Renzo Piano per Marghera

Potrebbe essere Marghera – suddivisione municipale del capoluogo veneziano, nella più prossima terraferma, a poco più di 10 minuti da quest’ultimo – al centro del prossimo “progetto periferie”, finanziato interamente dall’architetto Senatore a vita Renzo Piano, appunto con lo stipendio pervenuto da quest’incarico. Domenica 29 novembre, ospite di Lucia Annunziata a In ½ Ora, l’approfondimento di Rai Tre, ha anticipato in chiusura il luogo a cui destinare l’intervento 2016; non si tratta d’altro di una possibilità, ma suona molto probabile, quasi il responso di un oracolo.

Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, che definendosi “uomo di periferia” (quella ambrosiana) aveva già incluso una certa attenzione verso le periferie nel proprio programma elettorale, e aveva già contatto l’archistar nei mesi scorsi, interpreta l’annuncio in trasmissione come fosse una risposta ufficiale, ma che del resto richiede una conferma ulteriore in forma di impegno concreto. Il terreno è fertile, come testimoniano gli immediati tweet di risposta dei super social Brugnaro e Gianfranco Bettin, Presidente della Municipalità di Marghera (suddivisione amministrativa del Comune di Venezia).

Negli ultimi due anni e mezzo Piano ha affidato il suo progetto di “rammendo” a un team di giovani architetti italiani, il team G124 (dal suo ufficio senatoriale nella stanza 24 al primo piano di Palazzo Giustiniani). I primi sei architetti hanno operato nel quartiere catanese Limbrino, mentre gli ultimi quattro a Giambellino a Milano. Dalla commissione a Dakar nel lontano 1978, Renzo Piano, cresciuto nel Municipio 7 Ponente a Genova, non ha mai smesso di occuparsi delle periferie. Dopo le banlieue parigine, torna in Italia nella periferia, nel cui potenziale lui vede niente di meno che la città del futuro. Certo Piano, residente a Parigi con uno studio a New York, non pagherà le tasse in Italia relative al suo stipendio senatoriale – come evidenzia il collega e amico Massimiliano Fuksas -, ma fa un gran bene alle nostre periferie.

Diventa fondamentale lavorare nelle periferie affinché queste non siano luoghi di disperazione. Nelle periferie Piano trova “perle” – spesso umane – nascoste, degne di essere pulite e di ricevere lo spazio necessario per brillare. Purtroppo queste aree sono luoghi di trascuratezza prolungata, dove si concentrano problemi sociali e insicurezze. Le politiche dei governi raramente pensano a “rammendare” questi luoghi, che spesso ospitano soggetti fragili, quali anziani, persone con difficoltà economiche, e immigrati

L’architettura può iniziare processi, come l’integrazione, la tolleranza, la pace, che hanno bisogno di un lavoro metodico, sistematico e continuo, e di molto tempo (quantomeno uno o due generazioni). Spesso le periferie sono “deserti sociali”: qui l’architettura può fare fronte a questi bisogni attraverso la costruzione di luoghi da convivere, niente di gigantesco, che siano mercati, biblioteche, centri d’aggregazione sociale. Piano si concentra sullo specifico e, certo, non può abbracciare tutte le situazioni di degrado metropolitano, dunque deve selezionare; in trasmissione sembrava oculata la sua scelta che per l’anno 2016 potrebbe interessare Marghera.

Marghera attende da anni la riqualificazione e i suggerimenti non mancano, dalla Chiusa Moranzani sul Fiume Brenta a Fusina, la Porta Sud di Venezia nella zona sud di Marghera, al Quartiere Vaschette, Parco Emmer, e ai quartieri Cita e Rana, e via Beccaria. Porto Marghera occupa sin dal 2002 la prima posizione dell’elenco SIN (Sito d’Interesse Nazionale), per i suoi canali industriale e portuali, e i suoi sedimenti inquinati dalle grandi industrie, prima tra tutte il Petrolchimico; l’attuazione di operazioni di bonifica e di risanamento, al fine di riconversione dell’area, sono oggi ancora lontani. Altamente inquinanti sono state anche le industrie pesanti della metallurgia e metalmeccanica.

Come dichiara il Presidente della Commissione Regionale Politiche del Territorio, Francesco Calzavara: “C’è una felice combinazione temporale tra la volontà espressa da Renzo Piano di occuparsi del recupero di Marghera e la prossima definitiva stesura della legge sul consumo zero del suolo, che al suo interno della rigenerazione urbana e del recupero delle aree periferiche e degradate ne fa uno dei suoi capisaldi.” Fondamentale sarà “una norma speciale per Marghera, che permetta di agevolare e velocizzare gli interventi previsti dal team di giovani architetti che lo Studio Piano dedicherà per questa progettazione”. Calzavara, infine, auspica “un nuovo waterfront che guardi Venezia, denso di funzioni sociali ed economiche, potrebbe essere un ottimo modo per dimostrare ancora una volta le grandi capacità dei Veneti di cogliere le sfide e le opportunità che si presentano.” Ad ogni modo, il team G124 è inutile attenda le politiche regionali, spesso troppo attente all’imprenditoria turistica, anche se bonificare per dotare di strutture turistiche Marghera, al di là del già esistente Camping Fusina, potrebbe produrre risultati positivi, lì dove due terzi degli abitanti della Città di Venezia risiedono nelle periferie.

Si può intuire e auspicare Piano si concentrerà sulla zona industriale e sul fronte laguna, ma è sottinteso che sarà in grado di concentrarsi solo su un capitolo di quella che è la difficile realtà di Marghera. Per Marghera città del futuro, le connessioni stradali, ferroviarie, tramviarie, portuali e aeroportuali, sono già in situ. Nel frattempo, la Legge di Stabilità, da votare entro il 31 dicembre, prevede per il 2016 500milioni da stanziare verso città metropolitane, appunto per la riqualificazione delle periferie. E non da ultimo, la Biennale d’Architettura 2016 di Alejandro Aravena Reporting from the Front vedrà il primo padiglione a Forte Marghera.

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