Amministrative 2016, il punto

Benché la data delle prossime amministrative non sia ancora stata decisa, nei principali capoluoghi di provincia si sta già iniziando a scaldare i motori per condurre i candidati verso le urne. Corsa che sta già vedendo scontri trasversali, passando dal centrodestra al PD ed anche dai 5 Stelle. Sì, perché è notizia fresca fresca la decisione della candidata a Milano per il movimento di Grillo Patrizia Bedori di ritirarsi. Forse i 74 voti presi alle primarie pentastellate non sono stati sufficienti a convincere l’endorsement della bontà della scelta.

E forse è proprio Milano la città messa meglio, dove i candidati del Centrodestra e del Centrosinistra sono arrivati alla competizione senza particolari scossoni nei rispettivi partiti. Cosa che certo non si può dire di Roma. La Capitale, già attanagliata dai suoi mille problemi sta vivendo un braccio di ferro tra Salvini e Berlusconi rispetto alla candidatura di Bertolaso. La scelta berlusconiana ha talmente indisposto Salvini tanto da costringerlo ad aprire alle primarie quale strumento di massima espressione popolare, il tutto mentre il Pd affogava dentro al Tevere la vergogna dei numeri gonfiati. E tra scelte poco coraggiose (le primarie sono state vinte da Giacchetti) e i litigi del centrodestra, a godere tra i litiganti, la bella avvocatessa Virginia Raggi, candidata per i 5 stelle che tra l’alto  piace a destra e a sinistra.

Anche a Napoli lo scandalo primarie ha condizionato la scelta del candidato Pd. L’ex presidente della Regione Campania Antonio Bassolino ha perso per una manciata di voti, tra l’altro viziati da possibili truffe. Nel centrodestra il nome di Lettieri sembra sostanzialmente condiviso con buona pace di Berlusconi e Salvini.

Con Osvaldo Napoli a Torino e la salviniana Borgonzoni a Bologna si chiude sostanzialmente il cerchio. La cosa che più fa riflettere è che ormai il Nuovo Centrodestra, di destra abbia solo il nome nel logo visto che tendenzialmente, nelle grandi realtà, correrà a fianco del Pd. Deriva questa che però a Milano non è piaciuta e, piuttosto che correre con Sala, Lupi è riuscito a convincere Salvini e il partito di Alfano che non correrà con il proprio simbolo ma come una civica. Segnale importante questo che, laddove i mal di pancia si fanno ogni giorno più forti, si sta per concretizzare uno spacchettamento della creatura del Ministro dell’interno, che probabilmente per la gran parte confluirà nel PD.

In conclusione, in molte realtà locali i giochi non sono per niente chiusi, anzi, i braccio di ferro con la Lega per la spartizione territoriale sta mettendo alla prova la tenuta dell’alleanza sul territorio. I sondaggi che danno come primo partito la Lega su Forza Italia, hanno messo nell’angolo Berlusconi che, tra l’altro, potrebbe dare l’ordine ai suoi di correre, laddove è difficile un’intesa, senza la Lega.

A questo giro, più delle altre volte, l’incognita sarà 5 stelle che, benché abbiano ampiamente mostrato di non saper amministrare una città, rischiano di ritrovarsi anche con qualche capoluogo (soprattutto al centro-sud) da amministrare, con tutti i rischi connessi.

Nei prossimo mese molte situazioni saranno più chiare e capiremo se saranno elezioni utili a valutare il peso dei singoli partiti o delle coalizioni in vista della prossima tornata Politica.

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