Le nozze di Laura (Film, 2015)

Pupi Avati dimostra che si può fare grande cinema anche in televisione in un momento storico in cui il cinema italiano produce senza sosta tristi e inutili television-movie.

Le nozze di Laura è una piccola storia di vita quotidiana – di quelle che piacciono tanto al Maestro – che si dipana tra Roma e la Calabria, protagonista una ragazza ingenua e sprovveduta, incapace di affrontare la vita della metropoli. Laura si fa irretire dal fascino ambiguo di un malintenzionato (Marcorè), resta incinta dopo aver subito violenza psicologica, torna a Rocca Imperiale dove trova una famiglia patriarcale con la quale non riesce a comunicare, rivede la zia confidente (Sastri), il cugino considerato matto (Sperduti), incontra un’amica come Anna, ma soprattutto l’amore. Un amore impossibile per un bracciante di colore, Karimu, che lavora per il padre, motivo dello scandalo in famiglia e della reazione di un genitore ottuso che caccia l’uomo dal lavoro e la figlia dalla casa.

Il film si ispira a Le nozze di Cana, episodio del Vangelo, il finale mette in scena una sorta di miracolo – sospeso tra sogno e realtà – con il ritorno di Karimu e le nozze celebrate in strada, organizzate dal cugino invasato. Le Nozze di Laura è girato a Roma e nei borghi dell’Alto Jonio Cosentino (Cesine, Colfari, Montegiordano Amendolara, Roseto Capo Spulico), montaggio di Ivan Zuccon, regista di ottimi horror d’esportazione, poco noto al grande pubblico. Pupi Avati viene lasciato libero di scegliere come protagonisti due attori non famosi, affida il ruolo di Laura a Marta Igatti (Un matrimonio) e quello di Karimu al debuttante Valentino Agunu (studente di biotecnologie e produttore di musica). Bravissima Lina Sastri come comprensiva zia confidente, molto religiosa, che mostra a Laura il letto con la spalliera dove lo zio aveva intagliato una scena de Le nozze di Cana, dicendo che la sposa si chiamava Laura. Bene anche Neri Marcoré in un ruolo breve ma complesso da perfido seduttore, ottimo Nicola Rignanese, ottuso padre padrone. Alessandro Sperduti è un credibile invasato religioso, in preda a una follia buona, sempre proteso ad aiutare il prossimo. Breve cameo di Andrea Roncato nella parte di se stesso come maestro di recitazione.

Colonna sonora tra note jazz e musica popolare, tromba, accenni di canti africani e calabresi. Fotografia intensa che passa dalla colorazione accesa di un meridione bruciato dal sole a cupi notturni giallo ocra, tendenti al ruggine. Pupi Avati rivisita tematiche sacre da laico, costruisce un film partendo da una parabola del Vangelo, presta attenzione agli ultimi e ai diseredati, conclude la storia con un miracolo contemporaneo. Le nozze di Laura è una parabola moderna di solitudine e amore, una storia scritta per combattere il pregiudizio della diversità, per parlare di immigrati e razzismo. Personaggi felliniani, disadattati, folli, stralunati, ingenui, ma vere tipologie di uomini e donne che popolano la provincia italiana. Pupi Avati centra il bersaglio, dopo Il ragazzo d’oro, porta il suo cinema intimo e minimalista nelle case degli italiani, una boccata d’aria fresca, un vento televisivo che profuma di anni Settanta. Su Rai.tv per rivederlo.

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Regia: Pupi Avati. Soggetto e Sceneggiatura: Pupi Avati, Tomaso Avati. Collaboratore Sceneggiatura: Cesare Bastelli. Fotografia: Blasco Giurato. Montaggio: Ivan Zuccon. Musiche: Rocco De Rosa (Edizioni Musicali Rai Com). Costumi: Beatrice Giannini. Operatore: Francesco Damiani. Scenografia. Roberto Giusini, Giulia Parigi. Suono: Piero Parisi. Produzione: Rai Fiction, Duea Film di Antonio Avati. Interpreti: Marta Iagatti (Laura), Valentino Agunu (Karimu), Neri Marcorè (Hermes), Nicola Rignanese (Domenico, padre di Laura), Alessandro Sperduti (Lui, cugino di Laura), Lina Sastri (Maria, zia di Laura), Barbara Manzato (madre di Laura), Rita Abela (Anna), Fabrizio Amicucci, Tony Santagata, Antonio Spagnuolo, Andrea Roncato (se stesso). Prima TV: 7 dicembre 2015 – RaiUno.

©Futuro Europa®

 [NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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