Premio Jacques Diouf 2015
L’edizione 2014-2015 del “Premio Jacques Diouf”, dopo che la scorsa volta era stato assegnato all’Unione Europea, è stato assegnato dalla FAO alla Commissione dell’Unione Africana (CUA), al Ministero Tailandese per l’Agricoltura e le Cooperative, alla Società National Geographic e al Forum Mondiale Rurale, per il loro impegno nel raggiungimento dell’obiettivo “Fame Zero”, per una migliore alimentazione e per la sensibilizzazione sulle sfide che affrontano oggi i sistemi alimentari mondiali. Ricordiamo che l’obiettivo della lotta contro la povertà è uno dei tre pilastri dello “Sviluppo sostenibile”, gli altri due: la giustizia sociale e la tutela dell’ambiente.
Il premio Jacques Diouf viene assegnato a cadenza biennale, fondato nel 2011 dall’ex direttore generale della FAO, Jacques Diouf come simbolo, con valore fortemente emblematico, a testimonianza del suo impegno indefesso alla lotta alla povertà, la fame e la malnutrizione. Il Premio consiste in una medaglia con il nome del vincitore e un premio in denaro di 25.000 dollari. E la lotta alla povertà che, come ricordiamo, è stata, anche, il primo degli otto “Obiettivi di Sviluppo del Millennio” (MDG1).
Il Premio Jacques Diouf per la sicurezza alimentare globale, è stato istituito per premiare tutte quelle istituzioni che hanno fornito il proprio contributo, in maniera significativa, per assicurare la sicurezza globale, sia attraverso la ricerca che attraverso il finanziamento e la messa in atto di programmi efficaci e sostenibili.
Nutrizione e sicurezza che sono al centro di “preoccupazioni globali”. Uno dei target principali del I dei “Millennium Development Goals” mirava a dimezzare la percentuale di coloro che soffrono la fame tra il 1990 e il 2015. I risultati del Rapporto 2015 sugli MDG rilevano che i MDG hanno messo in moto uno dei meccanismi contro la povertà e la pace più efficaci fino ad oggi, facendo sì che oltre 200 milioni di persone fossero sottratte alla fame dal 1990.
I dati dimostrano che il numero di persone che vive in povertà estrema si è ridotto di oltre la metà: da 1,9 miliardi del 1990 a 836 milioni nel 2015; il numero di persone denutrite nei Paesi in via di sviluppo si è ridotto di 216 milioni dal 1990; la proporzione di persone che soffre di denutrizione nei Paesi in via di sviluppo si è quasi dimezzata: dal 23,3 per cento nel 1990-1992 al 12,9 per cento nel 2014-2016.
Nel 2015, dopo un lavoro instancabile durato 15 anni per raggiungere gli obiettivi programmatici stabiliti nella “Dichiarazione del Millennio” si sta lavorando congiuntamente ai governi, con il contributo della “Società civile” tutta a dare un seguito ai MDG, con l’ “Agenda Globale dello Sviluppo Sostenibile” a lungo termine. Il Programma Alimentare Globale (WFP), poiché il mondo dispone di strumenti e conoscenze tali da consentire l’eliminazione della fame, sollecita la “Comunità globale” perché insista nei suoi sforzi per un “Mondo a Fame Zero”.
Nel Rapporto ONU dal titolo: “Un Nuovo partenariato globale: sradicare la povertà e trasformare le economie attraverso lo sviluppo sostenibile”, realizzato dal gruppo delle Nazioni Unite sull’Agenda di sviluppo post 2015 l’invito è rivolto a tutte le istituzioni e la società civile di raccogliersi intorno ad un nuovo partenariato globale, che permetta il miglioramento delle condizioni di tutti gli uomini del Pianeta. Nel Rapporto, il gruppo istituito dal Segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon e co-presieduto dal Presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono, dal Presidente della Liberia Ellen Johnson-Sirleaf e dal Primo Ministro Britannico Cameron sono individuati i nuovi obiettivi post-2015 che dovranno guidare il mondo verso cinque grandi cambiamenti epocali: accesso al cibo adeguato e sempre, per tutti; eliminazione della malnutrizione in tutte le sue forme, con una speciale attenzione al deficit di sviluppo; sistemi di produzione alimentare più fruttuosi, sostenibili, resilienti ed efficienti; accesso di tutti i piccoli produttori di cibo, specialmente donne, agli strumenti, alla conoscenza, alle risorse produttive e ai servizi; aumento dell’efficienza dei sistemi di post-produzione alimentare affinché si riduca il tasso globale delle perdite e di sprechi di cibo del 50%.
Il Direttore Generale della FAO, Josè Graziano da Silva congratulandosi con i vincitori sottolinea che la missione della FAO sia ora “…di aiutare i Paesi a raggiungere l’Obiettivo di Sviluppo del Millennio e preparare un evento ancora più significativo per il 2030, per celebrare lo sradicamento della fame e della povertà estrema. Abbiamo le condizioni per farlo – continua – facciamo in modo di essere la prima generazione libera dalla fame. Lavoriamo insieme per renderla una realtà”.
L’AUC condivide il Premio con il Forum Mondiale Rurale (WRF), network globale di organizzazioni e ricercatori del settore agricolo, impegnato per la promozione del dialogo tra le comunità rurali ed è attivo politicamente facendosi portavoce dei piccoli agricoltori a scala familiare.
Per la Commissione dell’Unione Africana il Premio vuole essere un riconoscimento al suo impegno per la promozione di un’agricoltura sostenibile, la sicurezza alimentare e la nutrizione attraverso il suo “Programma Comprensivo di Sviluppo dell’Agricoltura in Africa” (CAADP) che ha consentito lo svilupparsi dei presupposti per l’assunzione al ventitreesimo Vertice dell’Unione Africana di Malabo di sradicare la fame in Africa entro il 2025.