Settembre, quali scenari?

Dopo la pausa estiva ci si prepara ad affrontare il nuovo anno politico che potrà aprire importanti scenari. Da un lato ci sono le riforme, gli annunci di riforme e qualche decreto attuativo di riforme già avviate, e dall’altro c’è sia il rischio di qualche voto anticipato (su tutti Roma e la Sicilia) e le amministrative della prossima primavera con la delicata situazione milanese.

E sarà proprio quest’ultima una delle partite più importanti da giocare per Renzi. Il capoluogo lombardo, oltre che  guidare la ripresa economica del paese, dovrà affrontare e realizzare il dopo Expo. La riqualificazione dell’area espositiva avrà una valenza politico- economica di grande rilevanza e Renzi non vuole perdere il treno. La mancanza di un valido sostituto a Pisapia, attuale sindaco di Milano, ha costretto il Premier a chiedere un ripensamento al primo cittadino per evitare che un centrodestra stranamente più coeso possa riservargli lo stesso scherzetto della Liguria.

Inoltre c’è Roma: per evitare ulteriori terremoti Renzi ha deciso di commissariare Marino per il Giubileo, al fine di evitare altre figuracce e di trovarsi a dover affrontare una giornata di tornata elettorale che vedrebbe il PD quale grande sconfitto. La decisione di delegare i poteri al Prefetto Gabrielli è la chiara volontà di cercare di salvare il salvabile, organizzarsi ed eventualmente anticipare il voto andando alle urne con una strategia che possa almeno sulla carta risultare vincente.

Stessa sorte per la Sicilia. L’amministrazione Crocetta ha decisamente fallito e il voto anticipato è ormai scontato. Qui la situazione è più complessa perché Grillo sembra destinato a prendere la guida della regione. Renzi nei prossimi mesi dovrà cercare di risollevare la situazione tirando fuori dal cappello qualche coniglio magico.

E se sul piano locale le cose sono estremamente  movimentate, sul piano nazionale le cose non sembrano andare meglio. I recenti attacchi al Meeting di Rimini sui governi di centrosinistra dell’ultimo ventennio non hanno fatto altro che aumentare la distanza con la minoranza Dem. La partita si giocherà sicuramente sulla riforma del Senato dove gli oltre mezzo milione di emendamenti vogliono paralizzare il provvedimento. Ed è qui che la strada del Patto del Nazareno sembra riaprirsi. Berlusconi pare intenzionato ad appoggiare la riforma con qualche modifica, proprio dove la minoranza PD sembra costruire barricate, non facendo altro che alimentare la sofferenza interna che non scongiura una imminente scissione. In questo caso lo scenario politico muterebbe completamente, si ritornerebbe ad un sistema stile prima Repubblica con gli estremi del parlamento polarizzati ed un grande contenitore al centro. Storie di fantapolitica agostana, ma i trascorsi della storia politica italiana lasciano ampi spazi per questa ipotesi.

Intanto, per salvare capra e cavoli Renzi, in perfetto stile berlusconiano, ha deciso di movimentare il sentiment politico degli italiani annunciando l’abolizione della tassa che più è stata capace di spostare voti: la tassa sulla casa. Il piano di riduzione delle tasse annunciato dovrà per forza trovare attuazione a breve per evitare ulteriori emorragie di voti, ma tra i tagli effettuati e quelli annunciati, soprattutto agli enti locali, ci sarà molto da lottare e per Renzi si preannunciano mesi estremamente bollenti. Per lui, il caldo torrido di quest’anno potrebbe non avere fine.

©Futuro Europa®

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