Mr. Donald
Ma chi è Donald Trump? Per anni è stato il marito di Ivana, una bellona dell’est che dopo il divorzio da Donald si è distinta nella collezione seriale di begli abiti e di fusti di prim’ordine rigorosamente giovani ed aitanti. Una super presenzialista in ogni evento da mondanità sfrenata, da Venezia a Gstaad, da Parigi a New York. In quei posti, per capirci, dove vanno i super ricchi oppure Christian de Sica quando gira i cinepanettoni. Oppure, Donald è conosciuto per aver costruito la Trump Tower nel 1983, un grattacielo proprio nella quinta strada, il cuore della città che è considerato come uno degli edifici più emblematici della città di New York e come emblema dell’impero Trump.
Poi credo sia stato alla ribalta per aver sposato in seconde, terze o quarte nozze varie attrici, donne più o meno talentuose ma sicuramente bionde e glamour. Ha condotto per un canale televisivo, la NBC, il programma The Apprentice che gli ha dato una popolarità enorme. Pare sia nel privato uno stravagante, uno spaccone, ricco e consapevole, senza peli sulla lingua.
Il 16 giugno 2015 annuncia formalmente la propria candidatura alle Presidenziali USA del 2016 con un evento a New York, proprio nella Trump Tower, introdotto dalla figlia Ivanka. In quel contesto ha pesantemente attaccato il presidente Obama, il terrorismo islamico e la Cina e ha affermato che l’America ha bisogno di un vero leader per ritornare grande.
Ecco qui, signore e signori, l’erede di John Wayne, il cowboy con la Rolls Royce capace di dare il vero nome alle cose e ai fatti. I Cinesi? Puà, comunisti schifosi; l’Obamacare? Puà, roba da poveracci; non parliamo poi dei mussulmani, gente che dovrebbe stare a casa propria, che si mettano pure il velo le donne, ma fuori dei confini americani. Ecco, questo un candidato: uno che promette pace e fucili, che pensa sia sacrosanto il diritto ad avere armi, lo dice la Costituzione. Uno così fa impallidire anche Le Pen.
Dalla sua ha un patrimonio miliardario e una grande comunicativa. Il suo riporto biondo è popolare, il suo sorriso da diecimila dollari a dente rassicura e rinfranca l’americano medio e quello superiore. Quelli, per capirci meglio, che hanno la bandiera tatuata sulle chiappe, che bevono birra e magnano intere mandrie di buoi condite con ettari di cipolle. Uomini veri. Uomini duri. Uomini che difenderanno la loro misera esistenza da tutto ciò che è diverso.
Dio benedica l’America e, se ha tempo, abbia pietà di noi.