Pari opportunità

È stata nominata qualche giorno fa la Consigliera nazionale di parità, è Francesca Bagni Cipriani. La Consigliera nazionale di parità è una figura istituita per la promozione ed il controllo dell’attuazione  dei principi di uguaglianza di opportunità e non discriminazione per uomini e donne nel mondo del lavoro. Le rosee previsioni fanno intendere che tra qualche anno non esisteranno più queste figure perché il mondo del lavoro sarà esempio di parità di genere. Lo speriamo ma anche lo dubitiamo. Va comunque sottolineato come le cose siano state veloci negli ultima anni, grazie a leggi e alla perseveranza di uomini e donne giusti e capaci.

Eppure cade proprio in questi giorni una ricorrenza importante: il 25 giugno del 1678 si laureò in Italia la prima donna. Era “genio di casa”, così era considerata fin da piccola Elena Lucrezia Cornaro dal padre Giovan Battista, che discendeva da una delle più importanti famiglie veneziane. In contrasto con la cultura dell’epoca, che precludeva alle donne qualsiasi possibilità di emanciparsi culturalmente, Giovan Battista credette fermamente nelle doti intellettive di sua figlia e l’affidò ai migliori studiosi dell’epoca, che la istruirono profondamente nelle materie umanistiche e scientifiche accanto alle quali Elena associò due lingue, ebraico e spagnolo.

Dopo aver incantato con il suo sapere sovrani e studiosi di mezza Europa, non le restava che conseguire l’agognato “pezzo di carta”. Fu così che il padre iniziò un lungo braccio di ferro con il cardinale Barbarigo, che si opponeva alla richiesta di riconoscerle la laurea in Teologia dello Studio di Padova (allora tra le più antiche e rinomate università del mondo). Alla fine fu raggiunto un compromesso ed Elena si vide assegnare la laurea in Filosofia, passando alla storia come la prima donna a laurearsi.

Elena aveva 32 anni quando ottenne, finalmente, la sua laurea. Gliela concessero, però, in filosofia, non in teologia. Non poté, in quanto donna, esercitare l’insegnamento. Sei anni dopo morì a Padova per una grave malattia.

©Futuro Europa®

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