Bagnomaria (Film, 1999)
Quando vidi al cinema Bagnomaria mi sembrò un film inutile e irritante, una farsa balneare ai minimi termini, ché chiamarla commedia era davvero troppo, basata su quattro personaggi televisivi portati al successo da Panariello e costruita su una delle peggiori sceneggiature di Benvenuti e De Bernardi. Non che il giudizio sia cambiato di molto, ma a distanza di quasi vent’anni devo dire che il film è invecchiato bene e che qualche elemento positivo si riesce a trovare. Girato in Versilia, fra Marina di Pietrasanta e Forte dei Marmi, riceve un’accoglienza critica così negativa che Panariello riceve una nomination come Peggior attore per l’edizione 1999 dei Fiaschi d’oro.
La trama si racconta in poche righe, perché è solo un pretesto per le esibizioni di Panariello alle prese con i personaggi lanciati da Carlo Conti. A Marina di Pietrasanta assistiamo alle gesta poco eroiche di Merigo (ubriacone appassionato di biciclette), Pierre (figlio del sindaco, fancazzista amante della discoteca), Simone (un bambino scappato dalla colonia) e Mario (il bagnino contafrottole del Bagnomaria). Sono fermamente convinto che – tra vent’anni – Bagnomaria si guadagnerà uno status di culto, come icona del trash, se non altro per il debutto di una prorompente Manuela Arcuri come venditrice di bomboloni che seduce Simone. Non solo. Ugo Pagliai sindaco del paese e padre di un discotecomane nottambulo vale il prezzo del biglietto. Tony Corallo che canta Lauretta mia/bimba adorata/la serenata/la canta papà… non è da meno. Altri momenti cult. Merigo che trasporta in bicicletta la salma del defunto Brunello convinto che sia vino e sbotta quando il prete in chiesa dice: Bevetene tutti… Simone invaghito della venditrice di bomboloni che diventa invisibile per sfuggire al fidanzato. Manuela Arcuri giovanissima in tutta la sua bellezza che si fa ammirare in bikini. Merigo che parla con la bicicletta nuova di zecca come se fosse una donna. Mario il bagnino che riemerge dalle acque citando il finale del primo Venerdì 13. Poco altro, certo, un piccolo ruolo anche per Pietro Fornaciari, il babbaccio di Ovosodo, figura da film di Virzì, riparatore di biciclette soprannominato Livorno, impegnato a tirare scherzi feroci a Merigo.
Bagnomaria è una farsa sgangherata, un film senza trama, sceneggiato su misura per la comicità di Panariello, ma conserva una sua ben precisa originalità. Un prodotto commerciale, un lavoro appena dignitoso, un television movie cabarettistico che – contrariamente a certe pseudo commedie contemporanee – si basa sui tempi comici di un vero attore e rispetta il pubblico.
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Regia: Giorgio Panariello. Soggetto e Sceneggiatura: Piero De Bernardi, Leonardo Benvenuti, Giorgio Panariello. Fotografia: Danilo Desideri. Montaggio: Antonio Siciliano. Effetti Speciali: Franco Galiano. Musiche: Gianluca Sibaldi. Scenografia: Gualtiero Caprara. Costumi: Tatiana Romanoff. Produttori: Vittorio Cecchi Gori, Rita Rusic. Case di Produzione: Cecchi Gori Group, Tiger Cinematografica. Distribuzione: Cecchi Gori Group. Genere. Commedia. Durata: 90′. Interpreti: Giorgio Panariello (Mario, Merigo, Pierre, Simone), Gianna Giachetti (Bice), Ugo Pagliai (il sindaco), Andrea Cambi (il vigile), Pietro Fornaciari (Livorno), Manuela Arcuri (la bombolonaia), Lillo & Greg (avvocati), Mario Cipollini (se stesso), Alfiero Toppetti (cliente del Bagnomaria), Piero Maggiò (Boris), Renzo Rinaldi (prete).
[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]