Isla Bonita si rifà il look
Da pochi mesi tutti sanno tutto su Cuba; tornata con prepotenza alla ribalta, ha prodotto un schiera di tuttologi esperti conoscitori dell’isola forse senza mai averci messo piede. Molti, moltissimi animati da istinti feroci verso il regime di Castro, pieni di ideologie da bar, infarciti di frasi fatte. Io conosco bene l’isola, ci vado spesso a lavorare e mi scontro con il pregiudizio che a volte è ancora più inestirpabile perché proviene da chi fa del sentito dire una religione.
Cuba è molto di più; rovinata ed etichettata per anni come isola per turismo sessuale, ha patito questa nomea. Il fenomeno esiste, è vero, ma molto meno di quanto si creda; le puttane ci sono in tutto il mondo, qui sono circoscritte e anche molto poco tollerate dal resto della popolazione. Si vedono negli alberghi coppie improbabili, lui vecchio e decadente lei giovane e fresca, spesso brutti tutti e due, perché non crediate che ci sia una popolazione femminile di pin up, al contrario; le perle sono rare, la maggioranza è nella norma, aiutata solo dalla gioventù. Ci sono molti obesi, specie nella popolazione meticcia, forse anche a causa di un regime alimentare grasso.
Mi sono trovata molto spesso a parlare di Cuba in vari contesti; gli uomini dopo aver cominciato in modo professionale scivolano sempre sull’immaginario collettivo ed evocano chissà cosa, terre di ragazze meravigliose e licenziose. Mi irrita pensare che questo argomento sia prioritario e che magari si tralasci il fatto che la popolazione ha un alta scolarizzazione, che magari l’autista di taxi che ti sta scarrozzando ha una laurea in medicina nucleare. L’unica cosa vera che si dice di Cuba è che gli abitanti sono poveri; lo sono in modo estremamente dignitoso.
Ma le cose per fortuna stanno cambiando e le ultime aperture porteranno benessere e progresso. Sarà difficile scardinare i pregiudizi e non riuscire a vedere quanto di positivo ha fatto il regime, perché sempre di regime si parla. Di quest’isola si parla molto anche a sproposito; a volte lo fanno anche i nostri connazionali che magari da anni frequentano queste latitudini per fare affari; sono spesso persone border line che si tutelano dietro ridondanti nomi di associazioni ma che poi alla fine sono assimilabili ai truffatori alla Totò; gente non preparata che vive di piccoli espedienti attirando aziende sull’isola promettendo loro grandi sviluppi non avendo nessun potere istituzionale riconosciuto. Per questo è fondamentale che tutto, dal punto di vista commerciale, sia fatto attraverso le istituzioni, per non incappare in questi millantatori.
Cuba si deve rifare il look per presentarsi al mondo, ci vorrà tanto lavoro, fatto seriemente. Non sarà affatto facile.