Laudato si’, la tenerezza di Francesco spaventa i potenti

L’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco è molto più di una lettera pastorale sull’Ambiente: è un grandioso affresco sul mondo, nel quale la scienza, l’economia, i problemi sociali, l’agire umano e la politica non sono più a sé stanti o predominanti ma convivono nella ‘casa comune’ che è oggetto dell’ ‘ecologia’. Nel mondo ‘tutto è connesso’, è il senso più profondo, e più volte ripetuto, dell’enciclica di Francesco. Nell’era definita ‘Antropocene’ perché l’Uomo è divenuto in grado di determinare cambiamenti nella sfera  biologica e climatica, c’è quindi bisogno di una ‘conversione ecologica’ per arginare e risolvere i mali del mondo, collegati l’un l’altro come lo sono l’energia da fonti fossili con gli sconvolgimenti climatici e questi con le migrazioni di massa. C’è bisogno di una conversione ecologica che parta da ciascuno di noi, orientando, in un sistema in cui tutto è connesso, atteggiamenti e comportamenti verso il ‘bene comune’. E che recuperi ‘l’occasione per sviluppare un’economia più attenta ai principi etici’ determinata da ‘la crisi finanziaria del 2007-2008’, sulla quale ‘non c’è stata una reazione che abbia portato a ripensare i criteri obsoleti che continuano a governare il mondo’: tanto che siamo rimasti schiavi del ‘paradigma tecnocratico’; e ‘la finanza soffoca’, ancora oggi, ‘l’economia reale’.

La conversione ecologica dell’Uomo parte dalla ‘crisi dell’antropocentrismo’, ovvero la visione dell’Uomo come ‘signore del Creato’, dalla quale ‘si passa facilmente all’idea di una crescita infinita o illimitata, che ha tanto entusiasmato gli economisti, i teorici della finanza e della tecnologia’. Ma ciò suppone ‘la menzogna circa la disponibilità infinita dei beni del pianeta’, la cui ‘immediata rigenerazione è possibile’ e quella sul fatto che ‘gli effetti negativi delle manipolazioni della natura possono essere facilmente assorbiti’. Di qui la critica sull’uso dell’energia da fonti fossili che deve essere sostituita progressivamente e senza indugio’, sull’uso del suolo, per cui ‘uno studio di impatto ambientale non dovrebbe essere successivo all’elaborazione di un progetto produttivo o di qualsiasi politica, piano o programma’ ma precederli, sull’uso sconsiderato dell’acqua, che garantisce il diritto alla vita di ogni essere vivente sulla terra. Nella connessione fra tutte le cose della Laudato si’ sono contemplate le riflessioni sulla biodiversità e sugli ogm e sull’agricoltura di sussistenza, sui trasporti pubblici e sulla progettazione degli spazi urbani. Centrale, nel sistema dove tutto è connesso, il riferimento all’economia circolare. Ma l’enciclica prende atto anche dei rischi connessi ad alcuni strumenti innovativi della green-economy: dal rischio di speculazione sui crediti di emissione a quello di strumentalizzazione, a puro scopo di marketing, del principio dell’economia sostenibile.

Con una simile potenza, basata non solo sui principi ma anche sulle conseguenze negative a catena che ogni intervento sconsiderato di alcuni uomini sull’ambiente determina nel grande contesto che è il mondo e l’umanità che lo abita, era inevitabile che l’enciclica di Papa Francesco fosse esposta a critiche e attacchi. Che puntualmente sono arrivati. Ma che hanno colpito singoli temi, come la critica alle fonti di energia fossile o alla finanziarizzazione dell’economia, rivelandosi attacchi sul particolare, espressioni di pochi e interessati, che non sono riusciti a smontare l’architettura della Laudato si’ nel suo complesso; o che, se hanno cercato di indebolire la visione d’insieme dell’enciclica, lo hanno fatto tacciando l’autore di populismo o peggio, senza quindi riuscire a fornire una altrettanto completa visione alternativa. La migliore risposta è nell’enciclica stessa: ‘La conversione ecologica, che è anche una conversione comunitaria […] implica pure l’amorevole consapevolezza di non essere separati dalle altre creature, ma di formare con gli altri esseri dell’universo una stupenda comunione universale’.

La Laudato si’ riempie di significato quella ‘tenerezza’ citata da Francesco nel dicembre 2013, che fece il giro del mondo; e che rievoca il Cantico delle creature. “Quanto bisogno di tenerezza ha oggi il mondo!”, disse il 24 dicembre del 2014. Lo disse con un sorriso. Un sorriso che invita a guardare ‘al di là del sole’, come recita il titolo dell’ultimo capitolo della Laudato si’: e che fa paura ai potenti del mondo.

[Il testo integrale dell’Enciclica]

©Futuro Europa®

[NdR – L’autore cura un Blog dedicato ai temi trattati nei suoi articoli]

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