Chi vuol capire, capisca
Quello che sta emergendo all’interno del Governo Renzi, “nobile e famoso rottamatore”, dimostra sempre più come la Politica sia piegata, ormai senza pudore, agli interessi economico-finanziari del nostro Paese. La continua aggressione mediatica verso i politici in generale, senza mai distinguere fra buoni e cattivi, altro non è che una cinica manipolazione di una società come la nostra, sempre più depauperata e, quindi, facilmente disponibile a formare una opinione pubblica avversa alle Istituzioni ed ai suoi rappresentanti.
I ministri Boschi e Guidi, se non altro per legami familiari, ed altri esponenti di Governo, per non bene identificate ragioni, in quanto punti di riferimento di Banchieri e Petrolieri, sono l’esempio lampante di come oggi si sia ridotto il ruolo della politica verso interessi particolari e non generali. Non a caso, i nostri Padri Costituenti, e le successive leggi repubblicane, hanno posto in essere retribuzioni dignitose per due principali categorie di cittadini, i Magistrati ed i Parlamentari. Si è voluto renderli autonomi e lontani da ogni tentazione e da pressioni esterne nell’esercizio delle loro funzioni.
Certo, come in ogni segmento della società, anche in politica si annidano persone senza ideali, moralità, correttezza. Ma è logico che per eliminare qualche “mela” marcia si provveda alla distruzione di tutto il “frutteto”? Cosa ne resta dopo? Se leggiamo i twitter di Gemelli, compagno indagato della ex Ministro Guidi, nei quali si attaccano gli stipendi dei Parlamentari italiani, cosa significa se non volerli deboli agli interessi dei suoi Petrolieri tutelati e quindi pronti a varare leggi ed emendamenti “pro domo sua”?
Mi auguro che, finalmente, i cittadini aprano gli occhi, riprendano il loro ruolo di protagonisti della società in cui vivono, la smettano di essere sudditi piegati alla manipolazione mediatica in atto e sappiano, con un po’ di maggiore impegno personale, scegliere Partiti e Candidati adeguati agli interessi della collettività. La politica rappresentata per censo, da chi ha solo interessi economico-finanziari, non ha prodotto mai nulla di buono nella storia dell’umanità. Dalla caduta della Prima Repubblica, criticata a giusto o a torto, si è ricercata, alimentando l’antipolitica, la novità ad ogni costo, anche in termini anagrafici, con risultati, come quelli attuali, certamente non edificanti.
Tutto ciò non deve produrre disaffezione all’impegno civile: rifugiarsi l’astensionismo significa affidare il potere a chi ha poco consenso; significa non rendersi conto che il nemico non è l’attuale insufficiente classe dirigente; il vero nemico è chi l’ ha prodotta e sostiene, dietro le quinte, utilizzandola cinicamente grazie alla sua mancanza di autorevolezza dentro e fuori i confini nazionali.
Aveva ragione Platone: “In politica presumiamo che tutti coloro i quali sanno conquistare i voti sappiano anche amministrare uno Stato o una Città. Quando siamo ammalati chiamiamo un medico provetto, che dia garanzia di una preparazione specifica e di una competenza tecnica, non ci fidiamo del medico più bello o più eloquente”. E ai più accaniti detrattori dei politici come non ricordare, senza dargli torto, il Drammaturgo e Scrittore Irlandese Brendan Behan:”I politici, come le prostitute,vengono disprezzati. Ma chi non corre da loro quando ha bisogno dei loro servigi?”. Chi vuol capire, capisca.
[NdR – L’autore dell’articolo è Membro Political Assembly PPE Bruxelles]
Un Commento
Una riflessione su 24 anni di denigrazione dei partiti e di esaltazione dei ‘provenienti dalla societa’ civile’ e dei ‘giovani’ prima o poi andra’ fatta: perche’ molti politici della precedente generazione non sono stati degni del loro ruolo e’ vero, ma introdurre nel nostro complesso sistema politico-amministrativo dei perfetti inesperti ha determinato lo sfascio e l’antipolitica di cui soffriamo. Il rimedio e’ stato peggiore del male, ed il suo effetto e’ sotto gli occhi di tutti. Ma non tutto e’ perduto, se usiamo senso critico e umilta’: ora serve chiedere, a chi ha partecipato alla costruzione di questo Paese in fin dei conti libero e prospero, di non mettersi da parte ma aiutarci a ricostruire un rapporto sereno con la Storia, con la Costituzione, e con la Politica.