G20 Ankara: non basta solo la politica monetaria

L’Unione Europea può funzionare solo se i Paesi membri lavorano insieme per l’interesse comune e non si assiste a uno scontro continuo tra interessi nazionali. Durante il recente G20 di Ankara, in Turchia, sono state affrontate dai Ministri delle Finanze e dai Governatori delle Banche Centrali le questioni di economia globale dell’Unione e le prospettive per la crescita in un contesto macroeconomico, facendo i conti con la crisi globale, nella prospettiva di far cambiare marcia all’economia per una ripresa più rapida.

Nel documento di chiusura del vertice di Ankara si legge che l’intenzione dei Governatori delle Banche Centrali e dei Ministri delle Finanze è di continuare a monitorare gli sviluppi, valutare le ripercussioni e prestare attenzione ai rischi emergenti per rafforzare, così, la stabilità finanziaria. Il Documento prodotto dai lavori di Ankara, è sì lo spartiacque tra Ankara e il prossimo G20 che si terrà ad Antalya a novembre, ma anche una tappa importante in vista della riunione del Fed del prossimo 16-17 settembre 2015.

L’intenzione espressa dai Ministri finanziari è di affrontare la crisi economica servendosi di misure concrete che rafforzino la crescita, garantiscano gli investimenti e promuovano politiche di inclusione. Lo stesso Direttore del Fondo Monetario Internazionale – Fmi -, Christine Lagarde ha dichiarato, al termine del G20, come sia d’importanza “…cruciale che i Paesi del G20 aumentino gli sforzi congiunti, per una tempestiva ed effettiva implementazione delle strategie di crescita, per affrontare l’attuale congiuntura di crescita moderata ed irregolare, anche mantenendo politiche monetarie accomodanti”.

Naturalmente tra i principali temi del vertice di Ankara non poteva mancare la crisi della Cina, che ha cercato di rassicurare i Paesi presenti sulla strategia che intende attuare, per arginare l’attesa frenata della propria economia, che rappresenta nello scenario attuale uno dei principali rischi per l’economia globale (come si legge nel Rapporto a cura dal Fondo Monetario Internazionale, predisposto in vista del summit di Ankara) e di chiarire la portata e i contorni della crisi, come gli era stato chiesto di fare da Draghi.

Dai risultati di questo Rapporto, la crescita globale è moderata e, secondo il Fmi, resterà tale anche a causa delle difficoltà che si stanno avendo nell’economia cinese, riflettendo un ulteriore rallentamento delle economie emergenti, un ripresa flebile nelle economie avanzate”, e, stando al Rapporto, questo è l’elemento che fa aumentare i rischi per la ripresa economica globale.

Si è, inoltre, ribadito al G20 l’importanza e: “…il ruolo centrale delle politiche macroeconomiche e delle politiche strutturali a sostegno dei nostri sforzi – dichiarano i governatori -, per raggiungere una crescita sostenibile ed equilibrata. E’ necessario che le politiche monetarie continuino a sostenere l’attività delle banche nella consapevolezza che la sola politica monetaria non basti a garantire una crescita equilibrata”. I ministri ed i governatori continuano evidenziando: “…che occorre evitare qualsiasi svalutazione competitiva e si deve resistere alla tentazione del protezionismo. Si deve rafforzare la flessibilità delle politiche fiscali e a tenere conto delle condizioni economiche a breve termine per agevolare la creazione di nuovi posti di lavoro e sostenere la crescita”.

Nel comunicato finale di chiusura del Vertice dei G20 di Ankara si sottolinea ancora come occorra: “calibrare attentamente e comunicare chiaramente” in caso di decisioni importanti, per minimizzare le ripercussioni e mitigare l’incertezza, continuando: “…la politica monetaria continuerà a sostenere l’attività economica, coerentemente con il mandato delle banche centrali, ma non può portare da sola ad una crescita bilanciata”, questo è il punto su cui ha insistito particolarmente il presidente della Banca Centrale Europea, Draghi e linea che ha registrato il consenso della maggioranza dei presenti a cominciare dal segretario al Tesoro USA, Jacob Lew. In sostanza la politica monetaria da sola non basta. Occorre una diversa e migliore rimodulazione di una reale ed efficace Unione politica nella U.E.

Lo stesso Presidente della Repubblica, nel corso del suo messaggio di saluto, in videoconferenza, dal Quirinale, per la 41esima edizione del Forum Ambrosetti di Cernobbio, ricorda che l’Unione Europea è alle prese con importanti sfide con cui misurarsi e da risolvere di portata “epocale”: “…l’Europa si è costruita dentro le crisi, grazie all’impegno di statisti illuminati”, che: “…l’inadeguatezza degli Stati Nazionali” nel far fronte a fenomeni come la crisi economica e la fragilità della: “logica emergenziale” stanno: “creando un’Europa più debole, i suoi cittadini più insicuri, producendo differenze tra gli Stati membri”. Quello che occorre, continua il Presidente Mattarella: “ è un’adeguata visione di lungo periodo, la consapevolezza di un destino comune. Bisogna sconfiggere la paura e il senso di comunanza di interessi deve tornare ad essere la base della strategia continentale”, quello che sta accadendo nell’Unione: “…rende evidente l’esigenza di una maggiore integrazione con istituzioni comuni”, una sfida che tocca non solo i temi umanitari, ma anche: “l’economia” e chiede che: “la promessa della moneta unica come premessa di unità politica sia mantenuta”. Le crisi non: “devono paralizzare i Paesi dell’Unione, l’Europa, come sosteneva Jean Monnet, si è fatta nelle crisi ed è attraverso le crisi che statisti illuminati hanno saputo intravedere e perseguire obiettivi di crescita”.

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