Cronache dai Palazzi

Fiducia a livelli pre-crisi. Cittadini e imprese sembrano diventare più ottimisti. Secondo i dati registrati dall’Istat, infatti, la fiducia dei consumatori a ottobre è la più alta da febbraio 2002, mentre la fiducia delle imprese è in rialzo per il terzo mese consecutivo e segna il livello più alto dal 2007. Anche Bankitalia annuncia una crescita del Pil che potrebbe sfiorare l’1% (le previsioni erano dello 0,7%). “Nel nostro Paese – spiega il governatore Visco – il Pil è tornato a crescere per la prima volta dall’inizio della crisi dei debiti sovrani, a ritmi intorno all’1,5% su base annua”. In sostanza “alla spinta iniziale della domanda estera si è affiancata quelle delle componenti interne, con il consolidamento dei consumi privati e il graduale riavvio degli investimenti”. L’area euro, e quindi anche l’Italia, sono comunque influenzati dai “rischi connessi con il rallentamento dell’economia cinese e, più in generale, con l’andamento dei Paesi emergenti”. Di conseguenza per mettersi in sicurezza occorre mettere in campo “riforme strutturali decise e lungimiranti”, ha aggiunto il governatore Visco.

Anche il presidente Sergio Mattarella plaude i “segnali di ripresa” di Italia, Spagna e Portogallo, in quanto “lasciano sperare che la più lunga crisi economica della seconda metà del ’900 sia finalmente alle spalle”. L’urgenza, ora, è “aggredire i livelli di occupazione ancora troppo alti, soprattutto tra i giovani”, ha ammonito il capo dello Stato auspicando una seria azione di contrasto nei confronti dell’occupazione giovanile.

Secondo l’Istat il generale miglioramento del clima di fiducia è la diretta conseguenza di un clima economico più disteso anche per quanto riguarda i giudizi e le attese delle famiglie. L’Istituto superiore di statistica registra infatti un aumento dal 10,7% al 12,6% della quota di coloro che si attendono un discreto miglioramento del quadro familiare. Aumentano inoltre coloro che vorrebbero acquistare un’auto nuova, mentre restano stabili gli orientamenti all’acquisto di un abitazione e diminuiscono coloro che vorrebbero ristrutturare casa. Diminuisce anche la fetta di cittadini che si attendono un innalzamento rilevante dei livelli di disoccupazione. Per Matteo Renzi, sempre più ottimista, “La pagina migliore per l’Italia deve ancora venire”. Nel contempo, dal palco della giornata mondiale del risparmio, il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, invita  gli imprenditori a fare la loro parte, ad investire. Il ministro difende inoltre l’impianto della legge di Stabilità e sottolinea che non serve soffermarsi sulle singole misure perché il taglio delle tasse continuerà anche il prossimo anno, quindi il progetto di manovra finanziaria va valutato nel suo insieme. In particolare con la manovra è stato prorogato “il bonus assunzioni, una misura che via via andrà a morire” in quanto “esaurisce la sua funzione in questa fase di transizione”. “Mi auguro – è stato l’auspicio del ministro – che le imprese sapranno approfittarne al meglio”. L’Italia “rimane un posto dove investire, è profittevole e attraente”, ha chiosato Padoan sottolineando che le riforme messe nero su bianco dall’esecutivo “migliorano il business environment”. Padoan difende inoltre la scelta del governo di alzare la soglia di uso del contante da mille a tremila euro e afferma che non esiste una diretta “correlazione” tra soglia del contante e ampliamento dell’economia sommersa. In 20 mesi, sottolinea il ministro dell’Economia, l’esecutivo ha azionato varie misure per stanare i “furbetti” del fisco, come split payment e reverse charge, che hanno determinato “1 miliardo in più” di incassi Iva. Padoan sorvola invece lo scontro relativo ai dirigenti illegittimi del fisco.

Nel contempo l’aula di Palazzo Madama, presieduta dalla renziana Valeria Fedeli, respinge una serie di emendamenti, presentati dalla senatrice dem Cecilia Guerra, miranti ad aumentare il numero delle posizioni organizzative speciali; in pratica una sorta di semi-dirigenza all’interno dell’Agenzia delle Entrate, tale da poter riassorbire i vari dirigenti degradati dalla sentenza della Corte costituzionale che obbliga anche le Agenzie fiscali ad indire dei concorsi pubblici per reclutare i propri funzionari.

Ma le battaglie non finiscono qui. La stessa Cecilia Guerra, insieme al senatore Giorgio Santini, sta elaborando un pacchetto di proposte di modifica per introdurre una sanatoria per i dirigenti illegittimi. Secondo il suddetto progetto, per selezionare il personale dirigente le Agenzie potrebbero avviare un percorso interno attraverso un corso-concorso di Alta formazione riservato ai funzionari del fisco. Un’altra ipotesi sarebbe quella di aumentare le Pos anche se si tratta di una soluzione rigettata dal governo già ben tre volte. Molto probabilmente la questione si chiarirà solo dopo il confronto tra Renzi e il sottosegretario del Tesoro Zanetti in programma la prossima settimana.

