Rassegna stampa estera

Molte domande nascono sui media internazionali sul “dopo” accordo con la Turchia e la gestione dei migranti da parte dell’Italia: dove verranno alloggiati? L’Italia è pronta ad accogliere gli imminenti nuovi arrivi? E, soprattutto, riusciremo a contrastare l’apertura di nuovi punti di sbarco sulle nostre coste che secondo il Frankfurter Allgemeine Zeitung saranno attivi dalla prima settimana di Aprile. Uno studio della Brooking institution afferma che l’Italia è la chiave nella lotta all’Isis in Libia. Reuters e Washington Post  affrontano la spinosa questione dei Marò e l’apertura di Modi di fronte al summit di Bruxelles, anche se sembra che l’”apertura” non sia che per un bieco gioco di interessi, viste le reazioni degli avvocati indiani presenti all’Aja: l’India vuole diventare un grande attore sulla scena internazionale, gli Stati Uniti gli stanno dietro da tempo, e i vertici con l’UE andavano rilanciati dopo quattro anni di fermo.  Les Echos analizza le preoccupazioni dell’Italia non istituzionale sull’”OPA” francese sulle nostre imprese.

Jamss Politi  sul Financial Times dice le cose come stanno: all’Italia il controverso accordo con la Turchia stretto dall’UE porta solo ulteriori problemi.  “ Poche ore dopo la firma del controverso accordo tra UE e Turchia, stretto per arginare il flusso dei profughi attraverso i Balcani, la Nave Peluso, una nave della Guardia Costiera Italiana, è attraccata nel porto siciliano di Pozzallo per far sbarcare 357 migranti soccorsi nel Mediterraneo centrale (…) Quest’anno l’ondata migratoria è cominciata in anticipo e sembra ancor più imponente che in passato e questo presenta nuovi rischi per Matteo Renzi (…) Se questo aumento percentuale si mantiene (43% rispetto al 2015, ndr), o addirittura aumenta durante l’anno, molti italiani lo vedranno come un segnale negativo della politica dell’UE in materia di migrazione, sarà la dimostrazione che ha fatto ben poco per rispondere alle richieste di Roma, anche se sul fronte greco riuscisse nella sua impresa con tenitrice. Il risentimento potrebbe incoraggiare i partiti populisti anti-immigrati, come la Lega Nord, terza forza politica del Paese, a danno di Renzi in vista delle elezioni amministrative previste a Giugno e del cruciale referendum sulle riforme costituzionali previsto in autunno. Lo scenario peggiore per Roma è che la chiusura della rotta balcanica sancito dall’accordo di Bruxelles con Ankara devi siriani, afghani e iracheni sull’Italia.” (…)

Il dubbio è già una quasi realtà. Il Deutsche Welle riporta la notizia pubblicata dal Frankfurter Alggemeine Zeitung come una sorta di monito: “le bande di trafficanti stanno organizzando nuovi modi per far arrivare dalla Turchia all’UE i migranti, tra questi la navigazione verso l’Italia (…) I contrabbandieri hanno l’intenzione di iniziare il trasporto dei rifugiati tramite la nuova rotta italiana nella prima settimana di Aprile, affermano sull’edizione della Domenica del Frankfurter (…) Hanno fatto sapere che userebbero piccoli cargo o pescherecci per traghettare i loro clienti dalla cittadina costiera turca di Analya verso Mersin, vicno alla frontiera siriana e verso la capitale greca Atene. Secondo il quotidiano, il prezzo da pagare per questo viaggio si aggirerebbe tra i 3000 e 5000 euro, molto di più di quanto si chiedesse per la traversata dalle spiagge turche verso una qualche isola greca. I rifugiati devono far fronte a sempre più ostacoli per raggiungere l’Europa attraverso la Grecia, visto che diversi Paesi dei Balcani hanno chiuso le loro frontiere. La scorsa settimana l’UE ha stretto un accordo con Ankara sulla spedizione dei migranti in Turchia, rallentando il flusso. I trafficanti hanno già risposto alla crescente domanda creando percorsi alternativi per la loro nuova impresa.”(…)

