Stelvio, ci pensi Federparchi
“Chi ancora pensa a frammentare le aree protette, ad esempio dividendo in tre il parco dello Stelvio per seguire confini amministrativi, non ha capito la logica della natura né quella dell’economia”. Lo ha detto il rieletto presidente di Federparchi Piergiorgio Sammuri all’VIII Congresso della Federazione che si è appena concluso a Trezzo sull’Adda. Un passaggio importante, ma ignorato dalle agenzie e ripreso solo da alcune testate più attente, che accende un faro su quello che è oggi il problema dei problemi per le aree protette italiane: il rischio che cadano in un meccanismo di svalutazione simile a quello applicato ad esempio alle aziende nel mirino degli speculatori, una svalutazione che i parchi potrebbero subire attraverso l’abbassamento del livello di tutela anche a seguito di iniziative di creatività amministrativa localistica e conseguente declassamento.
La vicenda del più grande Parco Nazionale italiano ne è un chiaro esempio: mentre per decenni i governi nazionali non avevano avallato le pressioni localistiche, sostenute soprattutto dal Südtiroler Volkspartei, l’attuale Governo ha infatti avviato a conclusione l’iter per la divisione del Parco dello Stelvio in tre parchi locali, in provincia di Bolzano, in provincia di Trento ed in Lombardia. Ovvio che una cosa è un Parco Nazionale, altra cosa uno regionale o provinciale. Ovvio anche che gli amministratori locali, promotori dell’iniziativa, giurassero su una pari se non maggior tutela dello Stelvio a seguito dello spezzettamento. Il Ministero dell’Ambiente e quello agli Affari Regionali hanno celebrato come un successo, con le dichiarazioni dei sottosegretari competenti, la demolizione del Parco Nazionale. Proprio così: “Un risultato storico, atteso da trent’anni’ ha definito l’accordo il Sottosegretario agli Affari Regionali Gianclaudio Bressa e “un’intesa raggiunta con grande difficoltà ma con il reale impegno di tutti i soggetti coinvolti” il Sottosegretario all’Ambiente Barbara Degani. Manca solo la firma in Consiglio dei Ministri. Che ancora non c’è ma, come il rito prescrive, a Roma come a Bolzano, potrebbe cercare di arrivare in piena distrazione vacanziera.
Massima attenzione quindi alle parole del Presidente di Federparchi che, appena rieletto, ha dichiarato che “questo è un momento storico di grande importanza per il mondo dei parchi. Nei territori dove l’Italia è protetta, non solo è custodito un patrimonio naturalistico di inestimabile valore, ma l’identità stessa del nostro Paese e anche un asset strategico per rilanciare la nostra economia e creare occupazione nel segno del turismo di qualità, dell’agricoltura legata alle produzioni cicliche, della cultura e delle tradizioni. Concentrerò il mio impegno in questo nuovo mandato”, ha affermato Sammuri, “per rafforzare questa missione creando anche nuove alleanze con mondi diversi da quello dei parchi, per apportare nuove idee e nuova linfa vitale”. Parole sante, che non devono suggerire assetti delle aree protette diversi da quelli attuali, ma devono al contrario suscitare l’attenzione e l’impegno di tutti per conservare gli Enti parco e i livelli di tutela attuali: perché la pressione sulle aree protette è sempre più alta ma il beneficio dei Parchi verso l’economia e il benessere collettivo è tale che nessuno deve sentirsi escluso dalla battaglia per difenderle. E’ necessario non distrarsi mai, non abbandonare le comunità locali assediate. E’ importantissimo non lasciar soli gli amministratori dei Parchi, il Corpo Forestale dello Stato che è sotto minaccia di smembramento non ancora attuato e li tutela; e i sindaci, non sempre schiacciati da pressioni più grandi di loro ma a volte forti e illuminati.
Attenzione a Federparchi, allora, associazione di promozione sociale che riunisce e rappresenta gli Enti gestori delle aree protette naturali italiane. La Federazione è articolata in coordinamenti regionali e riunisce attualmente oltre 160 organismi di gestione di parchi nazionali e regionali, aree marine protette, riserve naturali regionali e statali. Sono in Federparchi anche alcune Province, Regioni e diverse associazioni ambientaliste. L’associazione ha una notevole visibilità anche a livello internazionale perché si è costituita quale sezione italiana di Europarc Federation che associa ad oggi quasi 600 istituzioni ed Enti incaricati della gestione di oltre 400 aree protette in 38 Paesi europei. E allora, a proposito del tentativo di smembramento dello Stelvio, Federparchi farebbe bene a mostrarsi allergica alle riconfigurazioni amministrative del patrimonio ambientale nazionale, ad assumere un atteggiamento super partes rispetto ai suoi soci Parco Nazionale dello Stelvio, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia Autonoma di Trento e Regione Lombardia e stigmatizzare con autorevolezza, e con attenzione da parte delle agenzie di stampa, il tentativo di smontare il Parco. Perché non si tratterebbe di una mano di Monopoli ambientale, ma di una perdita italiana ed europea, perché pregiudicherebbe il sistema protetto Stelvio-Engadina, che il più grande Parco Nazionale italiano ha fino ad oggi formato insieme allo splendido confinante parco svizzero.
Federparchi ha una grande missione da compiere per il futuro del Paese: rifuggire le tentazioni di creatività amministrativa anche in materia di aree protette e salvare lo Stelvio opponendosi con chiarezza allo smembramento del Parco Nazionale, evitare che diventi un pericoloso precedente, ed opporsi al meccanismo del declassamento delle aree protette, perché la credibilità di un Paese come di una istituzione si valuta sui fatti. La linea più chiara sul ruolo dei Parchi, sul primo tentativo, dal 1870 ad oggi, di un Governo Italiano di smembrare un Parco Nazionale e sul come reagirvi ci pare quella data del presidente della Commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci: nel fare i complimenti al rieletto Presidente di Federparchi, Realacci ha ricordato che “i parchi italiani, oltre a custodire un patrimonio di biodiversità unico al mondo, rappresentano una delle massime espressioni della qualità italiana: un settore fondamentale non solo per la protezione dell’ambiente, ma per l’idea stessa di Italia, per la sua economia, per il suo futuro”.
[NdR – L’autore cura un Blog dedicato ai temi trattati nei suoi articoli]