Carlo Bianchi

Era nato a Milano il 22 marzo 1912 e fu fucilato a Fossoli (Modena) il 12 luglio 1944, ingegnere, decorato alla memoria con la Medaglia di bronzo al valor militare e di Medaglia d’oro del Comune di Milano.

Carlo Bianchi si era laureato in ingegneria nel 1935 e, dopo un breve periodo di lavoro alla Siemens Elettra, si era occupato dell’azienda del padre. Presidente della FUCI milanese, nel gennaio del 1944 fu tra i creatori de “La Carità dell’Arcivescovo”, un centro di assistenza per i diseredati di Milano. Praticamente negli stessi giorni, l’ing. Bianchi entrò a far parte del CLNAI, il Comitato di liberazione nazionale Alta Italia, conobbe Teresio Olivelli e con lui collaborò alla redazione de “Il ribelle”, un foglio clandestino di ispirazione cattolica e vicino alle “Fiamme Verdi”. L’impegno ne “La Carità dell’Arcivescovo”, si rivelò presto utile copertura per l’appoggio ai perseguitati politici, agli ebrei e alla Resistenza, ma quest’attività non durò molto.

Il 27 aprile 1944, tradito da un suo collaboratore, Carlo Bianchi fu arrestato in piazza San Babila. Dopo un mese trascorso nel carcere di San Vittore, la deportazione nel campo di concentramento di Fossoli. Dalla baracca 21/a, il prigioniero 1551 uscì con alcune dozzine di altri sventurati, quando i tedeschi decisero di effettuare una sanguinosa rappresaglia, dopo un’azione compiuta a Genova dai partigiani. Carlo Bianchi fu trucidato, con altri sessantasei detenuti politici che sarebbero dovuti essere deportati in Germania, nel vicino Poligono di tiro di Cibeno.

Il suo corpo fu buttato in una fossa comune con quelli di Andrea Achille, Vincenzo Alagna, Enrico Arosio, Emilio Baletti, Bruno Balzarini, Giovanni Barbera, Vincenzo Bellino, Edo Bertaccini, Giovanni Bertoni, Primo Biagini, Marcello Bona, Ferdinando Brenna, Luigi Alberto Broglio, Francesco Caglio, Emanuele Carioni, Davide Carlini, Brenno Cavallari, Ernesto Celada, Lino Ciceri, Alfonso Marco Cocquio, Antonio Colombo, Bruno Colombo, Roberto Culin, Manfredo Dal Pozzo, Ettore Dall’Asta, Carlo De Grandi, Armando Di Pietro, Enzo Dolla, Luigi Ferrighi, Luigi Frigerio, Alberto Antonio Fugazza, Antonio Gambacorti Passerini, Walter Ghelfi, Emanuele Giovanelli, Davide Guarenti, Antonio Ingeme, Sas Jerzj Kulczycki, Felice Lacerra, Pietro Lari, Michele Levrino, Bruno Liberti, Luigi Luraghi, Renato Mancini, Antonio Manzi, Gino Marini, Nilo Marsilio, Arturo Martinelli, Armando Mazzoli, Ernesto Messa, Franco Minonzio, Rino Molari, Gino Montini, Pietro Mormino, Giuseppe Palmero, Ubaldo Panceri, Arturo Pasut, Cesare Pompilio, Mario Pozzoli, Carlo Prina, Ettore Renacci, Giuseppe Robolotti, Corrado Tassinati, Napoleone Tirale, Milan Trebsé, Galileo Vercesi e Luigi Vercesi.

Rammentiamoli spesso questi uomini, ricordiamoci com’era avere ideali e principi e morire per essi. Specie ora, in questo buio periodo dell’umanità.

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