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Clima: Australia annuncia target per Parigi, -26% sul 2005 Scienziati e ambientalisti, ‘pateticamente inadeguato’ – In vista della Conferenza Onu sul Cambiamento Climatico di fine anno a Parigi, il governo conservatore australiano ha annunciato il suo target di riduzione delle emissioni di gas serra: almeno il 26% sotto i livelli del 2005 entro il 2030. Meno ambizioso della maggior parte degli altri paesi sviluppati e duramente criticato dalle opposizioni laburista e dei Verdi e da enti scientifici, oltre che dagli attivisti per il clima. Il gabinetto federale ha stabilito il target del 26% con la possibilità di aumentarlo al 28% a seconda dell’impatto economico. E ha cambiato l’anno base delle emissioni, dal 2000 al 2005, rendendo il target piú facile da comparare con gli Usa e il Canada. Tuttavia il 2005 è stato un anno con livelli particolarmente alti di emissioni, il secondo per intensità dal 1990, l’anno in cui entrò il vigore il Protocollo di Kyoto. Il 26% rispetto al 2005 equivale al 19% rispetto ai livelli del 2000. Il target stabilito vuole mantenere un giusto equilibrio tra proteggere l’ambiente globale e salvaguardare i posti di lavoro e la crescita economica dell’Australia, ha dichiarato il ministro delle Finance Mathias Cormann. “”E’ molto importante per noi dare un contributo forte e responsabile agli sforzi globali per ridurre le emissioni, ma senza detrarre dal procedere della nostra prosperità economica”, ha aggiunto. (ANSA).

Trivelle: catena umana abbraccerà il Cretaccio alle Tremiti Manifestazione in programma il 27 agosto – Ambientalisti, amministratori comunali del litorale molisano e associazioni “No triv” abbracceranno l’isolotto del Cretaccio alle isole Tremiti. Una lunga catena umana in mare, davanti a San Domino e San Nicola, le due principali isole dell’arcipelago delle Diomedee (Foggia) per contrastare il rischio di nuove trivellazioni in mare. E’ l’iniziativa organizzata dall’associazione tremitese “Punto a Capo” che raggruppa ristoratori, albergatori, cittadini e operatori turistici delle Tremiti a cui hanno aderito anche i 4 comuni della costa molisana: Termoli, Campomarino, Petacciato e Montenero di Bisaccia. L’obiettivo dei manifestanti è focalizzare l’attenzione “su un tema importante quale la tutela del mare Adriatico e dire un no chiaro e deciso” a nuove perforazioni dei fondali marini per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi. L’iniziativa è in programma alle 12 del 27 agosto, sulla banchina del porticciolo di San Domino per poi raggiungere il Cretaccio e disporsi intorno all’isolotto. La protesta alle Diomedee arriva dopo quelle di Peschici, Vieste, Manfredonia, Lanciano e quella di Termoli del 2011, durante la quale anche un testimonial d’eccezione come Lucio Dalla si era espresso in difesa dell’Adriatico. “Il nostro mare e soprattutto il tratto di Costa dei Delfini compresa l’area delle isole Tremiti, è una delle zone più pulite e incontaminate dell’intero Adriatico – ha commentato il sindaco di Termoli Angelo Sbrocca -, è un bene da tutelare e proteggere da ogni tipo di abuso, non solo dal pericolo delle trivellazioni ma anche dall’inquinamento dato dalla presenza sempre più massiccia di plastica, polistirolo e retine, gettati in mare. L’appello è per tutti, turisti, pescatori, cittadini, diportisti, ad aver cura del mare,  del nostro mare, della fauna e dell’ecosistema che ha un equilibrio particolarmente fragile. L’Amministrazione di Termoli sarà presente alle Tremiti il 27 agosto per ribadire il suo no alle trivellazioni. Invitiamo anche tutti i termolesi a partecipare”.(ANSA).

