Women & women, il mistero delle donne
Palermo – E’ stata inaugurata il 28 Maggio presso l’Istituto Cervantes, e terminerà il 17 Luglio, la mostra fotografica Women & women organizzata da Acción Cultural Española (AC/E) , Società dello Stato Spagnolo nata per diffondere la cultura spagnola in Spagna ed all’estero, e dall’Instituto Cervantes.
L’esposizione di donne per le donne, da qui il titolo, arriva dalla Spagna e ha già fatto il giro del mondo, si tratta di un eccellente tributo fatto da cinque artiste spagnole alla figura della donna. Blanca Berlin, curatrice della mostra, ha selezionato le fotografie di Isabel Muñoz, Soledad Córdoba, Beatriz Moreno, Gabriela Grech e Ouka Leele seguendo come criterio la sperimentazione e la ricerca di nuove tecniche in grado di veicolare emozioni grazie alla carica espressiva delle immagini ritratte. Le fotografe hanno realizzato il loro lavori cercando di valorizzare la figura femminile nei più disparati contesti, celebrandone le varie caratteristiche che emergono in base alle situazioni in cui si trovano, forza, bellezza, sensualità, creatività.
Ogni artista esprime il proprio concetto di donna in modo differente, chi ne esalta il corpo, come Isabel Munoz (premio World Press Photo 2004), un corpo che parla una lingua comprensibile ad uno sguardo sensibile e guarda al di là della forma, soffermandosi sulle tracce che il tempo e la vita vi hanno lasciato. Molto significative le due foto scattate sulle rive del fiume Omo in Etiopia, mentre la fotografa era sulle tracce di etnie quasi estinte. Il corpo è anche scrigno di segreti che si svelano attraverso balli sensuali, come la danza cubana che compare in altre due fotografie dell’artista.
Differente è l’approccio di Soledad Cordoba, provocatorie le immagini in cui si ritrae sospesa in una terra di mezzo, tra l’onirico e il reale. Immagini che suggeriscono la presenza di un luogo segreto, questo il nome della serie esposta, come l’autoritratto con pettirossi o il trittico con farfalle azzurre.
Assolutamente evocativo, ma non per questo meno effimero, il volto di Beatriz Moreno, una celebrazione della dea Ecate da cui l’opera prende il nome, che si divide tra tre mondi in contemporanea, quello degli umani, degli dei e dei morti. Espressione della solitudine, ed estrema forza allo stesso tempo, che spesso la donna deve affrontare.
Di tutt’altro aspetto è l’approccio di Gabriela Grech, connesso alla natura e al legame che spesso si instaura, a volte innato, con la femminilità. Acqua, questo il nome dell’opera, è stata realizzata durante un viaggio lungo il fiume Eo e rappresenta appieno questo legame mistico tra la natura e la fotografa, il cui volto si fonde con i boschi e le acque dell’ambiente che la circondano.
Differente dalle altre quattro protagoniste della mostra è Ouka Leele, nome d’arte di Barbara Allende vincitrice del Premio Nacional de Fotografia nel 2005, che gioca con i colori delle immagini come un alchimista con i propri alambicchi, alla ricerca di una chimera, forse quella che tutti noi cerchiamo ed è per questo che le sue opere diventano il mezzo per veicolare il suo messaggio attraverso la sua personale e forte simbologia.