Nel frattempo non è certo uno spettacolo esaltante quello offerto dal Pd romano e dal sindaco dimissionario, Ignazio Marino, al quale Renzi nega ogni tipo di confronto. Anche dall’Avana, il premier prende nettamente le distanze dal Campidoglio  e non nasconde l’irritazione nei confronti delle vicende romane considerando inspiegabile il balletto del “Marziano”. Per i renziani, inoltre, la sinistra dem sta strumentalizzando il “caso Marino” per ribadire la propria ostilità al governo Renzi e, in primo luogo, per contrastare l’aria decisionista del premier. Non a caso, anche da Cuba il messaggio in chiave interna di Renzi è diretto proprio alla minoranza del suo partito: “martedì “riunione franca” sulla legge di Stabilità. “Non  è possibile continuare a mettere più soldi e avere un costante coro di polemiche. La legge di Stabilità deve parlare alla maggioranza degli italiani e non alla minoranza del Pd”. Nel frattempo il Pd di stampo renziano guarda anche a nuove alleanze in vista delle amministrative di primavera e bandisce gli accordi preventivi con Sel, sia a Roma sia a Milano. Nella Capitale, dopo il no di Franceschini e Gentiloni, potrebbe esserci posto per un sindaco donna, tantoché cominciano a circolare nomi come Marianna Madia e Beatrice Lorenzin.

Da Palazzo Grazioli, invece, il leader azzurro Silvio Berlusconi si dichiara pronto a schierare Forza Italia nell’esercito referendario che proverà ad ostacolare, oltre alla riforma della Costituzione, anche l’Italicum. “Serve una crociata che impedisca che al ballottaggio delle politiche arrivino Pd e Movimento 5 Stelle”, dichiara Berlusconi che preme l’acceleratore sull’opposizione al governo, e rivede le sue posizioni anche a proposito di unioni civili mettendo in campo lo schema della “libertà di coscienza”, pur non schierandosi contro (avendo già espresso in passato un parere a favore). La maggior parte dei forzisti, in effetti, sembra schierata contro le adozioni gay e dal dibattito emergono posizioni praticamente agli antipodi. Mara Carfagna ha, ad esempio, elaborato una proposta di legge sulle unioni civili tra omosessuali e Giacomo Caliendo un’altra di segno opposto. “La maggioranza di noi è contraria a qualsiasi estremizzazione che vada nella direzione di equiparare le coppie omosessuali a quelle etero”, sottolinea Maurizio Gasparri ribadendo la necessità per Forza Italia di “avere una sua linea rispetto alla quale, a quel punto, ciascuno potrà muoversi seguendo la propria coscienza”. In un recente passato, il partito degli azzurri apriva sia al ddl Cirinnà che alla stepchild adoption: “Forza Italia vuole le unioni civili”, dichiarava il 13 ottobre al Corriere Michela Vittoria Brambilla sottolineando di essersi confrontata anche con Berlusconi.

Le divisioni quindi non attraversano solo il Partito democratico che in questo momento, in virtù dello spettacolo surreale in scena al Campidoglio misto agli scandali di Mafia Capitale, rimane comunque il bersaglio mediatico più ambito.

L’intreccio affari-malavita-politica apre nuove ferite nel tessuto amministrativo della città, scatenando nuove faide all’interno dei partiti, Pd in testa. Come ha dichiarato nei giorni scorsi Alessandra Cattoi, la fedelissima del sindaco – facendo intendere che Marino stava “congelando” le proprie dimissioni – “gli scontrini non c’entrano, la crisi è politica e alla politica va ricondotta”. Quante incertezze ancor prima che Marino vincesse le elezioni e diventasse sindaco. Un intreccio di veleni tra Campidoglio e Palazzo Chigi destinato ad inasprirsi con il processo di Mafia Capitale il cui inizio è previsto per il 5 novembre. Nel caso fossero nascosti da qualche parte, il processo potrebbe essere l’occasione per far uscire allo scoperto quegli “anticorpi morali” della cui sopravvivenza dubita il commissario anticorruzione, Raffaele Cantone.

Cantone sceglie Milano come capitale morale ma, nel contempo, auspica un recupero di Roma sul fronte della moralità e della legalità e si difende dalle polemiche inneggiate nei suoi confronti sottolineando che il suo è “un pungolo, un incoraggiamento” e “non una critica”. Cantone teme in pratica che sul Giubileo la sua Anac non riesca a riprodurre i successi ottenuti con l’Expo a Milano. “Non siamo ancora riusciti a creare un ufficio unico per gli appalti del Giubileo”, ammonisce Cantone che sottolinea: “Questo risente sicuramente anche dell’attuale fase di crisi politica”. Di fatto “Roma è in una situazione difficile ma credo ne uscirà”, dichiara il ministro della giustizia Andrea Orlando che, schierandosi in difesa della Capitale reale, aggiunge: “Ha una storia lunga e antica e ha le energie intellettuali e morali”. In fondo se il caos in Campidoglio si riversasse sull’operazione Giubileo a pagarne le conseguenze non sarebbe solo Roma, che da sempre affronta il duello con Milano capitale europea, ma l’intero Paese Italia.

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