Cronache dai Palazzi
L’Italia attende il varo della legge di Stabilità da parte dell’Unione europea e l’esito non sembra essere poi così scontato. “Il primo ottobre la Commissione ha comunicato di prediligere un’impostazione radicalmente diversa dal progetto”, ha sottolineato il ministero del Tesoro italiano replicando alla Commissione Ue, che lunedì dovrebbe pronunciare il primo via libera alla manovra di bilancio.
Nel frattempo la manovra prosegue il suo iter in Senato. Nella commissione Bilancio di Palazzo Madama si lavora infatti ad un maxi emendamento da presentare alla Camera dei Deputati, che risponda “davvero ai problemi del Sud”, ha affermato il sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta. Il maxiemendamento comprende il raddoppiamento del bonus mobili per le giovani coppie, il cosiddetto “bonus sposini”, in base al quale la detrazione si calcolerà su un ammontare di 16 mila euro e non più 8 mila; ed inoltre nuovi sgravi per le assunzioni – fino al 100%, ciò che si teme possa essere bollato dall’Ue come aiuto di Stato, ci si attesterà quindi molto probabilmente sul 40% in tutto il Paese – la maggiorazione degli ammortamenti e credito di imposta per gli investimenti, in pratica i tre ambiti di intervento a favore del Mezzogiorno. È previsto anche un maxiemendamento sui giochi. Accantonati invece canoe Rai e digital tax che la commissione Bilancio di Palazzo Madama ha deciso di rinviare ad altra data.
In sostanza entro il 20 novembre la manovra dovrebbe ricevere il sì dell’Aula “anche per consentire ai deputati un esame approfondito”, come si attesta a ridosso di un incontro tra governo e maggioranza. L’esecutivo non dovrebbe presentare altre modifiche sebbene siano già stati preventivati altri sei emendamenti tra cui il decreto “salva Regioni”.
Il partito di Angelino Alfano dopo l’aumento del tetto del contante e la cancellazione delle tasse sulla prima casa, punta inoltre sulla detrazione delle spese sostenute dai genitori nel primo anno di vita dei figli, con l’impostazione di un fondo di 300 milioni, e chiede sconti sull’Imu per chi affitta casa a canone concordato. Il Pd si focalizza invece sul Sud e le imprese puntando a rendere strutturale la decontribuzione per i nuovi assunti e favorendo gli investimenti con uno specifico credito di imposta.
Crescita, lavoro, investimenti, meno povertà, più famiglia, più merito: sono questi i sottotitoli sui quali si reggono i provvedimenti governativi a proposito di manovra di bilancio. La riduzione delle imposte non sembra però essere controbilanciata da adeguati tagli alla spesa pubblica e ci si affida a misure una tantum, come la cosiddetta voluntary disclosure, e sulla maggiore flessibilità concessa dall’Unione europea in termini di deficit. Al contrario servirebbero misure strutturali e soprattutto stabili, che il governo però sottolinea di aver già messo in campo, soprattutto per quanto riguarda lavoro e famiglia.
“In due anni, il 2015 e il 2016, abbiamo operato venti miliardi di tagli alla spesa. Questa è la realtà – afferma Yoram Gutgeld, consigliere economico della presidenza dei ministri -. La spesa corrente dello Stato, senza calcolare gli interessi sul debito, scende dal 43,2% del Pil nel 2013 al 41,4% l’anno prossimo. Si tratta di una riduzione sostanziale, dell’1,8% del prodotto interno lordo”.
Yoram Gutgeld rimarca in pratica i venti miliardi di euro di tagli alla spesa: 14,2 nel 2015 e 5,8 nel 2016. I tagli più consistenti apparterrebbero però alla legge di Stabilità dello scorso anno: “7,2 miliardi dai ministeri, 2 dalle Provincie, 1,2 dai Comuni, 1,5 dalle Regioni, oltre che un minor aumento del fondo sanitario di 2,3 miliardi”, puntualizza Gutgeld intervistato dal Corriere della Sera. Nel 2016 i tagli netti sarebbero inoltre pari a soli due miliardi a causa di nuove spese che il politico ed economista Gutgeld non nega. “Certo che ci sono nuove spese”, afferma infatti Gutgeld sottolineando però che Palazzo Chigi ha creato un apposito “spazio in bilancio, soprattutto per investire sul sociale”. Protesi e ausili di nuova generazione per i disabili per una spesa di 200 milioni di euro; “nuovi farmaci per l’epatite C” e “nuovi trattamenti antitumorali molto costosi”, sono solo alcune delle spese rimarcate dal consigliere economico. “Nel complesso mettiamo tre miliardi sulla scuola, 1,3 sul fondo sanitario nazionale, circa 700 milioni nella lotta alla povertà. Tutte cose che riusciamo a fare grazie alla revisione della spesa”, chiosa Gutgeld.
