Internet e partecipazione politica
E’ innegabile che in questi ultimi anni la comunicazione si è profondamente modificata con l’avvento, lo sviluppo e la diffusione sempre più capillare delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Nessuna parte della “dimensione comunicativa” è restata fuori da questo processo. Si sono susseguite novità tecnologiche che hanno rivoluzionato il suo funzionamento sia per quanto riguarda le modalità operative, sia per quanto riguarda, invece, i valori e gli aspetti culturali.
Sotto gli occhi di tutti appare quanto le tecnologie della comunicazione abbiano esercitato, ed ancora esercitino, un influsso fortissimo, e non sempre positivo, nel processo di globalizzazione, tutt’ora in divenire, contribuendo alla diffusione del sapere, proporzionalmente all’aumento della capacità e della qualità delle tecniche di trasmissione delle informazioni. Si è passati da un modello di comunicazione tipico di radio e televisione ad uno in cui simultaneamente una molteplicità di attori (youtube, myspace, facebook e tutti gli altri social media) trasmettono informazioni ad una sempre più vasta platea di ascoltatori e spettatori.
In un simile conteso è naturale che ad esserne influenzata sia anche, insieme a tutti gli altri ambiti umani, la stessa democrazia. Le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione ridefiniscono i “luoghi” della politica, abbattono confini e ne delineano di nuovi. Dalla politica alla bioetica, dal diritto ai nuovi media tutto il sistema che regola le attività umane è pervaso dagli effetti delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, su cui si innestano nuove possibilità di partecipazione democratica dei cittadini alla vita politica del proprio Paese.
Per offrire una risposta adeguata alla sensazione da parte dei cittadini europei di aver scarsa influenza nei processi decisionali e nelle scelte d’indirizzo politico, quindi in risposta a quello che era avvertito come un “deficit di democrazia” della Politica Europea, l’Unione, predisponendo la “Carta Europea della Comunicazione”, nel contesto di profonda trasformazione socio culturale e politica che stiamo vivendo in questo momento storico, in modo particolare, ha pensato di avvalersi dello strumento della consultazione pubblica sia quando si tratta di decidere di una nuova iniziativa politica o di rivedere una legislazione già esistente. Realizzando, così, una nuova metodologia di “modello comunicativo” incentrato sui cittadini: le istituzioni danno ascolto alle loro preoccupazioni e adattano le informazioni ai loro bisogni; il dialogo sostituisce il monologo; passaggio da una comunicazione pianificata centralizzata a una comunicazione decentrata (going local).
Vale a dire che è possibile per chiunque, cittadini, imprese, organizzazioni, che sia esperto o abbia un interesse in una materia su cui si sta discutendo, contribuire alla stesura della proposta, prima che la Commissione la presenti al Consiglio e al Parlamento Europeo per la discussione e adozione.
Con Internet è nato un nuovo soggetto comunicativo che ha tali e tante caratteristiche innovative da mettere in crisi i modi tradizionali di comunicare. Tutti possono, in questo modo, diffondere messaggi e proposte in modo democratico senza che debba essere rispettato il principio: investimento/risultato. Altra differenza è l’assoluta mancanza di barriere d’accesso al comunicare. Si può affermare che il “web 2.0” sia una grande “piattaforma per la partecipazione”, bidirezionale, in cui l’utente passa dall’essere audience all’essere partecipante.
In questa linea s’inserisce il libro “Internet come spazio di partecipazione politica, una prospettiva giuridica”, presentato recentemente e curato da Paola Marsocci (Università La Sapienza – Roma), Fabio Marcelli (Istituto di Studi giuridici internazionali – ISGI/CNR di Roma) e Marina Pietrangelo (Istituto di teoria e tecniche dell’informazione giuridica – ITTIG/CNR di Firenze), con la prefazione di Umberto Allegretti.
E riprendendo Allegretti possiamo dire che “internet è un mezzo vocazionalmente partecipativo. Rendendo possibile collegare più soggetti – potenzialmente tutti gli esseri umani – in uno spazio e in un tempo infinitamente raccorciati, facilita la loro comunicazione reciproca e li fa prender parte gli uni alle attività degli altri”. Nel testo sono raccolti i contributi di vari giuristi nel tema dei cambiamenti, nella teoria e nella prassi che stanno intervenendo nella partecipazione politica conseguentemente all’uso sempre più imponente delle diverse applicazioni delle nuove tecnologie di comunicazione.
Le tematiche affrontate vanno dalla natura del diritto di accesso ad Internet, ai dubbi sul potenziamento del controllo pubblico tramite la Rete, dal concetto di cittadinanza digitale al persistere delle diseguaglianze e alle strategie per contrastarle, dall’analisi delle trasformazioni del sistema dei partiti a quella delle forme di partecipazione diretta alla determinazione nelle scelte politiche esaminate nella prospettiva costituzionalista ed internazionalistica.