Goletta Verde: nel Lazio cariche batteriche elevate in 15 campionamenti su 24 – “Scarichi abusivi o non controllati direttamente su spiaggia e un deficit depurativo, sono i principali fattori che continuano a mettere a dura prova il mare del Lazio, dei ventiquattro punti monitorati lungo le coste laziali da Goletta Verde, 15 presentano una carica batterica superiore ai limiti consentiti dalla legge. Per frenare le problematiche legate alla depurazione, Legambiente chiede che Regione e amministrazioni comunali, di costa e entroterra, siano attive nella risoluzione dei deficit depurativi ancora presenti, per non compromettere una delle principali risorse di questo territorio, e iniziare a rilanciare l’economia turistica e del mare in chiave sostenibile”. Così in una nota Legambiente Lazio. “Molte delle problematiche riscontrate dai tecnici di Goletta provengono ovviamente dall’entroterra, ne è un esempio il Tevere, dove poche settimane fa Legambiente denunciava la presenza di ben 12 scarichi non depurati solo a Roma che gli ambientalisti hanno chiesto al gestore del servizio idrico di adempiere al suo ruolo e – continua il comunicato – risolvere immediatamente tali conosciute criticità. Tutte le regioni italiane poi, sono ormai sotto l’attenzione dell’Ue: l’ultima procedura arrivata lo scorso anno coinvolge anche sei agglomerati urbani laziali: quello di Roma (con 2milioni 768mila abitanti equivalenti); di Anagni (20.267 a.e.), di Fontana Liri-Arce (9mila a.e.), di Monte San Giovanni Campano (9.100 a.e.), Orte (7.500 a.e.) e Piglio (4.800 a.e). Questi agglomerati risultano non conformi all’art.4 in quanto non è stato dimostrato che tutto il carico generato riceve un adeguato trattamento secondario.  La vigente direttiva sulle acque di balneazione impone poi ai Comuni di divulgare informazioni sulla qualità dei singoli tratti di mare, secondo la media degli ultimi quattro anni di prelievi (qualità scarsa, sufficiente, buona, eccellente). Eppure in nessuno dei punti campionati i nostri tecnici hanno trovato traccia della cartellonistica informativa. Inoltre, sempre in tema di corretta informazione per i bagnanti, i nostri tecnici segnalano come alcune foci di fiumi e canali (ad esempio la foce del Tevere) risultano balneabili sul Portale delle Acque, il sito gestito dal Ministero della Salute dove dovrebbero confluire i dati delle Arpa regionali e delle stesse Regioni”.(OMNIROMA)

Estate, guardare i pesci fa bene alla salute – Guardare i pesci è un passatempo che fa bene alla salute. Vederli nuotare e girovagare, sott’acqua o in un acquario, è ipnotico e rilassante, calma il battito cardiaco e abbassa la pressione, secondo uno studio britannico pubblicato su ‘Enviroment & Behavior’. I ricercatori delle università di Plymouth e di Exeter hanno collaborato con il National Marine Aquarium per monitorare i cambiamenti dello stato fisico e mentale dopo un pò di tempo trascorso a fissare un acquario. Ebbene, i partecipanti hanno sperimentato una riduzione della pressione e del battito cardiaco. E, mostrano i risultati, più numerosi sono i pesci, più le persone sono ‘catturate’ e maggiori sono i benefici sull’umore. Diversi studi evidenziano gli effetti positivi di trascorre più tempo in mezzo alla natura, ma non c’erano molti altri lavori sull’influsso dell’ambiente marino. “Gli acquari, oppure immagini di pesci sono spesso utilizzati nelle sale d’attesa dei dentisti, ma anche negli ospedali per calmare i pazienti – afferma Deborah Cracknell, la ricercatrice che ha guidato lo studio – Questo lavoro dimostra, per la prima volta, che ‘dosi’ di esposizione ad ambienti sottomarini potrebbero avere un impatto positivo sul benessere delle persone”. Per i ricercatori, “gli acquari rappresentano un’oasi di calma e relax in questi tempi di ritmi lavorativi e urbani frenetici e stressanti”. Si può imparare dai pesci a rallentare e rilassarsi. (AdnKronos)

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