Cronache dai Palazzi

Provvedimenti espansivi presi a “maggioranza schiacciante”. È questo l’annuncio del governatore Mario Draghi, che spiega la mossa della Banca centrale europea per incentivare crescita e investimenti nella zona euro. Tassi azzerati e alle banche prestiti mirati per imprese e famiglie. In particolare per favorire il credito alle imprese e alle famiglie, la Bce ha messo in campo quattro nuove operazioni Tltro (Target long term refinancing operations) ossia prestiti a lungo termine (4 anni) alle banche, a tassi che potranno scendere fino a -0,4%.  I tassi saranno tanto più vantaggiosi per le banche quanto più lente saranno le catene del credito. Le quattro operazioni Tltro si svolgeranno da giugno 2016 a marzo 2017. Tutto ciò a ridosso del bollettino dell’Ue con il quale la Commissione europea ha invitato l’Italia a proseguire sulla strada delle riforme e a comunicare entro il 15 aprile le misure che intende adottare per correggere la Legge di Stabilità.

La Commissione europea cita una manovrina ma non dà delle cifre. L’essenziale è che l’Italia eviti una procedura per deficit eccessivo, annunciando “in modo credibile e dettagliato” quali misure intende adottare quest’anno per correggere la Legge di Stabilità che, flessibilità a parte, così com’è sembra generare un rischio di “deviazione significativa” dalle regole di bilancio europee.

“Abbiamo individuato sei Paesi le cui strategie di bilancio potrebbero rischiare di condurre all’inadempimento degli obblighi previsti dal Patto di Stabilità”, ha dichiarato il vice-presidente responsabile per l’Euro Valdis Dombrovskis, che insieme al commissario Pierre Moscovici ha firmato la lettera di richiamo inviata all’Italia. “C’è ancora tempo a sufficienza per adottare le misure correttive necessarie”, ha aggiunto Dombrovskis. Il giudizio definitivo sarà pronunciato nel mese di maggio e, come spiegano da via XX Settembre, “il rischio di deviazione nel 2016 sarà rivalutato sulla base delle previsioni di primavera e alla luce del nuovo percorso di finanza pubblica delineato dal governo in aprile”. L’Italia non sembra comunque disporre di ampi spazi di manovra.

Nella missiva la Commissione europea non precisa l’ammontare delle correzioni richieste ma secondo le regole del Patto di Stabilità l’Italia dovrebbe realizzare una correzione del deficit strutturale di almeno lo 0,5% l’anno fino al pareggio di bilancio. Nello specifico il governo italiano ha richiesto lo 0,5% di flessibilità per le riforme, 0,3% per gli investimenti e 0,2% per i migranti. La Commissione Ue ha a sua volta sottolineato che il rischio di deviazione significativa “non cambierebbe” con l’esclusione delle spese per “l’afflusso eccezionale di rifugiati”. Anche concedendo tutta la flessibilità possibile mancherebbe ancora uno 0,2% per raggiungere l’obiettivo, ciò che in cifre corrisponderebbe ad almeno 3,2 miliardi.

La Commissione ha dettato inoltre una serie di condizioni per dare corpo alla flessibilità. In particolare le risorse liberate nel 2015 devono essere impiegate per far leva sugli investimenti e non per finanziare tagli alle tasse. Sono attesi inoltre dei “progressi” nelle riforme strutturali perché “rimangono sfide” da portare a termine a proposito di “spending review, tassazione, contrattazione di secondo livello e lotta alla corruzione”. Infine la Commissione richiede all’Italia l’attuazione di “piani credibili per riprendere il percorso di aggiustamento verso il pareggio di bilancio il prossimo anno”. Bruxelles ha comunque riconosciuto la stabilizzazione del debito da parte di Roma nel 2015 e ha lanciato “la previsione di riduzione a partire dal 2016”. In realtà la missiva della Commissione europea dimostra una reale preoccupazione per il debito “molto alto” che dovrebbe però “scendere lentamente nei prossimi due anni”. Dal 2017 in sostanza non ci sarà più alcuna flessibilità e il Documento di economia e finanza del prossimo mese di aprile dovrà in sostanza indicare un taglio del deficit strutturale dello 0,5% di Pil.

A proposito di Prodotto interno lordo, l’Istat ha stimato infine un incremento pari allo 0,1 % nel primo trimestre di quest’anno. Nel giorno in cui è arrivata a Roma da Bruxelles la lettera di richiamo all’Italia sui conti pubblici,  la consueta Nota mensile dell’Istituto di statistica sembra aver formulato un incoraggiamento a proposito delle aspettative del governo. La crescita c’è, anche se procede “a ritmi moderati” e in “un quadro di indebolimento della ripresa globale”. Per quanto riguarda le previsioni di incremento del Pil nel 2016 nel Def di aprile l’esecutivo dovrà comunque abbassare l’asticella (da +1,6% a +1,4%) costringendo al ribasso le proprie previsioni e tutto ciò non faciliterà di certo il percorso di risanamento dei conti pubblici. Il governo Renzi dovrà recuperare almeno 3 miliardi nel corso del 2016 e sembra volerlo fare ricorrendo al presunto gettito della voluntary disclosure (capitali localizzati all’estero) e in virtù di una minor spesa per interessi sul debito.

©Futuro Europa®

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