Lega e NCD, tra insulti e alleanze

In pubblico non sprecano un minuto per mandarsele a dire. Quando si tratta di alleanze in vista delle amministrative, però, al Nord si crea una strana alleanza tra Ndc e Lega Nord. Strana per un semplice motivo che i due leader, Angelino Alfano e Matteo Salvini, si insultano in continuazione. L’ultimo scambio di complimenti, tanto per non perdere il filo, è stato quello a commento degli attacchi terroristici di Bruxelles. A giugno si vota in tanti Comuni e quasi per magia Lega e centristi vanno a braccetto in tutte le piazze più importanti, iniziando da Milano e Varese, ad esempio. Come dire, prima si vota e poi continuiamo ad insultarci. Anzi, pare che nel frattempo non facciano neanche lo sforzo di interrompere per una breve tregua elettorale.

Il caso più emblematico è Varese. Per tanti motivi. Prima di tutto la città lombarda è un simbolo per la Lega: ha dato i natali all’attuale governatore, Roberto Maroni, ma anche a Giancarlo Giorgetti. A Varese nel 1984 il Senatur, Umberto Bossi, firmava davanti al notaio la nascita della Lega autonomista lombarda. Non da ultimo è anche la città di Raffaele Cattaneo, presidente Ncd del Consiglio lombardo, vicino a Comunione liberazione. Mischiamo tutti questi ingredienti e il cocktail che ne esce ha un gusto strano, di contrasti e sapori opposti, ma che puntano dritto su un nome solo, condiviso, come vecchi amici e alleati: Paolo Orrigoni. Il patron di Tigros gestisce tra Varese e provincia decine di supermercati ed è il candidato sindaco di tutto il centrodestra, fortemente voluto dalla Lega e miracolosamente appoggiato anche dal Ncd che, forse per una questione di “decoro” (più che urbano, elettorale) non correrà con il proprio simbolo ma sotto l’egida dei Popolari.

Miracoli delle amministrative. La stessa cosa, con Ncd e Lega a braccetto, magari non proprio abbracciati ma nella stessa coalizione, si ammira anche a Milano: tutti uniti a sostegno di Stefano Parisi – uomo di Forza Italia, a dire il vero – su cui però tutto il resto del centrodestra converge convinto, senza alcuna esitazione. Eh sì, non siamo mica a Roma, sotto la Madonnina nessun litigio. Perché la strana alleanza tra centristi e leghisti funziona, quasi esclusivamente, al Nord. Giusto precisarlo con esempi piuttosto chiari. Decine e decine di Comuni più piccoli in Lombardia e , appena fuori, succede lo stesso a Novara, a Savona e Trieste.

Inspiegabile se prendessimo sul serio quello che Alfano e Salvini si mandano a dire. Il ministro dell’Interno qualche giorno fa lanciava l’allarme di una “deriva populista”, facendo preciso riferimento ai lumbard: “A destra è nato un asse Salvini-Meloni che è contro l’Europa comunque, contro l’euro sempre, contro i rifugiati a prescindere, in ogni caso con Marine Le Pen”, scriveva in una lettera agli iscritti Ncd. “Il nodo è venuto al pettine per Forza Italia, chi sta nel Ppe deve stare dall’altra parte, da quella opposta rispetto ad estremisti e populisti”. Proprio gli stessi che staranno sulla scheda elettorale con il classico simbolo di Alberto da Giussano in bella vista, mentre il Nuovo Centrodestra avrà simboli diversi, ma la stessa sostanza. Vallo a spiegare a chi deve metterci una croce sopra.

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