Caporalato in agricoltura, interviene il Mipaaf

In seguito anche alle morti sospette accadute ultimamente in Puglia, dovute al lavoro massacrante che i braccianti agricoli sono costretti a fare, in condizioni di assoluta inciviltà, in un regime di para-schiavitù a cui sono sottoposti, con l’assenza di regole e certezze contrattuali, previdenziali e assicurative ed in mancanza di sicurezza operativa nella quale si trovano a rendere le loro prestazioni lavorative è intervenuto il Ministero delle Politiche Agricole.

Il Ministro Martina ha affermato che il caporalato in agricoltura è un fenomeno da combattere come la mafia e per batterlo occorre la massima mobilitazione di tutti: istituzioni, imprese, associazioni e organizzazioni sindacali e chi è a conoscenza di situazioni irregolari le deve denunciare senza esitazioni. Viene da pensare che il caporalato esiste perché esiste la mafia, queste morti sono avvenute, in effetti, nel nostro Mezzogiorno e lo sfruttamento è talmente profondo da pagare i braccianti 3 euro l’ora per un totale di 30 euro in una giornata di 10 ore, quando, in realtà, il contratto nazionale stabilisce 52 euro al giorno. Con queste morti è venuto alla luce un mondo sotterraneo, che molti conoscevano, ma che nascondevano.

Il Ministero delle Politiche agricole insieme al Ministero del Lavoro, dell’Economia e della Conferenza delle Regioni, con l’Inps, le organizzazioni sindacali e professionali hanno dato vita alla “Rete del lavoro agricolo di qualità”, organismo autonomo nato per rafforzare le iniziative di contrasto dei fenomeni di irregolarità e delle criticità che caratterizzano le condizioni di lavoro nel settore agricolo. Dal primo settembre le aziende agricole interessate potranno aderire alla Rete tramite il sito dell’Inps, per la prima volta in Italia si istituisce un sistema pubblico di certificazione etica del lavoro. Con la “Rete del lavoro agricolo di qualità”, sarà possibile attuare un percorso di contrasto al fenomeno dello sfruttamento e dell’illegalità nel lavoro agricolo e avviare un percorso di semplificazione e di trasparenza per le aziende.

Si prevede inoltre un sistema premiante per le imprese che aderiranno alla Rete ed entreranno nel circuito. Il Certificato di qualità sarà attribuito alle aziende virtuose, dopo un percorso di puntuali verifiche preventive effettuate nelle aziende stesse ed andrà a comporre una ‘griglia selettiva’ atta ad individuare, valorizzare e premiare le imprese più in regola.

Il coordinamento tra istituzioni e parti sociali sarà ulteriormente rafforzato con il completamento dell’iter parlamentare del collegato agricoltura, che prevede l’adesione alla Rete, attraverso la stipula di convenzioni, degli sportelli unici per l’immigrazione, delle istituzioni locali, dei centri per l’impiego e degli enti bilaterali costituiti dalle organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori in agricoltura: per il rilancio del settore.

Ottima iniziativa, ma per combattere il caporalato bisognerà avviare un confronto per il cambiamento delle coscienze e della mentalità delle persone che vivono in quei luoghi: una lotta che si presenta dura e difficoltosa.

©Futuro Europa®

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