Belusconi-Salvini, primi ammiccamenti
La missione è ricompattare il centrodestra. Ci prova il padre storico, Silvio Berlusconi, che la settimana scorsa ha invitato ad Arcore Matteo Salvini. Una cena tra politici, quindi alla fine qualche commento ma niente di certo. “Abbiamo parlato di cose concrete: tasse, lavoro, economia. I punti su cui concordiamo”, ha detto il leader leghista. Anche su un altro punto i due si sono trovati perfettamente allineati: “Questo governo è incapace e pericoloso e quindi stiamo parlando di fare un’alternativa seria con chi ci sta”, ha aggiunto Salvini.
Il dialogo, insomma, è ripreso. Al di là delle dichiarazioni ufficiali, Berlusconi e Salvini sanno bene che il centrodestra può tornare a vincere solo se unito. Le proiezioni e i sondaggi sono buoni per ipotizzare come funzionerebbe l’Italicum. Le ultime rilevazioni di Alessandra Ghisleri, ma anche di Demos e Ipsos, danno entrambi i partiti attorno al 14 per cento. Certo, la Lega è in forte crescita, mentre gli azzurri stanno vivendo una progressiva perdita di consensi. Ma, se la matematica non è un’opinione, Fi e lumbard potrebbero valere insieme qualcosa come il 30 per cento che nell’Italicum significa ballottaggio con il Pd dell’altro Matteo e possibilità di vittoria.
La strada, quindi, è quella di un’alleanza utile ad entrambi. Come? Capilista della Lega al Nord e capilista di Forza Italia al Sud. Questa sarebbe la proposta di Berlusconi per sfruttare al meglio la nuova legge elettorale e battere il Pd alla prossima tornata. A proposito, nel 2016 ci sono sfide amministrative di grande peso – Torino e Milano su tutte – dove la Lega risulta evidentemente fondamentale. Il ragionamento è semplice: andare uno in soccorso dell’altro. Nelle terre che una volta inneggiavano alla Padania spazio ai lumbard, ma al Sud dove i leghisti faticano, via libera a Forza Italia. Numeri alla mano, ad oggi, il piano potrebbe anche funzionare.
Adesso toccherà a Matteo Salvini decidere il da farsi. Le convergenze politiche su Europa, tasse e lavoro ci sono, certo, però il segretario leghista dovrà scegliere la strategia migliore per spingere ancora di più in avanti il suo partito e renderlo, una volta per tutte, competitivo a livello nazionale. Il problema, forse meglio definirlo limite, della Lega è la sua territorialità. Salvini ha fatto molto per conquistare il Sud, ma la strada è ancora lunga. Meglio allearsi con il vecchio Silvio e puntare al ballottaggio insieme a Forza Italia, dimenticandosi anche di Ncd che continua a sostenere il governo. Oppure conviene di più fare coppia con Giorgia Meloni, puntare a braccetto di FdI al 20 per cento e sperare di arrivare al ballottaggio per poi raccogliere i voti degli elettori di Forza Italia?
Seconda ipotesi con molte più incognite. Per prima cosa, si sa, gli elettori di centrodestra non sono proprio entusiasti dei ballottaggi e mal digeriscono una seconda tappa in cabina elettorale. Ma eventualità ancora più pericolosa, nessun ballottaggio, perché il Movimento 5 Stelle prende più voti. In quel caso allora l’unica cosa da fare sarebbe un accordo con Grillo. Vabbè, adesso siamo finiti nella fantapolitica. Impossibile anche solo immaginarlo oggi. Ma domani?