USA, un camionista candidato Governatore Dem in Mississippi
Un autista di TIR single, che non ha neanche fatto campagna elettorale, ha vinto le primarie Dem per la carica di Governatore del Mississippi. Anche questa è America.
Rari sono i candidati altrettanto “passamura”. Robert Gray non ha detto a nessuno che si presentava per la carica di Governatore del Mississippi. Neanche a sua madre, con la quale ancora vive. Gray è un afroamericano di 46 anni, autista di TIR. Non ha mosso un dito per la sua campagna elettorale, non ha fatto alcuna raccolta fondi, né speso un centesimo in pubblicità o per qualche esperto in pubbliche relazioni. Non è neanche andato a votare per se stesso il giorno delle primarie, troppo occupato, dice, a fare una consegna. Lasciando tutti a bocca aperta, il mese scorso ha comunque guadagnato l’investitura democratica e dovrà quindi affrontare a Novembre il Governatore Repubblicano uscente. Questo risultato non lo ha ottenuto per mancanza di avversari. Aveva contro di lui due donne, Vicki Slater, avvocato appoggiata dal Partito, con ottimi finanziamenti e molto preparata, e Valerie Adream Smart Short, medico. Robert Gray ha ottenuto il 51% delle preferenze, superando la Slater di quei 20 punti che gli hanno evitato il ricorso al ballottaggio. Come può un illustre sconosciuto, senza apparato né campagna elettorale, imporsi in questo modo? L’interessato da una risposta di buon senso, come solo una persona semplice può fare: “forse è per il mio nome, Robert è un nome molto familiare, forse la gente si è sentita confortata per questo, quasi tutti hanno in famiglia un Robert”. I dirigenti democratici, ancora sotto shock forniscono un’altra spiegazione, più “tecnica”. Molti degli elettori che votano alle primarie non lo fanno per “eleggere un Governatore”, afferma Rickey Cole, Presidente del Partito Democratico dello Stato. Vanno a votare per scegliere uno sceriffo, un Direttore di Accademia… qualcuno che ricopra un ruolo amministrativo. Quindi quando leggono i nomi sulla scheda, e si accorgono di non conoscere nessuno, scelgono il primo della lista, a caso”. Gray era anche l’unico uomo in lizza. “Non sarei stupito se un’analisi più approfondita del voto mettesse in luce un comportamento sessista”, puntualizza Cole. Una spiegazione ancor più sessista dell’eventuale scelta degli elettori e che non fa loro molto onore.
Robert Gray ha il profilo del candidato anti-establishment che piace tanto in questo periodo. Come Donald Trump è un imprenditore (piccolo), che non ha mai fatto politica e che vuole che le cose combino. A differenza del magnate immobiliarista, non possiede nessuna caratteristica da tonante tribuno della plebe. Taciturno, discreto, non è un grande oratore e non sembra neanche essere molto a suo agio in mezzo alla folla. Inseguito dai giornalisti curiosi di conoscere questo misterioso vincitore, Robert Gray ha rilasciato qualche intervista spiegando che era autista single, che lavorava in proprio e guidava da vent’anni autotreni. “Tutti cercano di capire chi io sia. Penso di essere una persona discreta per natura.”, ha detto. Il suo soprannome sul CB, il baracchino del camion, è “Cavaliere Solitario”, a conferma del fatto che non è un grande chiacchierone. Il New York Times, che ha svolto un’inchiesta nel suo villaggio di 1000 abitanti, non ha trovato nessuno che conoscesse Gray. Sua madre pensava ad un caso di omonimia, anche se, per non sbagliare, ha votato per lui.
La vittoria di Gray la dice lunga sullo stato dei democratici nel Sud degli Stati Uniti. Una volta dominanti, negli ultimi 20 anni sono stati completamente asfaltati dai Repubblicani. Non è la prima volta che qualcuno vinca l’investitura senza aver fatto campagna. Nel 2010, in Carolina del Sud, Alvin Greene – un ex soldato di 32 anni disoccupato che viveva con il padre – aveva vinto le primarie per una poltrona da Senatore. Il Partito aveva tentato di sbarazzarsene dopo la sua condanna per uso di pornografia. Ma Greene è rimasto in corsa, anche se poi ha ovviamente perso contro l’avversario Repubblicano. In Tennessee, un altro sconosciuto dal nome improbabile – Charile Brown – è riuscito ad imporsi alle primarie per la carica di Governatore. Per tutta campagna aveva usato una foto postata su Facebook dove veniva ritratto con tre pesci gatto. In entrambe i casi, Greene e Brown avevano il loro nome in cima alla scheda elettorale, cosa che è risultata essere sufficiente a farli eleggere in scrutini a bassissimo tasso di partecipazione.
Se Robert Gray non ha nessuna esperienza politica, non gli mancano opinioni ben chiare, convinzioni che ha costruito a forza di ascoltare la radio nei suoi lunghi spostamenti. Ha deciso di presentarsi perché il Governatore Phil Bryant non era riuscito a ridurre la profonda povertà che colpisce il Mississippi. Per quanto concerne il suo programma, è sintetico ma chiaro: La gente si lamenta del Governatore. Farò esattamente il contrario di quello che ha fatto”, ha detto al New York Times. Vuole far avere l’assicurazione sanitaria ai più poveri – in parte anche perché neanche lui se la può permettere – e spendere più soldi per le infrastrutture e l’istruzione. Le sue possibilità di vittoria sono quasi nulle. Il Mississippi è iper conservatore e il Governatore uscente dispone di un’enorme apparato di professionisti che gli organizzano ogni momento della campagna, senza contare dei tre milioni di dollari a sua disposizione. Ma Robert Gray, che ha assunto per l’occasione due volontari, uno dei quali è sua sorella, non sembra essere preoccupato. “Spero che li spenderà, perché, che lo vogliate o no, aiuta l’economia”. Un gruppo di suoi sostenitori ha aperto una pagina Facebook, attualmente gli iscritti sono 221. Il Partito Democratico, facendo buon viso a cattivo gioco, ha deciso di appoggiare Gray, sperando che possa attirare i delusi della politica perché porta nella corsa “un’autenticità assolutamente spontanea”. Da qui a vedere la sua motrice parcheggiata nel cortile del palazzo del Governatore.
Robert Gray non diventerà forse Governatore, né Presidente della Repubblica, forse neanche sceriffo. Ma il bello del sistema americano è che tutti hanno una possibilità, che si chiamino Trump, Clinton, Sanders o Gray, che corrano per la più alta carica dello Stato o per la più alta carica del Paese. In un momento in cui le sovrastrutture sociali hanno soffocato la semplicità dei sentimenti, un pensiero “puro” e al limite dell’ingenuità ci fa sorridere e ci fa bene.