Cronache dai Palazzi

Ad un passo dal referendum sulle trivelle scoppia il caso Guidi. Il ministro dello Sviluppo Economico rassegna le proprie dimissioni per “opportunità politica”, seppur tentata a ribattere punto per punto con una nota. L’addio dopo aver parlato al telefono con Renzi, impegnato nel tour americano, e aver così detto: “Lascio”.

Il referendum del prossimo 17 aprile occupa comunque il dibattito pubblico in più settori, non solo quello politico dove non sono poche le voci contrarie a cominciare dal Pd. Anche gli ambienti religiosi si pronunciano a riguardo denunciando una massiccia speculazione nel settore dell’energia e richiamando le parole di Papa Francesco, che nella Laudato sì ha per l’appunto esposto un chiaro invito ad andare oltre le posizioni attualmente acquisite per la produzione di energia. Dalle colonne del Corriere Monsignor Galantino, portavoce della Cei, ha inoltre lanciato un appello al Governo per “creare luoghi seri di confronto evitando semplificazioni e scomuniche contrapposte”. L’obiettivo resta l’abolizione della norma che ha perpetuato le autorizzazioni alle ricerche e alle estrazioni degli idrocarburi da parte delle concessionarie private. In sostanza “non si può continuare a trivellare per mare e per terra”, come ha dichiarato il padre comboniano Alex Zanotelli sostenuto da tanti altri all’interno della Chiesa e non solo. Un coro di “sì” quindi, affinché si contempli il rispetto della natura e delle vocazioni economiche e culturali dei territori, e con la convinzione che le trivelle non rappresentano la chiave di volta che risolverebbe la nostra situazione energetica.

Tutto ciò mentre emerge l’incriminazione di Gianluca Gemelli (compagno di Federica Guidi), indagato per corruzione e traffico di influenze illecite. A novembre 2014 la ministra Guidi avrebbe anticipato telefonicamente a Gemelli l’approvazione di un emendamento sul giacimento petrolifero Tempa Rossa nella Legge di Stabilità. Emendamento ampiamente contestato dalle opposizioni, soprattutto M5S e Sel che avrebbero denunciato la rete di favoritismi a vantaggio delle lobby del fossile.

Gemelli risulta in pratica al centro di una rete di accordi illeciti con l’amministrazione locale. Secondo la magistratura l’imprenditore siracusano avrebbe stipulato un patto con la giunta di centrosinistra in cambio di un solido appoggio che gli permettesse di fare il vero salto di qualità imprenditoriale. L’obiettivo di Gemelli era in pratica entrare nella lista delle imprese eccellenti, similmente alla francese Total. Come scrive la gip, le indagini hanno portato a galla “un ben sperimentato e consolidato sistema di malaffare caratterizzato da tutta una serie di reati contro la pubblica amministrazione”.

“Forse il governo, dopo oltre due anni, ha bisogno di un tagliando”, ha affermato Gianni Cuperlo dal fronte della minoranza dem. Sel non avrebbe invece nascosto la propria mozione di sfiducia contro la ministra Guidi e i pentastellati hanno definito “gravissimo” il coinvolgimento del ministro Guidi e probabilmente del ministro Boschi e del sottosegretario lucano De Filippo, e di altri membri del Governo Renzi, nella vicenda. “Denunciammo quell’emendamento e tentammo in tutti i modi di fermarlo”, hanno sottolineato i cinquestelle. Così, dopo 768 giorni di lavoro come ministro, Federica Guidi abbandona il palazzo di via Veneto rivendicando la “buona fede” e la “correttezza” del proprio operato, puntualizzando così che le sue dimissioni non sono un’ammissione di colpevolezza. Ma piuttosto una “questione di opportunità politica”.