Sul fronte dei partiti si torna in piazza, e alla fine Silvio Berlusconi si è presentato sul palco di Bologna omaggiando la manifestazione di Salvini: “Sono qui con gli amici degli ultimi vent’anni e con Salvini che ha portato il Carroccio dal 4 a oltre il 14%. Congratulazioni vivissime”. L’ex Cavaliere ha inoltre inneggiato alla rinascita di un nuovo centrodestra che se compatto potrebbe superare con entusiasmo i prossimi appuntamenti elettorali. “Combattendo insieme vinceremo le prossime elezioni”, è l’invito e insieme l’auspicio del leader azzurro, che aggiunge: “Uniti supereremo il 40%”. Occorre inoltre evitare il peggio: “Consegnare l’Italia a Grillo e alla sua banda di balordi, per questo il centrodestra deve tornare unito”. Salvini ci tiene comunque a rimarcare la sua leadership e, soprattutto, prende le distanze dalla “discesa in campo” del ’94. “Non è un ritorno al ’94, alle vecchie formule, alle marmellate”, ha sottolineato infatti il leader leghista puntualizzando: “Comincia qualcosa di nuovo che è guidato dalla Lega ma che è aperto a tutti gli italiani oggi lontani dalla politica”.
Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia anche lei sul palco di Bologna, sottolinea a sua volta che “bisogna trovare un accordo” in vista delle amministrative “anche perché hanno un impatto importante sulla politica nazionale”. E quindi è già pronto lo slogan, subito coniato da Berlusconi: “Con Matteo, Giorgia e Silvio non ce ne sarà più per nessuno”. Sfidando la piazza e incassando anche dei fischi, il Cavaliere è così tornato in campo come attore della politica lanciando addirittura già il programma per un futuro governo di centrodestra: “Meno tasse, meno Stato, meno Europa. Più aiuto a chi ha bisogno, più garanzie per ciascuno e sicurezza per tutti”. Ed ancora: pensione per le mamme, un no definitivo all’imposta sulla prima casa, basta tasse di successione e via libera alla chiusura di Equitalia.
Dal salotto di Porta a Porta Berlusconi rimane però prigioniero di un piccolo lapsus: “Meloni porterà la determinazione, io la creatività e Renzi la grinta”, come dire che Salvini ha la stessa “grinta” di Renzi. Ed ancora, riferendosi al presidente Mattarella ammette che “finora non ha dato segni incisivi”. Come in campagna elettorale, invece, Berlusconi spara dei colpi bassi contro gli eventuali avversari : “Renzi sta copiando il nostro programma e lo fa male”; “Renzi è un vecchio democristiano giovane d’età”; “la vittoria dei Cinquestelle sarebbe un grave pericolo per gli italiani”. E per finire una buone dose di ottimismo: “I sondaggi di FI non mi preoccupano”, per di più, “non è vero che alla manifestazione di Bologna sono stato fischiato”, precisa il leader azzurro con la speranza sempre viva che la Corte di Strasburgo gli restituisca la possibilità di candidarsi, convinto che il centrodestra possa puntare addirittura al 51 per cento nelle prossime elezioni politiche.
“Se il centrodestra vuole essere competitivo con il 33 per cento di Renzi e il 27 di Grillo deve restare unito”, ha affermato a sua volta il presidente dei Popolari per l’Italia Mario Mauro intervistato dal Giornale. A tal proposito, Mauro dimostra di apprezzare il coraggio di Berlusconi e la sua volontà di ricostruire un centrodestra compatto che sia in grado di fronteggiare, nelle prossime elezioni, il centrosinistra e quindi la leadership di Renzi, colui che “sta riscrivendo la Costituzione a suo uso e consumo per potersi eleggere tutto da solo e accentrare potere legislativo, esecutivo e giudiziario”.
“E poi trattano il centrodestra come una banda di estremisti: assurdo”, ammonisce Mauro che aggiunge: “Non dobbiamo fare l’errore di fare il gioco di Renzi che è quello di accusare gli avversari di estremismo. In realtà dietro ai proclami con i quali questa sinistra si presenta moderata si cela l’obiettivo di rendere maggioranza quella che è in realtà una minoranza”. In sostanza occorre offrire all’elettorato moderato “una alternativa alla sinistra convincente da votare”. A Bologna il centrodestra è tornato a dialogare e “una alleanza – auspica da Mauro – dove ognuno manterrà la sua identità”, non sembra poi così lontana.