Italia delle Regioni

I finanziamenti per l’edilizia scolastica, la riforma dei poteri e dell’organizzazione della gestione associata dei servizi locali e l’accordo tra governo, Comuni ed enti locali sulle linee guida dei progetti di contrasto alla povertà sono al centro dell’attenzione  dell’Associazione Italiana dei Comuni.

Relativamente alla costruzione e manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici scolastici, l’ANCI ha recentemente elaborato una nota  inviata a tutti i sindaci sui finanziamenti per l’edilizia scolastica relativi al 2016 e agli anni successivi. Nel documento predisposto dal Dipartimento Istruzione Anci si ricorda che grazie all’articolo 1 comma 713 della Legge di Stabilità, non sono considerate a fini di saldo del Patto di stabilità le spese sostenute dagli enti locali, Comuni, Città metropolitane e Province per gli interventi di edilizia scolastica, se effettuati a valere sull’avanzo di amministrazione e su risorse rivenienti dal ricorso al debito. L’esclusione – si legge nel documento Anci – opera nel limite di 480 milioni di euro.

I comuni, in particolare quelli di piccola dimensione, sono protagonisti della riforma dei poteri locali e dell’organizzazione delle gestioni associate dei servizi locali, oltre alla Unione e Fusione tra piccoli comuni. “Il dibattito in corso ormai da anni in materia di gestioni associate tra comuni ha visto il legislatore impegnato a definire di volta in volta livelli demografici minimi di aggregazione comunale o funzioni fondamentali da svolgere obbligatoriamente in forma associata, con una tempistica spesso inadeguata alle reali condizioni di concreta realizzabilità di tali processi su tutto il territorio nazionale, motivando conseguentemente le proroghe poi intervenute.

E’ invece dai Comuni che bisogna ripartire per ridisegnare la governance locale”, lo afferma Dimitri Tasso, coordinatore nazionale Anci per le gestioni associate.  “Il tema centrale – sostiene Matteo Ricci, vicepresidente Anci con delega alle riforme istituzionali – è quello di adottare ogni provvedimento utile a realizzare al meglio il processo di riforma avviato con la legge Delrio e con la riforma costituzionale. In questa direzione stiamo lavorando per giungere rapidamente ad un assetto istituzionale stabile che, sulla base di scelte autonome dei sindaci, semplifichi l’assetto dei Comuni in una logica di efficienza dei servizi ai cittadini. Abbiamo ottenuto sostegni finanziari più robusti, stabili e consistenti a favore delle Unioni di Comuni e dei Comuni che scelgono la strada della fusione, nonché vincoli allentati su personale”.

“I Comuni – aggiunge il vicepresidente Anci in rappresentanza dei piccoli Comuni, Roberto Pella – devono tornare ad essere i protagonisti di questa riforma, per ridisegnare il riassetto complessivo del governo locale secondo le specificità dei territori; solo così sarà possibile costruire ambiti adeguati e funzionali in grado di garantire al meglio efficienza ed efficacia, con un sistema di incentivazione, semplificazione e premialità per gli Enti più virtuosi”.“

Ogni proposta che non tenga conto di questa impostazione data dall’Anci sin dal “Manifesto di Cagliari”, approvato all’unanimità dalla XV Conferenza nazionale Anci dei piccoli Comuni e presentata poi all’assemblea nazionale Anci di Torino – aggiunge infine Massimo Castelli, coordinatore nazionale Anci Piccoli Comuni – non potrà che rallentare ancora una volta una riforma vera del sistema locale, già in ritardo rispetto ad altre esperienze europee da tempo avviate in tale direzione”.

Si registra, infine, il parere favorevole espresso dall’ANCI  all’accordo tra governo, comuni ed enti locali sulle linee guida per la predisposizione di progetti di contrasto alla povertà. L’accordo, sancito l’11 febbraio scorso in sede di Conferenza Unificata, potrà contare per il 2016 su 380 milioni di euro e prevede l’impegno di governo ed enti locali a dare promozione e diffusione a queste linee guida, considerate principale riferimento per l’attuazione del Sostegno per l’Inclusione Attiva (SIA). “Si tratta di un provvedimento importante – ha sottolineato al termine della riunione il sindaco di Chieti, vicepresidente Anci e delegato al Personale Umberto Di Primio – anche se, nell’esprimere il nostro accordo, abbiamo voluto ricordare al governo che le modalità di attuazione del Sia ricadranno in buona parte sui Comuni, soprattutto per quanto riguarda la raccolta delle domande dei nuclei familiari che richiederanno i benefici.  Questi adempimenti – ha rimarcato il delegato Anci – richiederanno uno sforzo ulteriore per la macchina amministrativa dei Comuni, già in forte sofferenza per via del blocco del turn-over.

Per questo chiediamo una programmazione pluriennale, l’introduzione di procedure informatiche più efficaci e veloci e un sostegno finanziario ulteriore, qualora le risorse si dimostrassero inadeguate”. Di Primio ha quindi concluso prima augurando “buon lavoro al ministro Enrico Costa” che ha presieduto per la prima volta la riunione di Conferenza Unificata, per poi ribadire “il buon lavoro fatto dalle Commissioni parlamentari sul decreto Milleproroghe, che rappresenta un importante segnale di ascolto da parte del Parlamento rispetto ad alcune urgenti esigenze dei Comuni. Ora i comuni italiani attendono una conferma rapida e definitiva del testo da parte dell’Aula”.

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