Lo svizzero Le Matin si interroga su dove alloggeremo la nuova ondata di migranti. “Il ministero degli interni italiano ha registrato 13829 arrivi dal mese di Gennaio, 3800 in più rispetto allo stesso periodo nel 2015. Ma è ancora troppo presto per sapere se si tratta di una reale tendenza all’aumento o un semplice anticipo delle partenze che solitamente cominciano in Aprile. Negli ultimi giorni, funzionari europei hanno parlato di centinaia di migliaia di candidati in attesa di partire dalla Libia (…) Per evitare i tragici naufragi come quello dello scorso Aprile, una vera flotta pattuglia il largo delle coste libiche (…) e gli hotspot italiani sono pronti a Lampedusa (…) ma è il dopo che crea problema. Nel 2014 solo il 37% dei 170.000 migranti arrivati in Italia hanno fatto richiesta d’asilo nella penisola. Nel 2015, la proporzione è salita al 56% dei 153.000 arrivati, avendo gli altri intenzione di proseguire verso il Nord Europa. Ma le frontiere stanno riapparendo le une dopo le altre e il sistema di ripartizione in seno all’UE è ingolfato: l’Italia potrebbe dover tenere con sé gran parte dei nuovi arrivati (…) Se i migranti vogliono proseguire la strada spariscono rapidamente dai centri di accoglimento, il turn-over può però essere molto lento per gli altri: l’esame di un asilo prende dagli 8 ai dieci mesi, ai quali se ne possono aggiungere altri sei se si fa ricorso”. (…) La chiusura della strada dei Balcani, ricorda il giornale, potrebbe far arrivare rifugiati attraverso l’Albania, le fila di persone da gestire va ad ingrossarsi rendendo la ricollocazione sempre più difficile. L’Italia è pronta ad affrontare la nuova ondata di migranti?

Matteo Garavoglia e Leore Ben Chorin hanno cercato di fare chiarezza sulla nostra posizione nei confronti della Libia e rispetto ai rapporti con Washington. Nella loro analisi pubblicata su The National Interest e dalla Brookings Institution, scrivono: “La presenza dell’Isis in Libia è innegabile (…) Mentre gli Stati Uniti, l’Italia e gli altri membri della coalizione continuano a far pressione sui libici affinché venga approvato il piano di unità nazionale mediato dalle Nazioni Unite, gli stessi membri della coalizione stanno già tessendo i piani per il “giorno dopo” la nascita di tale governo di unità. Nel caso di una richiesta da parte del governo di assistenza internazionale, passerebbero così solo ore o pochi giorni prima che le forze di coalizione arrivino via terra, aria e mare. Tra i partner e in tutto questo scenario, l’Italia è destinata  a svolgere un ruolo chiave nella coalizione. Questo per via dei legami coloniali, l’afflusso di migranti che cerca ogni giorno di attraversare il Mediterraneo, la vicinanza geografica dei due Paesi e gli interessi economici in comune. Mentre molto si è detto sui piani americani, poco si sa sul ruolo che sta giocando l’Italia e sua quanto sta portando alla coalizione”. Gli autori ricordano degli accordi stipulati tra Italia e Stati Uniti in Gennaio su Sigonella e forze speciali da mandare sul terreno, la lotta all’Isis. Proprio su questo punto fanno notare la non sincronia dei piani. “In questo contesto, due diversi orologi fanno tic tac: uno diplomatico per stabilire un governo libico di unità nazionale, e uno militare per contrastare l’Isis. I due sono fuori sincrono. Roma non è disposta ad assumere un ruolo di primo piano in Libia fino a quando non nascerà un governo.  Washington non aspetterà all’infinito di intensificare le operazioni contro l’Isis (…) Gli orologi diplomatici e militari dovrebbero essere sincronizzati tra Roma e Washington per lavorare efficacemente. (…)

