Dieci anni di IMU, ed ora?

L’Imu è praticamente raddoppiata in 10 anni. I dati dell’ultimo rapporto Eurostat parlano chiaro: in un decennio è passata dallo 0,8 per cento del 2000 all’1,6 per cento del 2012. Lo ha fatto ogni governo. Il tormentone usato dal premier di turno è sempre lo stesso: “Abbassare le tasse sulla casa”. Matteo Renzi lo ha promesso: “Dal 2016 basta imposte sull’abitazione principale” e lo ha inserito nella Legge di stabilità. Neanche il tempo di esultare che da Bruxelles è arrivato il primo altolà. E sì perché se togli da una parte, per far quadrare i conti, devi per forza aggiungere da un’altra. Che poi non debba essere l’Europa a dirci dove e come ritoccare le tasse è un altro discorso.

Torniamo a parlare di numeri. Negli ultimi trend fiscali diffusi dall’Eurostat l’Italia risulta al quarto posto per l’imposta sulla casa. Nel 2012, considerando solo l’Imu, lo Stato ha incassato la bellezza di 24,8 miliardi di euro, dato pressappoco costante negli ultimi tre anni con un aumento contenuto di 2 miliardi di euro. Nell’Eurozona chi fa pagare più di tutti i proprietari è la Gran Bretagna dove il fisco sugli immobili, sempre nel 2012, si è attestato al 3,4 per cento del Pil nazionale con oltre 65 miliardi di gettito. Certo, vale la pena ricordare che il sistema di welfare britannico è diverso rispetto al nostro. Al secondo posto la Francia con le tasse sulle casa che pesano per il 2,4 per cento del Pil con 48,4 miliardi di euro. Al terzo posto la Danimarca, con un gettito che grava per il 2,1 per cento sul Pil, ma che porta nelle casse dello Stato danese solo 5 miliardi di euro. In Croazia e a Malta la casa è tax free.

Il governo ha deciso per l’abolizione della Tasi nel 2016, con un programma di progressiva riduzione anche di Imu e Ires. I mancati introiti dovrebbero essere compensati con il taglio dei costi, riduzione di spesa, scudo fiscale e lotta all’evasione fiscale. In concreto, però, per recuperare parte dei soldi sulla prima casa qualcuno teme che i tecnici di via XX Settembre stiano pensando di rivedere le aliquote per i possessori di una seconda abitazione o per chi decide di affittare.

Una prospettiva, per ora, assolutamente teorica ma che potrebbe gravare come un macigno per chi ha la colpa di possedere più di un’abitazione o per gli inquini. Per adesso, l’unica certezza è che la Tasi sulla prima casa non si pagherà ma il canone Rai sarà addebitato direttamente nella bolletta elettrica. Cento euro, invece di 113 e rotti, che dovrebbero essere rateizzati. Felici, quindi, di non sborsare più la gabella sulle quattro mura domestiche? Bene, non dimenticate però di saldare il canone Rai l’anno prossimo perché sennò la multa è un vero e proprio salasso: 500 euro.

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