New Narrative for Europe

Soprattutto in questi ultimi mesi di crisi nella gestione delle emergenze globali, l’Europa risente di un violento attacco alla propria identità, che rischia di comprometterne presto le basi culturali e di conseguenza la sua stessa esistenza. Impegnati nel fronteggiare manovre economiche e accordi politici fortemente complessi, i rappresentanti delle istituzioni UE sembrano spesso relegare i temi dell’identità culturale e dell’istruzione innovativa ai margini dell’agenda setting. Se con occhio critico volessimo brevemente elencare i progetti europei di successo legati a questo tema, ci verranno in mente nomi quali l’Erasmus, il Comenius, il Servizio Volontario Europeo e pochi altri.

A una prima analisi, sembra che siano solo i cittadini europei più giovani a poter cogliere l’importanza di una cultura europea condivisa, tramite esperienze individuali in un paese straniero. Fortunatamente, la Commissione europea ha stanziato voci di finanziamento dedicate specificamente a dare più voce a quelle comunità artistiche, scientifiche e intellettuali radicate nel territorio, per fornire un quadro aggiornato del fermento culturale europeo come potenziale per una futura società più inclusiva.

A febbraio 2016 ha preso il via la seconda parte del progetto New Narrative for Europe, con lo scopo di avvicinare maggiormente l’Europa ai suoi cittadini: centinaia di iniziative nel corso dell’anno consentiranno a gruppi di artisti, intellettuali e studiosi di collaborare per la formulazione di nuove priorità dell’Unione europea nella prossima legislatura. La Commissione sta lavorando a stretto contatto con lo European Youth Forum e le agenzie nazionali per la definizione del calendario; il budget complessivo è pari a 1,35 milioni di euro per i prossimi due anni.

Il principio alla base del progetto è l’urgente necessità di trovare un nuovo modo per raccontare l’Europa e la sua ricchezza di risorse umane e culturali, il bisogno di un rinnovato “Rinascimento” tramite le arti e le scienze, che preveda la partecipazione e il coinvolgimento di tutti i settori della società. Questa fase di trasformazione dovrà ufficialmente inserire negli organismi sociali e politici dell’UE l’idea che la cultura sia una risorsa rilevante e necessaria al dibattito inter-istituzionale, per la scelta di politiche meglio applicabili ai bisogni della cittadinanza.

A promuovere il progetto, il Commissario per l’Istruzione, la cultura, la gioventù e lo sport, l’ungherese Tibor Navracsics: «L’Europa non è solo economia e crescita ma anche una comunità sociale basata su valori comuni in un mondo ormai globalizzato». Attualmente la “nuova narrativa” ha risentito tuttavia della recente bocciatura del 2018 come Anno europeo del Patrimonio Culturale, forse per dare spazio ad altre tematiche considerate, plausibilmente, più urgenti.

La prima parte del progetto New Narrative for Europe, avviata ad aprile 2013, ha registrato un buon successo con una serie di eventi locali e dibattiti online (consultabili a questo link), e si è conclusa nell’ottobre 2014 con la pubblicazione della dichiarazione dal titolo La Mente e il Corpo dell’Europa e dell’omonimo libro che descrive in dettaglio i risultati delle attività (scaricabili qui e qui).

Purtroppo è inevitabile ammettere che gli interventi a livello europeo sulla cultura e l’identità condivisa rivestono un ruolo minore rispetto alle emergenze economiche o ai delicati equilibri politici, per il semplice fatto che richiedono molto più tempo e grandi sforzi educativi per produrre cambiamenti significativi. Ma se nel prossimo futuro si ripensasse al patrimonio culturale europeo come la più grande macchina per creare sviluppo, tutte le problematiche all’ordine del giorno ne trarrebbero di certo grande giovamento.

©Futuro Europa®

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Un Commento

  • Bisogna ripartire dalla cultura europea.

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