Ancora politica estera con il riaffiorare del caso Marò. Come scrive Thomas Escritt su Reuters, il Primo Ministro Indiano Narendra Modi al vertice diplomatico dell’Unione Europea di questa settimana ha mostrato l’intenzione di risolvere la faida diplomatica che dura da quattro anni con l’Italia, diventata abbastanza tossica da minacciare le ambizioni di New Delhi a diventare un attore globale di spicco: in gioco grandi sfide con USA e UE. Ma se Modi  “spera che il vertice di Bruxelles porti disgelo nei rapporti con l’Italia”, l’India presente al Tribunale per l’Arbitrato dell’Aja sembra parlare un’altra lingua. “L’India spera che il vertice di Bruxelles rinsaldi i rapporti con l’UE e riesca a far si che l’Italia sblocchi la partecipazione dell’India al porgramma Mtcr, Missile Technology Control Regime, un’associazione che controlla il commercio mondiale di missili, dove si entra per cooptazione e con l’unanimità dei membri: lo scorso Ottobre l’Italia ha posto il suo veto proprio in virtù della questione Marò.” Mike Corder sul Washington Post riporta la storia del contenzioso e la cronaca di queste ore difficili all’Aja dove i due Paesi stanno tenendo un duro braccio di ferro. Riporta le risentite parole dell’Ambasciatore Azzarello convinto che Girone sia solo usato come garanzia : ‘un essere umano non può essere usato come garanzia del comportamento di uno Stato’.”In questi giorni il tribunale deciderà delle sorti del nostro marò rimasto in India. In nome degli “affari” e dei sogni di gloria si smuoverà qualcosa?

Olivier Tosseri dedica la sua attenzione alla preoccupazione degli ambienti d’affari e della stampa della penisola sulla passività del Governo Renzi di fronte all’”offensiva francese” in tutti i campi, dall’agroalimentare alle infrastrutture passando per le telecomunicazioni. “Un sorriso vagamente ironico o preoccupato l’accompagna (la battuta “non aspettiamo che l’arrivo di Bonaparte” che circola tra gli osservatori economici italiani, ndr), mentre ci si interroga, dall’altra parte delle Alpi, sull’esistenza di una strategia che spieghi le campagne lanciate negli ultimi anni in Italia dai capitani d’industria francesi. I loro antenati militari trafugavano opere d’arte, loro vi investono somme colossali (…) Le strutture delle imprese italiane, spesso a conduzione familiare, piccole sia per taglia che per capitali, ne fanno facile preda per i grandi gruppi internazionali pronti ad investire (…) In dieci anni i gruppi francesi hanno speso 48 miliardi di euro e messo la mano su 156 imprese italiane. Un fenomeno che comincia a infastidire la penisola dove ci si aspetta nuove offensive. Durante l’ultimo summit franco-italiano di inizio Marzo, François Hollande e Matteo Renzi hanno mostrato la loro volontà di collaborare ne creare nel futuro prossimo, dei campioni europei in alcuni campi.” Sarà.

ATS/NXP per Le Matin, Où loger la porchaine vague de migrants?, 29 Marzo 2016; James Politi, Italy sees little benefit from EU migrants deal with Turkey, Financial Times, 28 Marzo 2016; Deutsche Welle, Report: Smugglers prepare new human trafficking route to Italy, 27 Marzo 2016; Matteo Garavoglia e Leore Ben Chorin, Italy is the key to fighting ISIS in Libya, Brookings Institution, 25 Marzo 2016; Mike Corder, Italy, India spar over marine suspected of slaying fisherman,  The Washington Post, 30 Marzo 2016; Thomas Escritt, India’s Modi at EU summit wants to defuse row over Italian marine,  Reuters, 30 Marzo 2016; Olivier Tosseri, L’Italie s’inqiète de l’OPA française sur ses entreprsises, Les Echos, 29 Marzo 2016.

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