Italia, mille sfumature di verde

Devastata Parigi, dove una rivoluzione separò Ragion (politica) e Religione, e dove fra sole due settimane le Nazioni Unite si incontreranno per decidere le sorti del mondo, legate più che mai al Clima; questione di straordinaria rilevanza geopolitica mai tanto sentita come cruciale, che diventa apparentemente secondaria di fronte all’emozione che ora prevale e che impedirà di parlare con serenità e decisione di un tema che vale la ricchezza del mondo e ne conta centinaia di milioni, di morti, e provoca altrettante centinaia di milioni di ‘emigranti climatici’ ogni anno. Una questione che sta ri-orientando l’Economia verso l’Etica, riportando il pensiero politico in una rinnovata complementarità dei due fattori. Parigi, dove l’Italia si presenterà con l’emozione di tutti, e poi con la forza della sua storia e del suo popolo, ma anche con armi politiche spuntate sul tema ambientale.

Un’Italia dalle mille sfumature di ‘verde’. Un Paese dove si è da poco celebrata la Marcia per la Terra, sostenuta da più di 100 associazioni. Un’Italia dove eccellono le imprese ‘green’ e gran parte dei nuovi posti di lavoro sono proprio in questo settore; ma anche un Paese dove fare impresa è sempre più difficile e dove i marchi del Made in Italy, a cominciare dall’agroalimentare, sono preda dello shopping delle multinazionali. E’ un’Italia dove le materie prime sono fra le più dotate di qualità, ma dove le stesse materie prime, come sta accadendo in questi giorni con il latte dopo lo shopping di aziende italiane della francese Lactalis, vengono pagate meno di dieci anni fa. E restano competitive solo grazie al tipo di lavoro offerto dall’immigrazione. E’ l’Italia delle imprese più innovative al mondo, soprattutto nel ‘green’, ma anche il Paese la cui Ricerca è tra le meno finanziate al mondo. E’ l’Italia che punta sul riciclo dei rifiuti tanto da essere  il primo utilizzatore di materie seconde in Europa, avanti persino alla Germania; ma che per infrazioni alle normative ambientali ha collezionato 183 milioni di euro di sanzioni europee dal 2003 ad oggi. E’ l’Italia del Turismo i cui Sindaci puntano sul Paesaggio, ma nel quale il governo autorizza  pozzi di petrolio e manda in pensione il Corpo Forestale dello Stato. L’Italia dei più bei Parchi Nazionali d’Europa, dei quali però questo governo ha lasciato cancellare il maggiore, il Parco Nazionale dello Stelvio.  Insomma, un’Italia di straordinarie risorse ed eroismi, dove, per vederla col distacco dell’Atlante Storico del secolo prossimo,  Storia e Popolo se la devono vedere con i grandi interessi impegnati nel saccheggio immediato, amministrata da governi non impegnati a sviluppare il sistema economico compatto e duraturo di cui questo grande Paese sarebbe capace: un sistema in grado di resistere come nessun’altro ai rovesci della Globalizzazione e di garantire benessere e futuro ai suoi cittadini.

E così a Parigi il Ministro all’Ambiente Galletti, che cita in ogni occasione l’Enciclica anti-CO2 ‘Laudato si’ mentre autorizza i pozzi di petrolio, potrà anche ‘sfumare’ come certe campagne pubblicitarie compiacenti su Trivelle, Forestale, Parchi eccetera grazie ai dati di eccellenza del Rapporto Greenitaly 2015 realizzato da Unioncamere e Fondazione Symbola: 24,5 per cento delle imprese che ha effettuato eco-ivestimenti tra il 2008 ed il 2015 e centoventimila imprese che nel solo 2015 hanno effettuato eco investimenti. Cinquecentomila assunzioni nei ‘green jobs’ nel 2015. Il 59 % delle assunzioni totali in Italia connesso con i ‘lavori verdi’. Ed il 71 per cento dei cittadini che ritengono lo Sviluppo Sostenibile e la difesa dell’Ambiente non solo una moda: erano il 39 % nel 2004. Galletti potrà fare affidamento sulla ‘vetrina’ di eco eccellenza in esposizione a Ecomondo, a Rimini. E potrà puntare sui suggerimenti a prendersela, per ridurre i gas serra, coi CFC anziché con petrolio, carbone e gas. O invocare la ricrescita delle foreste pluviali in Paesi lontani da noi e interessati ad estendere le piantagioni delle multinazionali.

Insomma, nel presentarsi a Parigi, “Signor Ministro, qui da noi si fanno pozzi di petrolio: possiamo essere un po’ più coerenti?” come detto da Francesca Rocchi, presidente della Coalizione per il Clima che riunisce 130 associazioni ambientaliste. Quella di Parigi, ben la ventunesima conferenza ONU sul Clima, “non può essere l’ennesimo fallimento”, come giustamente affermato più volte da Galletti. Nonostante le emozioni. Ma per essere credibili e ottenere risultati, per Parigi vale la citazione, ancora di Galletti, di Papa Francesco: “Occorre capire che è in gioco la dignità di noi stessi”.

©Futuro Europa®

[NdR – L’autore cura un Blog dedicato ai temi trattati nei suoi articoli]

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