Grexit, il gioco politico dell’Italia

Per l’Italia il risultato del referendum greco potrebbe avere ripercussioni economiche non indifferenti. Che il nostro paese sia sotto la lente di ingrandimento internazionale non è una novità e i risultati del listino milanese ne sono la prova. A prescindere da quello che i leader europei dovessero decidere per la Grecia, l’Italia deve assolutamente mostrare di poter sostenere gli impegni presi verso la comunità internazionale sull’avanzamento delle riforme. È in questa ottica che oggi più che mai una crisi politica rischierebbe di condurre sulla medesima strada il nostro paese. A differenza del paese ellenico, la nostra economia ha un valore completamente differente, ma proprio per la sua strutturazione siamo più soggetti ad attacchi speculativi (vedi 2011).

Il premier ora deve giocare la partita su due binari: la presa di distanza da Tsipras e la convergenza verso la linea tedesca, sono la necessaria presa di distanza da partiti che, alimentati dall’ampio consenso elettorale mostrato nelle ultime tornate elettorali, invocano il modello greco anche per il nostro paese. Dall’altra parte deve tenere salda la guida della maggioranza per evitare che l’inevitabile terremoto greco, contagi il nostro paese, aprendo una crisi politica che porterebbe serie ripercussioni sul sistema europeo. D’altronde, benché molti esperti sostengano che l’uscita dall’unione monetaria della Grecia non comprometta la stabilità della zona euro, ben diverse sarebbero le considerazioni su un indebolimento dell’unione dovuta ad una sofferenza italiana.

Ora, mentre sulla partita europea, purtroppo potremo dire ben poco (nonostante il nostro paese abbia contribuito in modo sostanzioso alla sopravvivenza ellenica), Renzi deve ben ponderare le sue scelte di politica interna. Il braccio di ferro con la minoranza PD deve trovare una tregua e forse, scendere a compromessi su qualche provvedimento. Se la Grecia dovesse effettivamente andare in default, non si potrebbe che aspettare la scadenza naturale della legislatura per tornare alle urne, con le riforme istituzionali fatte e finite.

Situazione diversa sarebbe se l’Europa si dovesse accordare per il salvataggio della Grecia. In quel caso, messo in sicurezza il nostro paese da possibili attacchi speculativi, Renzi potrebbe ricorrere al voto anticipato per dare più forza alla sua azione ed evitare che i partiti anti euro prendano il sopravvento tra la popolazione.

In ogni caso la Germania sta avvertendo i paesi mediterranei: le proprie posizioni non sono negoziabili e l’austerity è la sola strada percorribile. L’Ex Sindaco di Firenze , se non vuole rischiare di essere escluso definitivamente dal cerchio decisionale europeo dovrà recuperare, senza soluzione di continuità, la marcia verso le riforme volute dall’Europa.

©Futuro Europa®

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