Italia delle Regioni
Il 10 luglio si è svolta a Cagliari la XV Conferenza Nazionale dell’ANCI, l’Associazione dei Comuni Italiani. Rivedere l’obbligatorietà dei termini per le gestioni associate (rifinanziando e stabilizzando i contributi destinati), fare chiarezza sulle norme riguardanti il personale e le alienazioni del patrimonio immobiliare e scongiurare la chiusura indiscriminata degli uffici postali nei piccoli Comuni. Sono questi alcuni dei dossier ‘caldi’ che saranno al centro della XV Conferenza nazionale piccoli Comuni, che quest’anno si svolgerà a Cagliari nella giornata di venerdì 10 luglio.
L’evento principale dedicato ai piccoli Comuni, quindi, si prevede denso di spunti per gli amministratori dei Municipi sotto i 5mila abitanti e sarà anche occasione per presentare l’Atlante 2015 che come ogni anno ha fornito una fotografia organica sulla funzione amministrativa, sociale ed economica di questi “presìdi essenziali del territorio”, come recita lo slogan scelto per la Conferenza 2015.
Ricco e qualificato il novero dei partecipanti tra cui il presidente Anci Piero Fassino, il presidente del Consiglio Nazionale Anci Enzo Bianco, il padrone di casa e primo cittadino di Cagliari, Massimo Zedda e il coordinatore nazionale dei piccoli Comuni Anci, Massimo Castelli al quale è stata affidata la relazione sulla situazione generale degli enti sotto i 5mila abitanti. In chiusura di giornata, inoltre, è previsto l’intervento del ministro dell’Interno Angelino Alfano.
“Dimensionare l’entità comunale alle dimensioni di scala dei problemi che ci troviamo ad affrontare ogni giorno. Questo non vuol dire mettere in discussione i Comuni e la loro identità ma metterli nelle condizioni di rispondere alle esigenze e alle aspettative dei cittadini e delle comunità”. Così il presidente dell’Anci e sindaco di Torino, Piero Fassino, è intervenuto ai lavori della XV Conferenza nazionale dei piccoli Comuni che si svolge oggi al Teatro Massimo di Cagliari.
“Per difendere il ruolo storico degli ottomila Comuni italiani – ha detto Fassino – dobbiamo capire che la demografia conta. Dobbiamo perciò chiedere al governo di rivedere la normativa sull’associazionismo e quanto ruota intorno ai processi di unione e fusione tra Comuni che così come sono oggi non funzionano e sono insufficienti. La legislazione è debole, non prevedendo dimensioni d’ambito e soprattutto meccanismi premiali. Unirsi deve portare un valore aggiunto, non togliere qualcosa agli enti che decidono di mettersi insieme”. Fassino ha quindi annunciato che “nella prossima legge di stabilità porteremo la nostra proposta sull’associazionismo” proposta che nei lavori di Cagliari “troverà i suoi punti cardine”.
Il presidente Anci ha poi rimarcato come “i problemi che toccano i piccoli Comuni si inseriscono in un quadro di riforme che coinvolge tutti i Comuni. E’ quindi importante che Anci continui la battaglia per avere un quadro normativo migliore di quello vigente e i primi passi sono arrivati dall’ultima legge di stabilità e dal decreto enti locali ora in conversione alle Camere, che qualche piccolo miglioramento hanno portato. Certo – ha aggiunto – proprio nel passaggio di conversione, chiederemo ulteriori miglioramento anche per i piccoli Comuni, penso alla questione dell’Imu agricola, ad una quota risorse che riduca per i piccoli enti il peso dei tagli o lo sblocco degli avanzi di bilancio che determinerebbe più flessibilità finanziaria”.
“Veniamo da anni di sofferenza – ha continuato Fassino – e capisco bene lo stato d’animo e le difficoltà che oggi qui denunciate. Le fatiche che tutti i sindaci patiscono da anni sono le stesse anche se in un piccolo municipio pesano di più. Lo ripeto anche in questa sede: serve una stagione nuova, un patto con il governo per governare insieme. Non vogliamo arroccarci solo nella denuncia ma ci mettano nelle condizioni di poter rispondere ai cittadini”. Come? “Partendo dall’autonomia: finanziaria, normativa e istituzionale. Noi vogliamo fare la nostra parte nel risanamento dei conti pubblici ma non può dirci come fare chi non ha mai visto e non conosce come si amministra un Comune”.
Le conclusioni il presidente dell’Anci le ha dedicate alla local tax, che, secondo quanto annunciato dal governo, partirà nel 2016. “Siamo, come sempre, pronti a discuterne ma due cose devono essere chiare e non ci stancheremo mai di ricordarle: la local tax non deve portare ad un minor gettito per i Comuni e deve essere un tributo esclusivo con la titolarità in capo ai Comuni stessi, senza compartecipazione da parte dello Stato”.