Il giacimento di Tempa Rossa avrebbe procurato al compagno della Guidi contratti in subappalto e, in sostanza, la risoluzione di eventuali difficoltà economiche. Le trattative politiche risultano estremamente intrecciate con quelle imprenditoriali. Secondo le rilevazioni telefoniche Gemelli “dimostra una conoscenza approfondita delle dinamiche che regolavano le decisioni che avrebbero dovuto essere assunte in seno al Parlamento perché afferma: ‘Ci stanno provando, ci stanno provando, mi creda  – al telefono con l’ingegnere Colabianchi, dirigente della Total che avrebbe dovuto concedergli i subappalti -, c’è da leggere, ci sarà da leggere lo Sblocca Italia che dovrebbe andare oggi alle sei. Hanno messo la fiducia e quindi speriamo che esce fuori”. In pratica Gemelli ha sfruttato delle informazioni riservate, a lui rivelate dalla compagna Guidi, per fare i propri interessi in Basilicata. L’ex ministro dello Sviluppo Economico ha invece dimostrato di aver concesso al compagno le suddette informazioni mentre avrebbe dovuto custodirle in virtù del suo mandato, escludendo l’eventualità di ogni conflitto di interessi, e comunque in virtù di una certa moralità che dovrebbe stare alla base di ogni azione politica e alla quale ogni politico dovrebbe in qualche modo ispirarsi.

Con il caso Guidi-Gemelli i promotori del referendum contro le trivelle hanno trovato terreno fertile e Renzi dall’America ha dovuto evitare che i suoi avversari piantassero su quel terreno ulteriori grane per il suo governo. Il caso si è così risolto in poche ore e Renzi ha sottolineato fin da subito di “condividere” l’opportunità del passo indietro di Federica Guidi pur dichiarandole: “Cara Federica, ho molto apprezzato il tuo lavoro di questi anni”. La Guidi doveva necessariamente lasciare anche per non ampliare il quorum del no referendario il 17 aprile, e doveva farlo in prime-time televisivo, prima del tg delle venti. Se ciò non fosse avvenuto nel tritacarne ci sarebbe finita magari anche la ministra Maria Elena Boschi – il cui nome è emerso dall’intercettazione telefonica della Guidi – ma il premier Renzi ha voluto evitare anche tutto questo. La Boschi ha a sua volta dichiarato di essere finita nel tritacarne delle intercettazioni solo per aver svolto il proprio “lavoro da ministro” e, infastidita, ha inoltre sottolineato che la collega Guidi non aveva mai informato nessuno all’interno del governo del suo compagno, e di eventuali interessi di costui nell’ambito del ministero da lei diretto. Molto probabilmente, però, per Renzi la testa della Guidi non sarà sufficiente per smarcare gli avversari in vista del referendum sulle trivelle. Avversari che tra l’altro si annidano anche all’interno del proprio partito.

Nel frattempo Renzi non ha modificato nemmeno una virgola del proprio programma in America e mentre in Italia si aspettava le dimissioni di Federica Guidi, il presidente del Consiglio italiano incontrava gli studenti di Harvard ai quali ha raccontato il percorso delle riforme in Italia, ha dichiarato che le bombe non possono rappresentare l’unica risposta al terrore islamico e ha confessato il proprio tifo per Hillary Clinton in vista delle presidenziali. In America Renzi ha inoltre formalizzato un’importante intesa con il colosso Ibm per trasformare l’area milanese dell’Expo in un grande polo di ricerca e innovazione. “Col nostro investimento di 150 milioni di dollari iniziamo in Italia il cammino per portare la medicina personalizzata in Europa”, ha spiegato il capo di Ibm Ginny Rometty. Milano diventerà il polo europeo dell’intelligenza artificiale e delle soluzioni cognitive applicate alla sanità, fondato sullo sviluppo del supercomputer “Watson”. La scelta degli americani è caduta sull’Italia perché “ha ottime strutture mediche” e perché tornando affidabile è un posto “dove è di nuovo conveniente investire”.

©Futuro Europa®

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