistemi di interconnessione che spaziano dalla domotica, ai wearable (dispositivi indossabili, anche al fine di comunicare informazioni sullo stato di salute), ai dispositivi di geolocalizzazione e navigazione assistita. Sono  tecnologie collegate alla Rete che permettono i più svariati usi dagli impianti di riscaldamento che si accendono con lo smartphone ai frigoriferi che segnalano la scadenza del cibo. Sistemi di trasporto in grado di aumentare automaticamente il numero delle corse sulla base degli accessi registrati ai tornelli.

Sono solo alcuni degli innumerevoli servizi offerti oggi da quello che è stato definito Internet delle cose. La possibilità per gli oggetti di “dialogare” ed interagire tra loro attraverso sensori, senza l’intervento umano e mediante reti di comunicazione elettronica, presenta indubbi vantaggi per la vita di tutti i giorni, ma anche rischi che è bene non sottovalutare.

Tutti questi dispositivi sono in grado di raccogliere, registrare ed elaborare i dati degli utenti “spesso inconsapevoli”, dati che consentono la ricostruzione di dettagliati profili basati sui comportamenti delle persone, sulle loro abitudini o sulla loro salute, creando un monitoraggio di abitudini particolarmente incisivo sulla vita privata, con potenziali condizionamenti della libertà individuale. Ancora una volta, sul piatto della bilancia vanno considerate le ripercussioni delle tecnologie in termini di tutela della privacy, che di volta in volta possono assumere la forma della profilazione dell’utente o di una limitazione alla sua libertà.

L’Internet delle cose configura un futuro in cui oggetti di uso quotidiano come telefoni, automobili, elettrodomestici, vestiti e persino alimenti sono collegati ad internet con una connessione senza fili tramite chip intelligenti e sono in grado di rilevare e comunicare dati. Le indicazioni che provengono dalla Commissione Europea sono di elaborare un quadro che permetta di sfruttare le potenzialità dello “IoT” in termini di benefici economici e sociali, garantendo nel contempo un livello adeguato di controllo dei dispositivi che rilevano, elaborano e conservano informazioni. Poiché queste informazioni attengono, tra l’altro, ai modelli comportamentali degli utenti, alle loro preferenze e alla loro ubicazione, la Commissione vuole che si salvaguardi il rispetto dei diritti della persona.

Per questo l’Autorità ha deciso di avviare una consultazione pubblica sull’Internet delle Cose, per valutare il fenomeno e definire “misure per assicurare agli utenti la massima trasparenza nell’uso dei loro dati personali e per tutelarli contro possibili abusi”. In particolare il Garante intende acquisire elementi sulle modalità di informazione degli utenti, anche in vista di un eventuale consenso; sulla possibilità che fin dalla fase di progettazione dei servizi e dei prodotti gli operatori coinvolti adottino soluzioni tecnologiche a garanzia della privacy degli utenti (la cosiddetta “privacy by design”); sul ricorso a tecniche di cifratura e anonimizzazione delle informazioni; sulla interoperabilità dei servizi; sulla adozione di strumenti di certificazione. Per questa ragione, il Garante invita le categorie imprenditoriali, il mondo della ricerca e dell’università ed anche i consumatori ad inviare, entro 180 giorni dalla pubblicazione della delibera in Gazzetta Ufficiale, osservazioni e proposte in merito, per fornire un’informazione trasparente e per affrontare i rischi relativi, innanzitutto alla qualità dei dati, alla privacy, nonché a possibili monitoraggi o condizionamenti dei comportamenti degli interessati Contributi e osservazioni da parte del mondo dell’imprenditoria, della ricerca e dei consumatori dovranno pervenire al Garante entro 180 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’avviso di avvio della consultazione, anche via posta elettronica all’indirizzo iot@gpdp.it.

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