Svizzera, un voto contro “l’immigrazione di massa”

La questione migratoria ha fatto vincere l’Unione democratica di centro (UDC), sebbene, paradossalmente, la Svizzera venga risparmiata dall’ondata di rifugiati.

Mai in Svizzera un Partito politico aveva raggiunto un tale risultato: 29,5% delle preferenze. In queste Elezioni del 18 ottobre, non solo l’UDC vince 11 seggi, ma lascia molto dietro di sé (a più di 10%) le altre formazioni politiche, i socialisti e i liberali-radicali. Il Partito del miliardario Christoph Blocher si ritrova così in una posizione di forza che gli permette di chiedere un secondo seggio nel Consiglio federale (Governo) che si compone di sette membri. La cosa che stupisce di più in queste elezioni, è che si sono giocate tutte sulla questione migratoria, quando la Svizzera, che non è neanche membro dell’Unione Europea, non è affatto coinvolta dall’arrivo massiccio di rifugiati, soprattutto siriani. Secondo un sondaggio, più del 40% degli elettori ha votato in funzione delle soluzioni che i partiti politici danno alle questioni asilo e immigrazione. Più precisamente, i temi dell’asilo e dei rifugiati, con il 23%, si piazzano primi, davanti a quello dell’immigrazione (19%) e a quello dell’Unione Europea (13). Invece, l’economia (8,5%) e l’ambiente (7%) non sono argomenti trainanti. E’ vero che la Confederazione si mostra in ottima salute dal punto di vista economico, con una disoccupazione bassissima, appena superiore al 3%, e che la natura, tra laghi e montagne è molto ben conservata. Se i socialisti hanno resistito abbastanza bene allo shock, perdendo solo due seggi, i Verdi, e soprattutto i “Verdi liberali”, sono sprofondati, perdendo questi ultimi la metà dei loro deputati.

Tradizionalmente, l’Unione democratica di centro è, nella Svizzera tedesca, il Partito dei contadini, degli artigiani e dei borghesi. Questa formazione centrista ha cominciato a radicalizzarsi negli anni ’80 sotto l’impulso di Christoph Blocher, proprietario del gruppo chimico EMS-Chemie, che da lavoro a più di 3000 persone in giro per il mondo. Christoph Blocher, 75 anni, che ha rinunciato al suo seggio di deputato a Zurigo nel 2014, aveva già lasciato le redini della sua impresa EMS-Chemie a sua figlia Magdalena Martullo-Blocher nel 2003. Per molto tempo Magdalena, sposata e madre di tre figli, e rimasta fuori dalla politica. A 46 anni, candidata per la prima volta domenica nel cantone dei Grigioni, è stata eletta senza problemi. Cosa farà ora? Gestirà contemporaneamente, come lo ha fatto per molto tempo suo padre, un gruppo che ha un giro di affari pari a  due miliardi di euro e la carriera politica? Diventato il Partito più a destra del Paese, l’UDC ha preso sempre più voti nelle elezioni degli ultimi anni, arrivando ad ottenere il 28,9% nel 2007. La battuta d’arresto avuta nel 2011, che gli aveva fatto ottenere che il 27% delle preferenze, era stata vista dai suoi detrattori come l’inizio della fine. Ma le cose sono andate diversamente. Pierre Ruetschi, redattore capo del La Tribune de Genève, ha riconosciuto che il risultato dell’UDC del 2011 non era stato che un “semplice singulto della storia. Il Partito di Christoph Blocher è tornato. In modo prorompente”. Il giornalista precisa, riferendosi ai dirigenti dell’UDC: “vogliono salvare la Svizzera fossilizzandola. Una grande raggiro, ma molto ben rodato”.

Il Partito di Blocher potrà ora chiedere a gran voce che la Svizzeri onori i risultati elettorali del referendum del 2014 da loro voluto per chiedere l’instaurazione di quote per gli stranieri, compresi gli espatriati dell’Unione Europea. All’epoca l’UE ha minacciato la Svizzera di denunciare tutti gli accordi bilaterali con Berna se veniva soppressa la libera circolazione. Il Governo ha fino al 2017 per decidere. Il manifesto più radicale utilizzato nella campagna elettorale è quello ideato dai giovani UDC del Cantone di Vaud: la caricatura di uno jihadista che portava una fascia al braccio con l’effigie UE, con uno sfondo stellato UE, che si apprestava a decapitare una giovane bionda imbavagliata e vestita con la bandiera svizzera sulla quale si leggeva il seguente appello: “tenete la testa sulle spalle”, “votate per la lista UDC”.

Per quanto riguarda la ripartizione degli incarichi in seno al Governo, è tradizione che i tre principali partiti dispongano di due seggi, e il quarto di uno solo. Per ora all’UDC non è stato attribuito che il dipartimento federale (ministero) della Difesa, della Protezione della popolazione e dello Sport. Cosa succederà se le altre formazioni politiche non rispondono alle esigenze dei nazionalisti? L’UDC prenderà il rischio di uscire dal Governo? L’UDC e il Partito liberale-radicale (PLR), spesso in opposizione, sembra debbano lavorare insieme, almeno a sentire quelllo che dice il vice-presidente dell’UDC, Luzi Stamm. Più evasivo, Christian Luscher del PLR ha risposto: “speriamo tutti preservare la nostra economia e la nostra prosperità”.  Il nuovo Governo verrà nominato dal Parlamento il prossimo 9 dicembre.

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