Schengen, la roadmap della Commissione Europea
Il Commissario europeo agli Affari Interni Dimitris Avramopoulos ha reso nota la “Roadmap”, per il ripristino dello Spazio Schengen e definire nitidamente una linea politica europea per far fronte all’emergenza dei rifugiati, all’indomani degli eventi per i quali i Paesi UE si sono irrigiditi chiudendo le frontiere o aumentando i controlli a dismisura.
La Commissione ha realizzato una “Comunicazione” (Bruxelles, 4.3.2016 COM 2016) indirizzata al Parlamento Europeo e al Consiglio: “Ritorno a Schengen – Tabella di marcia” in cui illustra le diverse misure che ritiene necessarie, le varie tappe della Roadmap, per il ritorno al normale funzionamento dell’“Area Schengen”, che nelle sue intenzioni vorrebbe che sia raggiunto entro il prossimo dicembre. Obiettivo principale è quello di rafforzare il controllo delle frontiere esterne dell’Unione Europea e salvaguardare lo “Spazio Schengen”.
La conquista di Schengen fu per i Paesi dell’Unione Europea uno dei traguardi più significativi raggiunti dal processo d’integrazione, permettendo la creazione di uno “Spazio aperto”, senza frontiere interne, in grado di apportare immensi vantaggi, sul piano economico, ai cittadini e al “Mercato interno”, consentendo a persone e beni di circolare liberamente e all’economia di svilupparsi.
Gli eventi a cui tutti stiamo assistendo negli ultimi tempi, sulla scena mondiale, hanno, però, minato in modo profondo e radicale il difficile equilibrio tra i Paesi UE e stiamo parlando della questione dei migranti, dei rifugiati, dei richiedenti asilo: un dramma umano, sociale, politico, economico, antropologico e culturale, che ci coinvolge tutti e richiede da ciascuno di noi il proprio contributo per fronteggiarne le conseguenze in modo efficace e trovarvi una soluzione definitiva.
Sull’importanza di Schengen tutti si trovano concordi, ma, come dice il Segretario di Stato tedesco all’immigrazione, Ole Schroder “…la UE non ha un efficace sistema di controllo delle frontiere esterne, particolarmente tra Grecia e Turchia e il sistema di ricollocamento dei richiedenti asilo non sta funzionando”. E’ di fondamentale importanza trovare una “soluzione europea”, come sottolinea il Presidente Juncker, è necessario un approccio globale e coordinato per trovare una soluzione efficace a un problema tanto complesso e delicato e su questo conviene lo stesso Schroder che aggiunge “…l’urgenza è che, in assenza di questa, comunque, i singoli Stati membri riescano a trovare misure idonee per fronteggiare le crisi che di volta in volta si presentano”.
Questo è quanto ribadiscono le “Istituzioni Europee” in tutte le proprie sedi. “Occorre trovare una sintesi tra i diversi approcci. Non vi è alcuna buona alternativa a un piano globale europeo” e ancora “…la Strategia globale concordata produrrà risultati soltanto se tutti i suoi elementi saranno perseguiti congiuntamente e se le Istituzioni e gli Stati membri agiranno in totale coordinamento”. Azione coordinata che rappresenta un elemento irrinunciabile sì per contenere l’ondata migratoria e proteggere le frontiere esterne, ma, soprattutto, per salvaguardare lo “Spazio Schengen”. Il Consiglio, lo scorso 12 febbraio, ha adottato una Raccomandazione per “ripristinare il normale funzionamento dello Spazio Schengen” in sinergia con e tra i vari Paesi UE.
La sospensione di Schengen ha prodotto ricadute in campo economico non indifferenti e la Commissione ha predisposto e presentato una stima delle conseguenze che si sono e si stanno avendo nei vari Paesi, in campo economico e finanziario, anche per far pressione sugli Stati membri affinché i controlli alle frontiere interne siano eliminati il prima possibile: i Governi spenderebbero 1,1 miliardo per aumentare il personale necessario per i controlli alle frontiere; Polonia, Paesi Bassi e Germania dovrebbero sostenere almeno 500 milioni di costi in più per il trasporto su strada dei prodotti per il commercio e queste sono solo alcune.
Nella sua “Roadmap” la Commissione individua alcune linee prioritarie d’azione: anticipare ad agosto l’operatività del Corpo di Guardie di Frontiera e Guardacoste Europeo; assicurare la protezione della frontiere esterne; soccorrere la Grecia; applicare il piano di azione congiunto UE-Turchia e lo schema di ammissione volontaria di rifugiati dai campi profughi turchi; accelerare i ricollocamenti da Italia e Grecia e i ritorni dei migranti economici verso Ankara; presentare la proposta di riforma del “Regolamento di Dublino per i richiedenti asilo”, ovvero della regola per la quale la richiesta d’asilo per il rifugiato deve essere presentata nel Paese di primo arrivo, che la Commissione Europea renderà nota, in una “Comunicazione”, il prossimo 16 marzo e che sarà basata “sull’obiettivo della solidarietà e dell’equa ripartizione del carico tra gli Stati membri”, nella stessa data sarà pubblicato il primo “Rapporto sulla Ricollocazione ed il Reinsediamento” dei migranti in tutta l’Unione nonché presentare per “FRONTEX” la nuova richiesta di contributi degli Stati membri per lo spiegamento della Guardia di Frontiera europea a sostegno della Grecia entro il 22 marzo a cui entro il 1 aprile gli Stati membri rispondono fornendo risorse umane e materiale tecnico; tra l’11 e il 17 aprile valutare il funzionamento delle frontiere aeree, marittime e terrestri in Grecia; la Commissione deve presentare entro il 12 aprile la valutazione sull’adeguatezza del piano d’azione della Grecia; entro il prossimo 16 aprile presentare il “Secondo Rapporto sulle Ricollocazioni e il Reinsediamento”; il 13 maggio il Consiglio dovrà adottare la “Proposta della Commissione per un approccio coerente dell’Unione ai controlli temporanei delle frontiere interne”; il 16 maggio dovrà essere presentato il “Terzo Rapporto sulle Ricollocazioni e il Reinsediamento”; entro giugno 2016 il Consiglio e il Parlamento dovranno raggiungere l’accordo politico sulle Guardie di frontiera e i Guardiacoste europei e sempre entro giugno la Commissione dovrà presentare un parere in merito al possibile ritorno della Grecia al pieno funzionamento di Schengen e infine entro dicembre porre fine, se possibile, alle misure eccezionali di salvaguardia di Schengen e tornare alla normalità.