L’amore, la semplicità e la politica
Amore: ha ancora un senso oggi questa parola? Se ho una sensazione di dolcezza nel risveglio quando, aprendo gli occhi la mattina, vedo accanto a me la compagna di una vita ed incrocio lo sguardo di mio figlio ancora assonnato, se ancora mi emoziono, sentendo un brivido, nel vedere le bellezze della mia città e lo sventolare la bandiera del mio Paese, allora mi rassicuro che, forse, ancora oggi l’amore c’è. L’amore per la mia donna, per la mia famiglia, per il mio Paese.
Il tema potrebbe sembrare banale ma non lo è. Il relativismo dei nostri tempi e l’assenza di valori veri ci ha portato ad una crisi soprattutto di identità e di principi che è madre della grave crisi economica e politica che ci attanaglia. Quanto mai attuale è il tema dell’amore, tanto che nel Festival della Filosofia che si è tenuto a Modena lo scorso settembre proprio di questo si è parlato approfondendo il senso dell’amore ai giorni nostri.
Per non parlare poi del messaggio fortissimo che ci proviene da Papa Francesco che in modo, potremmo dire, quasi rivoluzionario ci esorta alla semplicità, alla riscoperta delle cose essenziali e, quindi, alla riscoperta dell’amore.
Amore cristiano, amore pagano, amore umano ma comunque sempre e principalmente l’amore appare il vero motore dei rapporti umani. Un signore chiamato Platone oltre 2400 anni fa’ già scriveva “… che Amore è il più antico fra gli dei, il più meritevole di onore e quello che è più padrone di spingere gli uomini, da vivi e da morti, all’acquisto della virtù e della felicità » (Simposio 180b).
L’amore cristiano, insegnatoci da Gesù, va oltre esortandoci ad amare non solo il nostro prossimo ma ancor di più il nostro nemico. Papa Giovanni Paolo ci ha ammonito che ”la via del bene ha un nome: si chiama Amore; in esso si può trovare la chiave di ogni speranza perché l’amore vero ha la radice in Dio stesso”.
Comunque, sia per i credenti che per i non credenti l’esigenza della riscoperta della semplicità e dell’amore appare indispensabile per superare questo momento di crisi sociale, politica ed economica che è, appunto, crisi di valori.
In ciò entra la politica che deve recepire questa esigenza della società e riscoprire l’amore che non si distingue in effetti dalla stessa politica, se sincera e trasparente, “in entrambi i casi si tratta di unirsi, nel primo con una sola persona mentre nel secondo con molti altri per provare a cercare diversi modi di vivere bene assieme” (A.Iusserevich).
I cittadini sono ormai disamorati davanti a un quadro litigioso nel quale sembrano esserci solo nemici l’un contro l’altro armati e non avversari, come dovrebbe essere, dove si fa notizia solo parlando di falchi, grilli, colombe, caimani e chi più ne ha più ne metta; è tempo che la classe politica, nella quale le personalità di spessore non mancano, dia un colpo di reni, si apra alla società più di quanto non abbia fatto fino ad oggi, e vada verso una semplificazione e verso la riscoperta dell’amore verso i cittadini ed il proprio Paese come fulcro della propria azione, ponendo fine a tatticismi e basando la propria azione proprio sull’amore, facendo piazza pulita di partiti personali in un percorso di unificazione nelle grandi famiglie europee (PPE, Socialisti etc.) che costituirebbe la vera novità e consentirebbe di focalizzare l’attenzione sui grandi principi ispiratori di ogni famiglia, sui programmi di interesse generale, insomma sul bene comune e sui valori.
Ricordiamoci che “una democrazia senza valori si converte facilmente in un totalitarismo aperto oppure subdolo, come dimostra la storia“ (Giovanni Paolo II).
©Futuro Europa®
Un Commento
Condivido e mi rallegro per i pensieri espressi, con particolare riferimento al bene comune ed ai valori cristiani, perchè a mio avviso i valori della laicità, seppure utili e rispettabili, non arriveranno mai all’eroismo della Croce del “sè” a beneficio dell'”altro da sè”.